L'angolo di Jane

Il coperchio del mare – Banana Yoshimoto


Titolo: Il coperchio del mare Titolo originale: Umi no futa Autrice: Banana Yoshimoto Traduzione: Alessandro Giovanni Gerevini Casa editrice: Feltinelli pag: 117 costo: 10,00 euro
Quasi tutti i libri di Banana Yoshimoto sono costruiti intorno a stati emotivi particolari, in cui gli intrecci fanno solo da sfondo a momenti di rivelazione interiore dei personaggi, come se questa autrice pensasse che vivere sia fondamentalmente un viaggio, nel quale si deve apprendere il più possibile su sé stessi, su ciò che davvero si desidera, perché la cosa più difficile di tutte, in questo mondo che ci vuole tutti uguali, è capire chi si è davvero, in un percorso al termine del quale ogni più piccolo dettaglio visivo, uditivo e tattile ha un valore che trascende la pura materialità e diventa un attimo di conoscenza. Il sapore del the, la brezza del mare, il valore di un amicizia sono tutti sullo stesso piano: ogni sensazione ha un valore inestimabile che apre la porte della rivelazione.“Il coperchio del mare”, più di tutti gli altri libri di Banana Yoshimoto, è un libro basato sul potere rivelatore della sensazione, in cui la trama appare forse esile, visto che non c'è una lo sviluppo di una storia articolata, in cui però la scrittrice sembra fare una aperta dichiarazione (a volerla leggere come tale) sull'importanza di non seguire schemi, nella letteratura come nella vita, alla ricerca della propria unica individualità.La protagonista del libro, Mari, decide di aprire un chiosco di granite nel piccolo paese turistico dove è cresciuta, dopo essersi allontanata per molto tempo dal luogo natale. Molte cose sono cambiate: il paesino è in una fase di decadenza ecologica e spirituale. La natura è contaminata e così pure lo spirito dei suoi abitanti, che non fanno nulla per contrastare la continua erosione che minaccia l'ambiente e la loro stessa forza vitale. Mari però non decide di aprire un chiosco alla moda: vuole vendere solo quello che ama, anche se impopolare. Niente granite dai colori accesi e finti, ma solo cose che può preparare con le proprie mani, dal gusto per alcuni forse antiquato o poco attraente, ma che le danno la soddisfazione di non essere uguali a niente altro. Mari vuole vendere sensazioni uniche, ricordi, arricchirsi è l'ultimo dei suoi pensieri, anche se non è ancora del tutto certa di essere capace di realizzare i propri sogni. L'incontro con Hajime, una ragazza dal volto sfigurato, che l'aiuterà a tenere il chiosco, rafforzerà la sua idea che vivere come si desidera è più importante che vivere come tutti desiderano vivere.E' un po' come se la scrittrice dicesse: “si potrei scrivere cose alla moda e dai sapori forti, che venderebbero, ma che gusto ci proverei? Preferisco scrivere questo libro, che forse non tutti capiranno, e che in alcuni passaggi sembrerà perfino banale, ma che è proprio nel mio stile”.Il Giappone, come il resto del mondo, è in una fase difficile, in cui il modello di sviluppo consumista sta mostrando tutti i propri limiti a causa degrado ambientale, di unavita standardizzata che rende tutti ugualmente infelici, in cui domina l'eliminazione dell'individualità:questo libro ne coglie tutti gli aspetti, anche se, come in ogni racconto della Yoshimoto, una piccola porta resta sempre aperta per la speranza che la forza individuale sia in grado di contrastare con la sua energia l'onda della massificazione.Un libro che è un inno all'originalità, alla diversità e al rispetto ambientale. Come individualista non potevo che adorarlo!