Titolo: Il disordine perfetto Titolo originale: Finding Moonshine Autore: Marcus du Sautoy Traduzione: Daniele Didero, Massimo Scaglione, Roberta Zupper Casa editrice: Rizzoli pag: 488costo: 20 euro
Ci sono libri che si finiscono in poche ore, che ti trascinano nel loro mondo e ti costringono a vedere l'alba pur di non lasciarli,ebbene di sicuro “Il disordine perfetto” non è uno di questi!Pochi libri mi hanno richiesto tanto impegno per essere letti: ho trascinato questa lettura per mesi, penso abbia quasi battutto l'insuperabile “Alla ricerca del libro perduto” di Owen Gingerich (che comunque resta al top della mia classifica personale di masochismo), ma alla fine ce l'ho fatta e quindi vi tocca beccarvi questa recensione, che ha il sole fine di celebrare una mia vittoria personale: io contro la matematica della simmetria, la piccola Blue contro decine e decine di formule, matrici e disegni esplicativi quanto i geroglifici delle piramidi. Siccome sono ancora viva e con tutte le rotelle ragionevolmente svitate quanto in passato, suppongo si possa con buona ragione parlare di un mio successo.Devo naturalmente specificare che persone con più conoscenze di me nel campo della matematica pura potrebbero trovare questo libro bellissimo, incredibilmente interessante e magari persino finirlo in meno di cinque mesi. Io per parte mio posso solo dire che se la sera non riuscivo a prendere sonno, il buon Marcus di Sautoy era più efficace di una botta in testa.A mia discolpa per aver scelto di leggere un libro così ostico posso solo addurre il fatto che “L'enigma dei numeri primi”, dello stesso autore, è invece uno dei miei libri preferiti in assoluto.La differenza principale nei due volumi è che mentre “L'enigma dei numeri primi” era maggiormente imperniato sulle biografie dei matematici più illustri, tutte molto interessanti, con qui e lì qualche accenno alla matematica, il “Finding Moonshine” (questo il vero titolo, che con il disordine non ha nulla a che vedere) è invece un libro parla proprio, davvero e non avete idea quanto...di matematica, con qualche intermezzo sulle vite di matematici famosi.Se dovessi giudicare solo la parte che parlava delle biografie dei matematici, nonché l'unico capitolo che mi sia davvero piaciuto, cioè il decimo sulle applicazioni pratiche della simmetria, ovviamente la mia valutazione sarebbe molto più alta.Con vostra buona pace non vi parlerò di tutto il succo matematico del libro ( ho paura che l'universo potrebbe implodere se ci provassi), ma solo delle parti interessanti.Se siete tendenzialmente asociali, se potete passare ore su unico problema, che vi tormenta ad ogni ora del giorno e non vi abbandona mai, nemmeno se è la vostra prima notte di nozze, se non vi capacitate del fatto che la gente parli tanto invece di interessarsi solo di cose concrete e non capite perché tutti vi guardino storto solo perché portate a spasso la vostra collezione di biglietti dell'autobus ,come fa l'ancora vivente matematico Simon Norton(c'è davvero gente che non capisce quanto sia fantastico trovare la linea di bus più breve per andare da un posto ad un altro ?), ecco forse siete tagliati per la matematica. Immagino che non tutti i matematici si ritrovino in questa descrizione, ma sembra che du Sautoy ci tenga a mostrare come la gran parte dei più importanti matematici, persone che hanno fatto la storia della scienza, sia stata poco meno che incredibilmente stramba, con una tendenza ad evitare i contatti umani non necessari e chiusa nel proprio mondo di formule. Tanto chiusa a volte, da non riconoscere nemmeno il talento altrui, come accadde al matematico norvegese Niels Henrik Abel, che morì appena ventisettenne, povero, solo perché illustri professori della sua epoca non si degnarono di leggere il suo lavoro innovativo a fondo e i cui meriti furono riconosciuti solo postumi. Ora c'è un premio matematico tra i più prestigiosi in suo onore.L'intero volume è organizzato come un viaggio lungo un anno, in cui ogni mese Du Sautoy affronta un tema relativo alla simmetria e si trova in un posto diverso del globo, con l'obiettivo di mostrare come dalle prime conoscenze matematiche si sia arrivati a completare il grande “Atlante della simmetria”, il cui pezzo di maggior pregio è il “monstrous moonshine”, un oggetto matematico con un numero di simmetrie più grande del numero totale di stelle nell'universo.Siccome Marcus du Sautoy è certamente uno dei matematici più illustri viventi e siccome io ho impiegato tanto tempo a leggere il suo libro, è con somma gioia e innegabile sadica malvagità, che vi mostrerò l'unico errore che ho trovato nel libro (se ce ne sono altri non importa, tanto ho i miei dubbi che saprei apprezzarli...)A pag 239 du Sautoy scrive, relativamente alla piramide del Louvre di Parigi:“Per la loro piramide gli ingegneri hanno sfruttato la forza del triangolo. Ogni faccia triangolare è circondata da un reticolo di triangoli più piccoli.Per coloro che apprezzano i significati numerologici, per costruire la piramide del Louvre sono stati usati 666 pannelli di vetro triangolari”.Eccovi una foto della piramide del Louvre: io vedo dei quadrilateri, non dei triangoli e so per certo che quella dei 666 triangoli è solo una leggenda (alimentata forse da "Il codice da Vinci")
Insomma il viaggio di du Sautoy è stato probabilmente più mentale che reale (confido che sappia riconoscere la differenza tra un triangolo ed un quadrilato a prima vista!), ma in fondo agli scrittori, anche di matematica, qualche licenza poetica è permessa.