L'angolo di Jane

Alla ricerca delle coccole perdute - G.C. Giacobbe


Titolo: Alla ricerca delle coccole perdute Autore: Giulio Cesare Giacobbe Casa editrice: Ponte alle Grazie pag: 212 costo: 6,20 euro Secondo quanto affermato in questo libro ognuno di noi ha molte personalità, che vengono utilizzate a seconda delle circostanze: siamo quindi una persona con il partner, un'altra con amici, famigliari, colleghi, etc. Riuscire ad attuare la strategia di comportamento più adatta alle circostanze consente di essere equilibrati e soddisfatti. Quando per qualche motivo invece il meccanismo si inceppa e si permane in una sola tipologia di personalità, si ha lo stato di nevrosi, in cui una mono-personalità si ripete ossessiva indipendentemente dal fatto di non essere minimamente efficiente.Secondo l'autore nei rapporti interpersonali sono fondamentalmente tre le personalità che possiamo assumere: la personalità del bambino, quella dell'adulto e quella del genitore. E' importante essere capaci di riuscire ad attuare tutte e tre queste strategie di comportamento (intese quindi in senso ideale, non necessariamente bisogna ad esempio avere figli per essere genitore).Il bambino è colui che pretende affetto, ma non ne dà agli altri, non per cattiveria,ma perchè incapace di provare persino sufficiente amore per sé stesso. La sua incapacità di amare è costituzionale.Inoltre il bambino ha sempre paura, perchè sente sempre di essere incapace di provvedere a sè stesso, di avere bisogno degli altri. Ha però come lato positvo quello di saper giocare e divertirsi, di sapersi rendere umile e chiedere scusa se le circostanze lo richiedono.L'adulto invece è perfettamente autonomo: non pretende amore dagli altri, ma non ha nessun interesse nemmeno a concederne. E' colui che gode della vita, capace di rapporti di amicizia basati sul do ut des, con una forte vita sociale, la cui unica fondamentale esigenza è la libertà. Come lati positivi ha di sentirsi sempre capace di affrontare le difficoltà della vita, per cui raramente prova paura. Come lati negativi ha che di fatto è uno squalo,come lo definisce lo stesso Giacobbe: non è qualcuno su cui si possa ciecamente contare, non è qualcuno che si possa sempre amare.Il genitore è colui che non solo è capace di badare a sè stesso, ma è anche capace di dare amore agli altri, alla prole ideale o reale che sia. Un genitore è anche chi si prende cura degli altri per qualunque motivo. Questa personalità è così forte da avere totalmente superato la paura degli altri,perchè si sente capace di difenderli.Quando non si compiono i giusti passaggi nella vita, queste tre personalità possono non formarsi completamente e diventiamo quindi nevrotici. Secondo l'autore la nostra società è fatta per sviluppare soprattutto la personalità del bambino-nevrotico perchè non porta all'assunzione di responsabiltà e al sentirsi autonomi. Rimaniamo sempre in ambienti protetti, dove qualcuno ci fa da genitore, dove non ci sentiamo mai soli e indipendenti. Questi gruppi possono essere rappresentati non solo dalla famiglia di origine, ma anche da amici, dalla cerchia sociale della quale facciamo parte, che demandiamo a proteggerci. Non facciamo mai l'esperienza di vivere una solitudine "positiva", nella quale siamo solo noi a provvedere a noi stessi. Senza questa esperienza, non si diventa mai adulti e si continua a provare la paura tipica dei bambini: da qui ansia, depressione, infelicità di vario tipo. Mentre se non facciamo l'esperienza dell'amare e del sentirci di capaci di provvedere agli altri non riusciremo mai ad infondere ad esempio sicurerzza nella prole o nello stesso partner. Infatti nella coppia ideale uomo e donna sanno essere l'uno per l'altra bambino, adulto e genitore a seconda delle circostanze: sapranno giocare, rispettare la rispettiva libertà e infondere sicurezza se necessario.Ho trovato questo libro molto interessante e credo meriti di essere letto. Ha anche alcuni punti deboli, ad esempio io non condivido  il modo in cui l'autore vede il ruolo della donna nella società. Infatti mette bene in evidenza che per essere "genitori" bisogna essere prima di tutto "adulti", quindi essere autonomi. Ma poi sembra ritenere che una madre lavoratrice non sarà mai una madre veramente presente per i suoi figli, perchè secondo lui troppo carrierista. Io non credo questo sia vero, mi sembra davvero uno stereotipo, anche se il mondo del lavoro si cura veramente poco dei problemi delle madri. Inoltre sempre secondo l'autore gli uomini sarebbero per natura portati alla poligamia e che questo fatto sarebbe inevitabile, come le corna che dovrebbero beccarsi le rispettive consorti. Anche qui chiaramente non sono d'accordo e non mi dilungo nemmeno a spiegare troppo il perchè: dico solo che se l'autore conoscesse a fondo le donne saprebbe che i "tendenzialmente poligami" non sono solo di sesso maschile e che certe cose forse non dipendono tanto dal sesso, quanto forse dal carattere della singola persona. E magari tutti i poligami uomini e donne si sposassero solo fra di loro così sarebbero felici (cornuti) e contenti!Di Giulio Cesare Giacobbe ho recensito anche "Come smettere di farsi le seghe mentali e vivere felici" al post n°63 http://blog.libero.it/angolodijane/view.php?msg=1182123 e "Come diventare bella, ricca e stronza" al post n° 26 http://blog.libero.it/angolodijane/view.php?msg=1070692.Il sito ufficiale dell'autore è http://www.giuliocesaregiacobbe.org/ .