L'angolo di Jane

Aspetta te stesso – Walter Veltroni


Titolo: Aspetta te stesso Autore: Walter Veltroni Casa editrice: Corriere della Sera pag: 55 costo: 1 euro + costo del quotidiano + allegato
Nel 2017 Giuseppe, un giovane medico ricercatore, ripensa al passato rileggendo il diario del fratello minore Giulio. I due fratelli hanno avuto una infanzia difficile, segnata dal divorzio dei genitori e dal fatto di essere per metà peruviani e per metà italiani, cosa che li ha portati ad essere discriminati da entrambe le etnie. Giulio bravo a scuola, sensibile e ben educato è particolarmente preso di mira dai propri compagni che lo accusano di essere omosessuale e finirà per fare una scelta disperata. L'autore cita Goethe :“Rendimi il tempo della mia adolescenza. Quando ancora non ero me stesso, se non come attesa”. Quindi Giulio, non riuscendo ad “aspettare sé stesso”, si suicida nel racconto perché incapace di capire chi è davvero, sconvolto dalle quotidiane umiliazioni e quasi timoroso delle lodi dei professori che scatenano solo l'ira dei compagni.Vi ricorda qualcosa? Sicuramente Walter Veltroni si è ispirato ai recenti fatti di cronaca che hanno visto protagonista un sedicenne di Torino, per metà filippino, uccidersi proprio per motivi analoghi a quelli del protagonista Giulio. Non so quanto opportuno fosse un racconto con dettagli così simili ad una vicenda reale, e ammetto che la visione di Veltroni del perché un ragazzo si suicida è a mio avviso un po' “limitata”, forse anche per il carattere breve del racconto.Non credo che una persona si suicidi perché qualche bullo lo prenda in giro visto che è secchione (e lo so perché ero secchiona e di bulli e bulle ne ho affrontati a frotte, anche se non ho mai dovuto vedermela con discriminazioni razziali ), penso che sicuramente ci siano stati altri fattori, umiliazioni probabilmente più grandi,cose che forse non verranno mai fuori per coprire quei “bravi ragazzi” che finiscono sempre per commettere i crimini più atroci e quei “bravi professori” che fanno sempre finta di non vedere. Ritengo che la vicenda reale sia infinitamente più complessa e che questo racconto abbia solo sfiorato la superficie nel trattarla.