L'angolo di Jane

Ancora dalla parte delle bambine - L. Lipperini


Titolo: Ancora dalla parte delle bambine Autrice: Loredana Lipperini Casa editrice: Feltrinelli pag:284 costo: 15 euroT
renta anni fa Elena Giannini Belotti pubblicava “Dalla parte delle bambine”(recensito al post n°389), un libro che metteva in luce come l'educazione femminile fosse fortemente orientata a creare solo buone mogli e madri, non tenendo minimamente conto delle aspirazioni e inclinazioni personali di bimbe e ragazze e di come in generale la femminilità fosse relegata sempre ad un ruolo secondario, inferiore a tutto ciò che veniva invece caratterizzato come maschile.A trenta anni di distanza Loredana Lipperini  torna sulle orme della Belotti per vedere se e quanto qualcosa sia cambiato nel modo in cui vengono cresciute le donne moderne e di come vengano considerate all'interno della società.Mentre l'indagine della Belotti era essenzialmente una inchiesta sul campo, ricavata dall'osservazione di  madri e bambine nel corso del lavoro di insegnante svolto da questa autrice,  Loredana Lipperini, affronta il problema da un prospettiva completamente differente: il libro  si occupa del fenomeno principalmente da un punto di vista mediatico, analizzando nei suoi sei capitoli come  i mezzi di informazione ed educazione (giornali, libri, televisione e internet ) tentino di influenzare la formazione delle giovanissime.Il quadro che se ne ricava è, se possibile, ancora più desolante di quello tracciato dalla Belotti, anzi è talora agghiacciante.Il lavaggio del cervello comincia quasi dalla culla. Ora l'obiettivo non è più diventare solo mogli e madri, ma sembra orientato alla costruzione di una superseduttrice: una donna che tenta di agire nella società solo per le vie traverse del fascino esercitato su un uomo.I modelli da imitare sono personcine del calibro di Paris Hilton o dello spessore culturale delle famose “veline”.Nel quinto capitolo “Contro Hermione Granger” la Lipperini cita  riviste pensate per bambine di quattro anni che contengono consigli di bellezza e di moda (!)  e fumetti per bambine  dove le eroine si danno consigli su come conquistare ragazzi, a cui spesso sono allegati gadget come lucidalabbra e specchietti.Nel contempo viene ancora oggi riproposta l'idea che la femminilità sia in qualche modo inferiore alla virilità.Nelle pubblicità stile mulino bianco sono sempre le madri che servono colazioni, lavano vestiti e puliscono la casa, svolazzando allegre attorno a tavoli dove si rivolgono con ampi sorrisi quasi sempre a figli maschi e a mariti che attendono nullafacenti. Se sono gli uomini ad occuparsi della casa lo fanno (sempre nelle pubblicità) lo fanno solo per scopi seduttivi.In questo mondo edulcorato e rosa riservato alle bambine, qualcuna tenta di sfuggire al proprio destino, talvolta autodistruggendosi: nel sesto capitolo la Lipperini mette in relazione il fenomeno dell'anoressia con il desiderio di non uscire mai dall'infanzia di alcune ragazze, come se mantere un corpo bambino ,senza curve, bastasse a non affrontare il destino “ad ostacoli” riservato alle donne (è una interpretazione interessante, anche se ovviamente l'anoressia ha cause molto complesse)Non è un libro ottimista, ma molte delle cose scritte da Loredana Lipperini sono decisamente illuminanti: moltissimi gli esempi tratti dalla vita quotidiana, tanti gli errori commessi in buona fede da insegnati e genitori. Credo che valga la pena di leggere questo volume come pure quello ancora ahimè attuale della Belotti.PS: tra i tanti esempi di “maschilismo” proposti dalla pubblicità la Lipperini ne cita uno semplicemente esilarante, che fa leva su tutti i cliché nelle differenze fra uomini e donne, tanto cari ai pubblicitari.Incredibilmente in America e Inghilterrara  è stato pubblicizzato, in maniera molto provocatoria, uno snack “per soli uomini”. Questa frase è stata persino stampata sulla confezione, ma in seguito eliminata perché discriminatoria. Si tratta di “Yorkie”, snack proposto come “not for girl”. Ovviamente è una pubblicità molto ironica, ma non so perché qualcuno dovrebbe comprare uno snack “per soli uomini”, è ridicola perfino l'idea! Qui sotto uno degli spot (a me però fa morir dal ridere)