L'angolo di Jane

La fattoria delle magre consolazioni - Stella Gibbons


Titolo: La fattoria delle magre consolazioni Titolo originale: Cold Comfor Farm Autrice: Stella Gibbons Traduzione: Bruna Mora Casa editrice: Astoria pag: 287
Se amate lo humour inglese nello stile delle commedie di Wilde come “L'importanza di chiamarsi Ernesto”, Stella Gibbons e il suo “La fattoria delle magre consolazioni” (“Cold Comfort Farm”) sono semplicemente un must-read, un autentico spasso, una rara gioia libresca: non per nulla il libro, pubblicato per la prima volta nel 1932, è ormai considerato un classico ed io personalmente lo annovero già  tra le migliori letture dell'anno (e forse del decennio).Flora Poste è un'orfana diciannovenne, dotata di un “sublime buonsenso” e una adorazione per Jane Austen (più volte citata in questo libro) al cui amore per l'equilibrio caratteriale e personale si ispira dichiaratamente in chiave ironica la protagonista di Stella Gibbons, una ragazza decisa a farsi mantenere dai parenti, ma che ha pronta un'ottima scusa per farlo:“In effetti, quando avrò cinquantatré anni o giù di lì mi piacerebbe scrivere un romanzo all'altezza di Persuasione, con un'ambientazione moderna ovviamente. Quindi, per i prossimi trent'anni raccoglierò materiale per il romanzo. Se qualcuno mi chiederà a cosa sto lavorando, risponderò raccolgo materiale. Nessuno avrà nulla da obiettare. E del resto lo farò davvero”e che di se stessa dice:“Se vuoi saperlo” proseguì Flora, “penso di avere molto in comune con Miss Austen. Amava vedere che tutto intorno a lei era in ordine, piacevole e comodo, e anch'io. Vedi Mary” e qui Flora divenne più seria e agitò un dito, “se le cose intorno a noi non sono in ordine, piacevoli e comode, non si può neanche pensare di godersi la vita. Non sopporto la confusione.”La determinata Flora Poste metterà alla prova la propria abilità nel portare ordine nello scompiglio abbandonando la brillante Londra e andando a stabilirsi nel Sussex con i cugini Desoladder, in una fattoria dal nome sinistro, “La fattoria delle magre consolazioni”, in cui tutti credono di essere maledetti e destinati a condividere per sempre la stessa grama vita fatta di privazioni e dove ognuno parla di se stesso come se fosse in un romanzo gotico, perché in passato zia Ada Funesta, la matrona della famiglia, che tiene tutti in pugno, “ha visto qualcosa nella legnaia” che l'ha resa folle.Ma Flora Poste è semplicemente dotata di troppo buonsenso per lasciarsi intimorire: poco alla volta tutti i membri della famiglia verranno indotti a guardare con più ottimismo all'esistenza realizzando i propri sogni, grazie alle abili strategie di Flora che ribalterà in men che non si dica tutti i punti di vista consolidati dei suoi cugini, per schiudere loro nuove felici prospettive.Una legione di Desoladder verrà salvata da Flora, che potrà sfruttare a proprio vantaggio il fatto che tutti credono di essere in debito nei suoi confronti a causa di un torto fatto a suo padre Robert, una faccenda misteriosa tanto quanto ciò che zia Ada Funesta ha visto nella legnaia.Una lunghissima carrellata di personaggi assai buffi attraversa il romanzo: l'affascinante donnaiolo dal fascino animalesco Seth, la selvaggia ninfa dei boschi Elfine (che Flora trasformerà in una giovane lady), il novantenne Adam che adora le sue mucche, l'aspirante scrittore e goffo seduttore Mr. Cymice (che sostiene la ridicola tesi che Branwell Brontë abbia scritto “Cime Tempestose” al posto della sorella Emily), il predicatore invasato Amos, il sospettoso Rueben (che crede Flora voglia scippargli la fattoria) e molti altri, tutti ricondotti da Miss Poste ad una più serena considerazione dell'esistenza, non senza strappare nel frattempo più di una risata, mentre Stella Gibbons si prende gioco di molti cliché della letteratura drammatica.Piccola curiosità: il volume fu scritto nel 1932, ma è ambientato nel futuro rispetto al periodo della sua stampa, almeno dopo il 1946, perciò ci sono alcuni elementi che potrebbero sembrare strani, relativamente al periodo a cui si fa riferimento perché l'autrice riteneva che ci sarebbero stati alcuni importanti progressi tecnologici. Ad esempio Stella Gibbons immaginava che dopo gli anni '40 sarebbero stati comuni i videotelefoni e ne fa usare uno ad un personaggio, sebbene la cosa possa suonare prematura, vista la data di pubblicazione. Inoltre si fa riferimento ad una guerra anglo-nicaraguense mai avvenuta, la posta aerea viene consegnata da un aereo in volo direttamente sulla casa del destinatario e in generale si fa un uso disinvolto di aerei, come se fossero automobili.Nonostante questi piccoli trascurabili dettagli (che passano davvero sottogamba), l'atmosfera è però tutta anni '30: frizzante e allegra e piena del corroborante ottimismo di Flora, convinta che con il giusto taglio di capelli, un abito elegante e le tende ben lavate si possa ribaltare l'esistenza di qualunque pessimista, compresi i cugini Desoladder.Il libro è un corroborante per l'umore non solo per i personaggi, ma anche per i lettori: se volete una lettura leggera, ma con intelligenza, vi consiglio caldamente “La fattoria delle magre consolazioni”.Dal libro è stato tratto anche un film nel 1995 dal titolo “Cold Comfort Farm”, che vidi tanto tempo fa in televisione, ma che ricordo ancora perché piuttosto divertente.Nota: la traduttrice, per rendere il senso del cognome di alcuni personaggi, improntato al loro innato pessimismo, ha tradotto molti cognomi, ad esempio nella versione originale i Desoladder si chiamano in realtà Starkadder, Mr. Cymice è Mr. Mybug, la signora Blatte si chiama nella versione originale Beetle, e zia Ada Funesta è Ada Doom e così via.