L'angolo di Jane

Il più grande uomo scimmia del pleistocene – Roy Lewis


Titolo: Il più grande uomo scimmia del pleistocene Titolo originale: The evolution man Autore: Roy Lewis Traduzione: Carlo Brera Casa editrice: adelphi pag: 178 costo: 7,50 euro“Il libro che avete fra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni” Terry Pratchett
Questa frase scritta sulla quarta di copertina da Terry Pratchett, che ha curato l'introduzione al volume ed è uno dei miei scrittori umoristici preferiti, è certamente il motivo principale per il quale ho acquistato questo libro, oltre al fatto che il titolo era talmente bizzarro che decisamente non poteva sfuggirmi (se poi aggiungete che in questo periodo gli adelphi sono in sconto del 25% avete il quadro totale).Il fatto che il libro di Roy Lewis sia stato ben lontano dal farmi fare matte risate come quelli di Pratchett, mi conferma che in fatto di umorismo ognuno ha i suoi gusti e che, come una consolidata esperienza averebbe dovuto dimostrarmi, tanto più roboanti sono gli spezzoni di recensioni dei libri, tanto meno bisognerebbe aspettarsi. Un po' come quei fantastici trailer di film, dove ci sono solo le scene migliori e quando vai al cinema ti annoi perché hai già visto tutto quello che c'era da vedere. Del resto la pubblcità è sempre un po' ingannevole: nessuno ha mai visto brillare un pavimento con una sola passata, né colare mozzarella fumante dopo aver scaldato una pizza surgelata, né tanto meno uno shampoo lisciante ha mai fatto una messa in piega a nessuno.Nonostante la piccola delusione di aver trovato un libro forse meno entusiasmante di quanto mi aspettassi, “Il più grande uomo scimmia del pleistocene” è comunque decisamente originale, sopratutto se si considera che è stato scritto da un uomo nato nel 1913, visto che ad una prima lettura sembra invece di un'autore di una generazione più moderna.Protagonisti sono un gruppo di uomini-scimmia che descrivono la propria vita come se fossero uomini moderni consapevoli del fatto di doversi evolvere e come se sapessero che ogni loro scelta influenzerà il resto dell'umanità. La storia è narrata da Ernest, uno dei figli di Edward, il capofamiglia progressista che vuole a tutti i costi uscire dal Pleistocene e favorire con ogni mezzo l'evoluzione, sempre in scontro con il fratello Vania che invece vorrebbe che il mondo restasse sempre uguale (ma che poi approfitta di ogni nuova comodità). Edward scopre ad esempio un modo per portare il fuoco dal vulcano alla grotta e perpetuarlo, favorisce la diversificazione delle capacità dei figli (un cacciatore, un naturalista, un pensatore, un artigiano) e li spinge a vivere in modo da migliorare la specie. Ma Edward è anche un idealista che vorrebbe che il sapere e le nuove abilità fossero condivise da tutti gli altri uomini-scimmia , non solo dalla propria famiglia e proprio per questo pagherà un prezzo molto alto.C'è una morale un po' amara in questo piccolo libricino: il progresso porta nuovo potere e genera il desiderio di dominare con esso gli altri uomini. Quando c'è una nuova scoperta il mondo si divide sempre fra chi vuole estendere a tutti le conoscenze utili e chi invece vuole farne un privilegio.Il libro di Roy Lewis illustra in modo molto simpatico la dura vita degli uomini primitivi e come sia migliorata infinitamente con solo poche scoperte decisive come il fuoco ,che allontanava le belve feroci, cuoceva il cibo rendendolo tenero e consentiva di dedicare meno tempo a cibarsi e di più a pensare.  I primi scenziati furono proprio questi uomini scimmia che scoprirono come perpetuare le fiamme senza mandare a fuoco una foresta, oppure quali cibi erano velenosi o come tracciare un dipinto rupestre durevole.Secondo Lewis la chiave del successo degli uomini è stata quella di non essere specializzati in nulla e potenzialmente inadatti a qualunque ambiente: i problemi da risolvere sarebbero stati il motore dell'intelligenza.Se volete saperne su Roy Lewis potete consultare questo link di wikipedia (in inglese)