L'angolo di Jane

L'ultima vittima - Tess Gerritsen


Titolo: L'ultima vittima Titolo originale: Last to die Autrice: Tess Gerritsen Traduzione: Adria Tissoni Casa editrice: Longanesi pag: 327
“L'ultima vittima” è il decimo volume della fortunata serie della scrittrice americana Tess Gerritsen che vede collaborare l'intraprendente detective della polizia bostoniana Jane Rizzoli con l'anatomopatologa Maura Isle, amiche oltre che colleghe. Se pur non avendo letto i libri i nomi vi suonano famigliari, potrebbe essere per il fatto che proprio da questa saga poliziesca è stato tratto il telefilm dal titolo “Rizzoli & Isle”, trasmesso anche in Italia.“L'ultima vittima” è un classico poliziesco made in U.S.A  con il consueto kit base in dotazione a ogni giallo che abbia questo tipo di ambientazione: i colleghi affidabili e quelli pressapochisti, gli appostamenti, i giornalisti assatanati e tutto il corredo di cliché a cui ci hanno abituato la televisione e la letteratura quando si parla di indagini svolte in megalopoli americane. A differenziare i romanzi di Tess Gerritsen c'è però forse una maggiore competenza in campo scientifico, visto che prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura l'autrice ha svolto la professione medica, probabile ispirazione per la sua Maura Isle, donna dal temperamento sempre controllato, ma estremamente professionale, a cui non sfugge il minimo dettaglio in una autopsia.Viceversa Jane Rizzoli è una donna esuberante e determinata, pronta a tener testa ai colleghi troppo frettolosi di chiudere un caso, anche a costo di giungere allo scontro ed indagare per vie traverse.Alle vicende investigative si sovrappongono quelle famigliari: in questo libro da un lato Jane Rizzoli dovrà vedersela con i genitori in lite dopo che il padre ha abbandonato la madre, per poi pentirsi e tornare sui propri passi, proprio quando questa ha iniziato una nuova relazione; dall'altro Maura Isle, ancora single, sarà indecisa fra un vecchio amore e l'affascinante e misterioso Anthony Sansone, a capo di un associazione denominata “Club Mefistofele” che si occupa privatamente di perseguire i criminali, nella convinzione che se ci sono delitti nel mondo è perché là fuori c'è davvero “il Male” con la M maiuscola ( e non solo "i Soldi" con la S altrettanto maiuscola).Il caso che terrà impegnate Rizzoli e Isle è legato ad una serie di assassini brutali di famiglie a cui tre ragazzi apparentemente non legati tra loro, Claire, Will e Teddy, sono sopravvissuti per poi essere adottati e finire nuovamente di nuovo nella medesima agghiacciante situazione due anni dopo, vedendo sterminate le proprie famiglie adottive nello stesso breve lasso di tempo. I tre ragazzi finiranno in un college nel Maine (e dove altrimenti?), Evensong, istituito dal Club Mefistofele proprio per giovani traumatizzati dalla perdita violenta di famigliari, che farà da sfondo ad una buona parte dell'azione.Jane Rizzoli intuisce immediatamente che una simile triplice ricorrenza di delitti non può essere casuale, ma ovviamente avrà vita dura nel tentare di dimostrare che pur essendo avvenuti in luoghi differenti, i tre crimini hanno qualcosa a che vedere con un legame tutto ancora da indagare, scontrandosi in particolare con l'ottusità del detective Crowe.Al poliziesco classico si sovrappone il tema del delitto “nel collegio”,  reso interessante soprattutto dal fatto che Evensong è una scuola davvero molto particolare, dove non si cerca solo di alleviare le pene di ragazzi con gravi traumi, ma si tenta di trasformarli in futuri super-detective.Il romanzo è estremamente scorrevole e le pagine volano via veloci, anche se ci sono diversi riferimenti a fatti avvenuti in precedenti volumi che forse sono pienamente comprensibili solo a chi ha seguito l'ordine di lettura dei vari libri, che riguardano sia il Club Mefistofele che il legame tra Maura e il giovane protetto Julian, considerato da questa quasi come un figlio.“L'ultima vittima” è una lettura leggera, ma a suo modo appassionante, un thriller da ombrellone senza troppe pretese di realismo (considerazioni mediche a parte): il Club Mefistofele sembra una trovata degna di Dan Brown, così come il misterioso killer seriale, e non per nulla nel libro lo stesso Brown viene indirettamente citato quando Rizzoli esclama, durante una investigazione che la porta sul luogo di lavoro di uno dei padri dei ragazzi, un fisico: “Allora: abbiamo un monaco albino che uccide scienziati della Nasa?”, con un evidente riferimento a “Il codice da Vinci”. Lo stile di scrittura è comunque incalzante e il libro, nel suo genere (cioè il genere senza pretese di alta letterarietà), apprezzabile per il modo in cui viene costantemente mantenuta alta la tensione lungo il dipanarsi della storia.