L'angolo di Jane

Davanti a Colombo - Hermann Hesse


Nella luce verde si spegne il caldo giornocalma procede e s'arresta la nave sull' urto dell'onda.Così calmi e sicuri attraversare il mondo,così imperturbati guardare nella notte e nel buio, questo era lo scopo del mio viaggio, ma non l'ho imparato.E aspettando, volgo il mio viso verso casa,pronto alle vicende di nuovi giorni,curioso della vita e del suo male.Per me non c'è pace, nè orbita stellare,io sono l'onda, la barca oscillante,che ogni tempesta scuote nel profondo,che ogni soffio ferisce e sconvolge.Così sono giunto fino a tropici remoti,solo come me stesso e torno dal viaggiocon la mia vecchia smania vagabonda,avido di dolore e piacere della vita, disposto a nuovi giochi e nuove lotte,non guarito da tutte le avventure.Della terra sono figlio, non delle stelle,d'animo inquieto mosso da ogni vento,mi culla il mare e mi desta la tempesta,mi conforta la luce e mi spaventa la notte.E anche se cento volte nel corso della vitaho invocato saggezza e chiesto pace,il mio destino è legato alla terra,e sempre sarò simile a mia madre.Questa è una delle mie poesie preferite, fu scritta da Hesse dopo un viaggio in India e in Indonesia . Colombo è infatti la capitale dello Sri Lanka .Come Hesse vorrei anche io vorrei "calma e sicura attraversare il mondo, così imperturbati guardare nella notte e nel buio", e "cento volte ho invocato saggezza e chiesto pace". Anche se la saggezza in fondo è frutto della sensibilità che a poco a che spartire nella gran parte dei casi con l'imperturbabilità.