L'angolo di Jane

Una questione di equilibrio


Molti dei libri che ho letto di recente insistono sul fatto che il raggiungimento di uno stato di equilibrio interiore e di benessere dipenda dall'idea che si ha di sè stessi e della propria vita. Tutti questi libri insistono nel porre il sè come centro del miglioramento della propria esistenza. Sempre secondo questi libri il punto di vista determina la realtà, più della realtà stessa. Quindi con un corretto assetto mentale si potrebbe teoricamente fare qualunque cosa e allo stesso tempo rimanere equilibrati, saggi, illuminati, privi di rabbia, di ansia e di qualunque emozione negativa. Ma quello che mi chiedo io è questo: ma basta davvero? Se io faccio leva su di me, questo mi libererà di tutti coloro che invece vivono con rabbia, invidia, arroganza, prepotenza, odio? Di coloro che usano il vessare gli altri come sistema di vita? Mi libererà da ansie, malumori, dall'inevitabile senso di frustrazione nel vedere chi magari ha potere e ne fa un uso più che personale infischiandosene delle regole?Io credo che raggiungere un proprio equilibrio aiuti ad affrontare le difficoltà, ma riesce difficile credere di poter mai raggiungere l'imperturbabilità, la tranquilla sicurezza che le "persone ideali" descritti nei libri che ho letto sembrano poter ottenere con facilità. Anche solo basandomi su un metodo empirico,chiedendomi ad esempio quante persone così illuminate ho mai incontrato nella vita, mi devo purtroppo rispondere che non ne ho vista mai nessuna. Forse è perchè anche il più illuminato degli esseri umani alla fine deve vivere in mezzo al caos delle nevrosi degli altri e questo come può non avere conseguenze? Faccio un esempio: per un certo periodo ho lavorato a stretto contatto con una persona che aveva come prassi di vita quella di insultare il prossimo. Faceva rimproveri su ogni più piccolo insignificante errore lavorativo (per lei era un errore anche se avevi usato una certa penna e non l'avevi rimessa nell'esatto posto da dove l'avevi presa). Se non facevi errori di tipo lavorativo aggrediva a livello personale: ad esempio diceva cose come "quando cammini strascichi i piedi e fai rumore" , "non mi piace come ti vesti", "perchè hai quel taglio di capelli", ogni volta che era possibile riprendeva gli altri di fronte ad estranei per umiliarli. Se gli rispondevi a tono ti aggrediva anche di più, andava dal superiore (più pazzo di lei) e gli diceva che eri maleducato o simili e poi ti beccavi doppia sfuriata. Blandirla non serviva a niente (eh si ci ho provato anche con le buone) .Insomma te le potevi solo beccare. Ad un certo punto ho lasciato perdere quelle persone. Ne andava della mia salute, visto che andavo avanti ad antiacidi. Ma se non avessi potuto farlo? Come si fa ad essere sereni vicino a persone squilibrate? Per me è impossibile. La gente pazza rende pazza l'altra gente.