L'angolo di Jane

Hansel & Gretel. Cacciatori di streghe - film - recensione


Credetemi, se i fratelli Grimm non si stanno rivoltando nella tomba è solo perché devono essere morti nuovamente, di noia, nel vedere questo film.In teoria Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe sarebbe una rielaborazione della classica fiaba in cui, da adulti, dopo aver ucciso nell'infanzia la strega della casetta di marzapane, i due fratelli, interpretati da Gemma Arterton e Jeremy Renner, sono diventati cacciatori di streghe, seguendo l'orginalissimo motto “L'unica strega buona è una strega morta”. Nella pratica invece è un film splatter dalla trama piuttosto prevedibile, in cui Hansel e Gretel passano la gran parte del tempo a sparare, affettare, impiccare, inseguire, e prendere a pugni sia le streghe che quanti si mettono sul loro cammino, con ampio spargimento di sangue e l'uso di effetti speciali che sarebbero sembrati antiquati una ventina di anni fa.L'ambientazione è quella di una specie di medioevo steampunk che mescola insieme elementi di epoche differenti, in cui ci sono fucili sofisticati, taser, bottiglie del latte in vetro con tanto di etichetta con ritratti di bambini scomparsi (ad imitazione dei cartoni moderni), ma in cui la vita è organizzata ancora secondo il modello dell'età di mezzo.Come nella fiaba tradizionale, Hansel e Gretel sono stati abbandonati nel bosco da piccoli, ma dopo aver ucciso la strega non sono mai ritornati a casa, convinti dello scarso affetto dei genitori, e hanno intrapreso una carriera da ammazza-streghe professionisti, anche perché, per motivi che intuirete in circa un paio di nanosecondi, su di loro i poteri delle streghe cattive non hanno effetto. Come conseguenza della abbuffata di marzapane subita da bambino, inoltre, Hansel è diventato diabetico ed in questo universo steampunk deve periodicamente fare delle iniezioni di insulina.I fratelli Grimm l'avevano vista in un altro modo: Hansel e Gretel, nella fiaba originale, sono abbandonati nel bosco perché i genitori sono poveri e affamati e non vogliono più dividere il  cibo con i propri figli. Già che ci sono i fratelli Grimm ci regalano un'altra figura di pessima madre, visto che ad insistere sull'idea di abbandonare i due fratellini è proprio la loro genitrice, mentre il padre oppone una debole resistenza, ma poi si lascia convincere ad allontanare i propri figli. Persi nel bosco, i due fratellini finiscono in una casetta di marzapane che non è altro che l'antro di una strega che tenterà di assassinarli e papparseli.  I due ragazzini però riescono a fuggire dopo aver ucciso la strega, inoltre trovano un tesoro di gemme e tornano a casa dove apprendono che la madre è morta e che il padre ha sempre rimpianto la propria decisione. A quel punto, siccome si tratta di una fiaba e non è contemplato il carcere per abbandono di minore, Hansel e Gretel e il loro sciagurato padre vivono felici e contenti, senza più problemi economici.Invece in  questo film di ispirazione splatter e in cui le donne prendono sganassoni come se piovesse (ok, saranno anche streghe, ma la cosa è un po' impressionante e francamente eccessiva), il regista ha deciso di nobilitare la figura dei genitori dei due fratelli, facendo ruotare tutta la trama proprio sull'origine della loro decisione di abbandonare i figli nel bosco, scaturita dalla necessità di proteggerli.Purtroppo è molto facile intuire quasi tutto della storia già dopo pochi minuti di film, perché non si può dire che gli sceneggiatori abbiano dato prova di grande fantasia, limitandosi solo ad aggiungere qualche dettaglio steampunk qui e là, quindi la pellicola scorre senza sorpresa alcuna.Un po' di sano umorismo, di solito la panacea dei b-movie come questo, avrebbe potuto salvare forse la sceneggiatura, ma a parte qualche citazione di famose battute di altri film (da “Indiana Jones” a “Il gladiatore”), non se ne vede purtroppo la minima ombra. A predominare sono le scene d'azione, tutt'altro che convincenti e inutilmente violente.Occasione mancata per questa rivisitazione della celebre favola di Hansel e Gretel che appare inferiore per sceneggiatura, effetti speciali, costumi e interpretazioni non solo allo standard richiesto dal cinema, ma anche a molti telefilm con la medesima ispirazione di stampo fantasy-fiabesco, come ad esempio “Once Upon a Time”.