L'angolo di Jane

Trilogia della città di K - Agota Kristof


Titolo: Trilogia della città di K - Il grande quaderno, La prova, La terza menzogna Titoli originali: Le Grand Cahier, La Preuve, La Troisiéme Mensonge Autrice: Agota Kristof Traduzione: Armando Marchi, Virginia Ripa di Meana, Giovanni Bogliolo Casa editrice: Einaudi pag: 379 costo: 10,50 euro
Ci sono libri più verbalmente violenti, più aggressivi, più provocatori, ma  “Trilogia della città di K” batte tutti i record , se esistono, per "concentrazione di cattiveria". Quello della Kristof è un mondo senza speranza, né redenzione, dove non ci sono innocenti, tutti gli uomini sono colpevoli. Il volume è suddivisio in tre racconti: "Il grande quaderno", "La prova", "La terza menzogna", in cui viene narrata, ogni volta in maniera diversa, ribaltando punti di vista, pezzi di trama, reinventando per intero quanto dichiarato vero dai protagonisti, la storia di due gemelli, Lucas e Claus che vivono in un periodo che si può presumere essere attorno alla seconda guerra mondiale  e al dopoguerra  in un paese dell'Est non ben specificato.  Agota Kristof  risiede in svizzera a Neuchatel e scrive in francese, ma ha origini ungheresi, è nata nel 1935 nella città di Csikvánd , da cui è fuggita  a ventuno anni in seguito all'invasione dell'URSS del proprio paese .I tre racconti, raccolti dalla Einaudi in un unico volume, pur costituendo una vera e propria unità letteraria (si tratta infatti sempre della stessa storia narrata da tre punti di vista differenti) furono pubblicati dall'autrice in tre anni diversi, rispettivamente nel 1986, 1988 e nel 1991.Il lettore è continuamente sorpreso dalla scrittrice, che crea prospettive surreali e a loro modo coerenti, per poi trovarsi a rivedere in una nuova luce tutto quanto ha letto, a chiedersi perfino se i protagonisti esistano, se siano solo due, se non ci sia una sola folle voce narrante capace di dipingere mille versioni per la stessa storia. A rimanere costante in tutti e tre i racconti è la follia umana: assassini, violenze, torture, abusi su minori, incesti, una devastante mancanza di umanità. Il significato dell'intero libro può essere racchiuso nella frase che uno dei protagonisti pronuncia proprio sul finire del volume: "Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se é morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di una inutilità totale, è non-senso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l'immaginazione. "Una scrittura perfetta per una storia intensamente noir, in cui ogni riga ha però spesso l'effetto di un autentico pugno nello stomaco. Decisamente non consigliato a chi sia di umore suicida o tendente alla melanconia.