L'angolo di Jane

Il cacciatore di aquiloni - Khaled Hosseini


Titolo: il cacciatore di aquiloni Titolo originale: The Kite Runner Autore: Khaled Hoisseini Casa editrice: Piemme Pag: 394 costo:17,50
Questo libro parla dell'Afghanistan degli ultimi 30 anni visto attraverso la storia di Amir e Hassan, cresciuti nella medesima casa, ma separati da differenze sociali e religiose: Amir è sunnita ed è il ricco figlio di Baba, un padre che sembra non apprezzarlo mai a sufficienza, Hassan è invece sciita ed è il figlio del servitore di Baba, ultimo nella scala sociale del paese in cui vive. Anche se è il primo che dovrebbe sentirsi forte e fortunato, fra i due è Hassan quello che mostra sempre forza, generosità e coraggio, mentre Amir, che ritiene di essere debole, si macchia di una colpa nei confronti dell'amico che lo segnerà per il resto della vita.Il libro è allo stesso tempo il racconto di un paese devastato da guerre, divisioni sociali e religiose e del riscatto interiore del protagonista dalla sua colpa, oltre che un affresco della mentalità afghana, del suo senso a volte eccessivo e distorto dell'apparenza sociale,ma anche della sua capacità di tendere al bene quando liberata dai pregiudizi.Il libro è molto scorrevole, fondamentalmente ben scritto,ma ha il difetto di esasperare le caratteristiche positive e negative dei personaggi, indulgendo forse troppo nel melodrammatico, calcando la mano sui sentimenti del lettore e cercando di suscitarne il coinvolgimento emotivo con immagini il più possibile scioccanti. La storia raccontata del libro è veramente drammatica, ma forse l'intento dell'autore era proprio quello di rendere pubblico quello che accade a chi vive in Afghanistan,anche a costo di sconvolgere il lettore, perchè è facile dimenticarsi di un paese che si crede forse abitato solo da Talebani, verso i quali ben difficilmente una comunità internazionale proverebbe simpatia.Credo che sia un libro che valga la pena di leggere, soprattuto per la visione "interna" dei fatti, per capire meglio un popolo verso cui si punta spesso il dito, ma che  è fondamentalmente vittima dei potenti del mondo.