L'angolo di Jane

Se solo fosse vero - Marc Levy


Titolo: Se solo fosse vero Titolo originale: Et si c'était vrai... Autore: Marc Levy Traduzione: Benedetta Pagni Frette Casa editrice: Tea pag: 213 costo: 8,90 euro
Trasferitosi in una nuova casa a San Francisco, Arthur ha la strana sopresa di trovarsi a dividere il proprio appartamento con una specie di fantasma: lo spirito di Lauren, precedente proprietaria dell'abitazione, in coma in seguito ad un incidente stradale, non sembra voler abbandonare la propria dimora terrena, anche perché l'uomo è l'unico a poterla vedere ed ascoltare.  Arthur cercherà di aiutare Lauren a trovare una soluzione alla propria strana situazione, rischiando anche di essere creduto folle, e fra i due nascerà un tenero sentimento.Benché l'idea di base sia davvero originale, questo libro ha il grave difetto di essere spesso privo di ironia, con personaggi sovente  impegnati a pontificare sul significato della vita, su quanto essa sia breve e sfuggente, sfociando spesso nel più bieco sentimentalismo. In questo senso lo stile di Levy mi ha davvero molto ricordato Moccia : fan di Moccia se non sapete più che leggere buttatevi pure su Marc Levy, non vi deluderà. Ecco un pratico esempio (a onor del vero uno dei pezzi sentimentali meno noiosi del libro):“Se vuoi capire che cosa è un anno di vita, chiedilo ad uno studente che è stato appena bocciato all'esame di fine anno. Un mese di vita: parlane con una madre che ha partorito un bimbo prematuro e aspetta che esca dall'incubatrice per stringerlo tra le braccia, sano e salvo. Una settimana: chiedilo ad un uomo che lavora in fabbrica, o in miniera per nutrire la sua famiglia. Un giorno: domandalo a due innamorati persi che aspettano di rivedersi. Un'ora chiedilo a una persona che soffre di claustrofobia, bloccata in un ascensore. Un secondo: osserva l'espressione di un uomo che è appena scampato ad un incidente d'auto, e un millesimo di secondo: chiedilo all'atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento e non quella d'oro per la quale si era allenato tutta la vita. La vita è magica Arthur, lo dico con cognizione di causa, perché dal giorno dell'incidente mi gusto il valore di ogni istante. Perciò ti prego, approfittiamo di ogni secondo che ci resta”.Un discorso così sdolcinato e lungo, in bocca ad un personaggio, suona alla sottoscritta involontariamente buffo, anche se so che molti apprezzeranno questo brano per lo stesso motivo per il quale a me non piace. Ma la cosa davvero più ridicola in assoluto del libro è che anche se Lauren è uno spirito, lei ed Arthur riusciranno comunque a fare sesso, consolidando (in tutti i sensi) il proprio rapporto. Se non è mancanza d'ironia questa, non so cosa possa esserlo.Ho trovato inoltre il comportamento dei personaggi poco coerente nelle  diverse situazioni: lo scettico Paul, ad esempio, amico di Arthur, aiuta quest'ultimo a compiere una grave azione illegale, nonostante il fatto non creda minimamente nell'esistenza di Lauren. Il poliziotto che si occupa del caso viene “magicamente convinto” a credere una storia assurda. Tutto si appiana facilmente senza una credibile motivazione basata sulla natura del carattere dei personaggi.Dal libro è stato tratto anche un film (che ho recensito nel post n°28 ), che  ha molto migliorato la trama pensata da Marc Levy, introducendo proprio l'elemento umoristico a compensare tutte le lacune della storia, riuscendo così a creare una gradevole e divertente commedia sentimentale (dove gli spiriti si limitano a casti baci!).