L'angolo di Jane

Marie Antoinette


Ho deciso di vedere “Marie Antoinette”qualche giorno fa, dopo aver letto le memorie di Madame Campan, prima cameriera di Maria Antonietta fin dall'arrivo della quindicenne austriaca in Francia. Sebbene formalmente il film diretto da Sofia Coppola si rifaccia principalmente ad un libro scritto dalla storica Antonia Fraser (Maria Antonietta. La solitudine di una regina ),questa versione della storia della sfortunata sovrana ricorda molto nelle atmosfere, nei personaggi e in tutte le scene principali proprio gli scritti di Madame Campan, talora usando le stesse identiche parole delle sue memorie, tanto da farmi credere che la Fraser abbia attinto a piene mani proprio da questo documento storico. Una scena tra le prime ad esempio, che mostra l'intolleranza di Maria Antonietta alla rigida etichetta di corte, è quasi identica a quanto riportato nel libro che ho recensito nel post n° 338:“La vestizione della regina era un vero capolavoro di etichetta. Tutto era stabilito alla perfezione. La dama d'onore e la dame d'autours, e tutt'e due, quando si trovavano insieme, aiutate dalla prima cameriera e dalle due cameriere onorarie, attendevano al servizio principale; ma tra esse vi erano distinzioni: la dame d'autours passava la sottogonna e presentava il vestito, mentre la dama d'onore versava l'acqua per lavare le mani e porgeva la camicia. Quando una principessa della famiglia reale si trovava presente alla vestizione, la dama d'onore doveva cederle quest'ultima funzione, ma non la cedeva direttamente alle principesse del sangue: in tal caso la dama d'onore riconsegnava la camicia alla prima cameriera, la quale la presentava alla principessa del sangue. Ognuna di queste signore rispettava scrupolosamente queste usanze, come se di trattasse di diritti.Un una giornata d'inverno capitò che la regina, già tutta svestita, fosse in procinto di infilare la camicia. Io la tenevo pronta. Entra la dama d'onore, che si affretta a togliersi i guanti e a prendere la camicia. Qualcuno bussa alla porta. Si apre, è Madame la duchessa di Chartres. E' senza guanti, e si fa avanti per prendere la camicia, ma la dama d'onore, che non deve presentargliela, me la rende. Io la do alla principessa. Si bussa di nuovo, ed entra Madame la Contessa di Provenza. La duchessa di Chartres le presenta la camicia. La regina intanto teneva le braccia incrociate sul petto, e sembrava aver freddo. Madame, notando il suo disagio, si limita a gettar il suo fazzoletto e tiene i guanti, ma nell'infilarle la camicia spettina la regina, che si mette a ridere per nascondere la sua irritazione, ma non senza aver borbottato più volte fra i denti: “E' una cosa odiosa, che seccatura!” “[La vita segreta di Maria Antonietta – Madame Campan – Newton Compton]Molte altre scene del film sono evidentemente ispirate alle memorie di Madame Campan, anche se possono apparire bizzarre a chi non sappia che vi è dietro una realtà storica.In una scena ad esempio la giovanissima Maria Antonietta, il fratello del re ed alcuni dame e giovani gentiluomini abbandonano una festa e si divertono a fare le ore piccole in un prato attendendo l'alba, per soddisfare il desiderio della regina di vedere il sorgere del sole. Potrebbe sembrare un azzardo, una scena fin troppo moderna, che potrebbe ricordare i giovani contemporanei: invece è un episodio realmente accaduto e per il quale la regina suscitò aspre critiche ed un mare di pettegolezzi.In alcuni casi Sofia Coppola invece interpreta liberamente la storia: si vede la contessa di Polignac tirare cocaina, o spesso la musica di sottofondo è rock, ma credo siano inrtepretazioni solo leggermente più “colorate” e così chiaramente fuori dal contesto, da essere più che evidentemente umoristiche.La storia della relazione di Maria Antonietta con il conte di Fersen non è invece riportata nelle memorie di Madame Campan, ed è forse tratta dal libro della Fraser.Un'altra libera interpretazione della regista è quella dei colori degli abiti della corte. Nei contenuti speciali del dvd Sofia Coppola afferma di aver voluto creare una corte di Francia con toni pastello, estremamente luminosi nella prima parte del film, quella della felicità della regina, per rispecchiarne lo spirito giovanile e gioioso, sebbene in realtà i colori usati all'epoca fossero differenti. La fotografia è uno dei punti di forza della pellicola, con immagini piene di ricche sfumature. La regia talora indugia a creare piccoli quadri di attori in posa all'inizio di qualche nuovo spezzone ed è veramente ben riuscita.Gli attori, Kirsten Dunst nel ruolo di Maria Antonietta, e Jason Schwartzman, in quella di Luigi XVI, sono pienamente nella parte e la loro interpretazione è davvero ben riuscita.L'italiana Asia Argento è invece la contessa Du Barry, l'amante di Luigi XV, acerrima nemica di Maria Antonietta, in una versione aggressiva e volutamente volgarotta della favorita del re (è una brava attrice, ma le danno sempre parti di questo tipo).Nel complesso ho trovato il film di Sofia Coppola tutto sommato fedele nello spirito, se non in ogni particolare, alla vera storia di Maria Antonietta, in una pellicola veramente impressionante da un punto vista visivo, grazie anche agli splendidi costumi per i quali l'italiana Milena Canonero ha meritatamente ricevuto l'Oscar.