L'angolo di Jane

Causa di forza maggiore – Amélie Nothomb


Titolo: Causa di forza maggiore Titolo originale: Le fait du prince Autrice: Amélie Nothomb Traduzione: Monica Capuani Casa editrice: Voland pag: 114 costo: 14 euroSe le muore inopinatamente un ospite in casa, si guardi bene dall'avvertire la polizia. Chiami un taxi e gli dica di condurla all'ospedale con l'amico che ha avuto un malore. Il decesso verrà constatato appena arrivati al pronto soccorso e lei potrà assicurare, testimone alla mano, che il trapasso è avvenuto durante il tragitto. In questo modo la lasceranno in pace.
Baptiste Bordave viene così ammonito durante un party.Un consiglio davvero strano e apparentemente inutile, fino a che quella sera stessa uno sconosciuto bussa alla sua porta chiedendo di poter fare una telefonata  a causa di un guasto della macchina e muore all'istante mentre il telefono compone ancora il numero. Preso alla sprovvista Baptiste non sa che fare: normalmente telefonerebbe immediatamente ai soccorsi o alla polizia, ma ora il consiglio ricevuto sembra essere quasi la voce del destino. L'uomo decide di fare la cosa più assurda: assomiglia tanto al morto che decide di prenderne il posto. Si impossessa dei suoi documenti, ruba la sua macchina ed entra in una avventura che ha tutti contorni onirici della scrittura nothombiana. I personaggi come al solito si trovano a loro agio nelle situazione più assurde e come sempre trovano il modo di motteggiare su ciò che rende amabile l'esistenza, in particolare su cibo, champagne ed arte. Non mancano i riferimenti autobiografici e chi conosce gli altri libri della Nothomb sorriderà ad esempio vedendo citata una sorella Julie (che è anche il nome della amatissima sorella della scrittrice), o leggendo di un racconto di infanzia che in cui sembra di vedere la Nothomb bambina piuttosto che il protagonista Baptiste. Purtroppo serpeggia, come spesso nei libri della Nothomb che esalta sempre la magrezza, anche lo spettro dell'anoressia. C'è un gran parlare di cibo, ma alla fine viene molto lodato anche il riuscire ad astenersene. In questo sono stata molto impressionata da un capitolo nel quale si parla dell'ultimo pasto dei condannati a morte e a proposito di un uomo destinato a morire sulla sedia elettrica si fa notare che tra le bibite ha scelto di bere una Coca- Cola light.Ha precisato che voleva della Coca light – dissi a Sigrid-Si e allora?-In un momento del genere non si pensa alla propria linea no? Sigrid rifletté un istante prima di rispondere:-Trovo bello preoccuparsi di restare magri il giorno della propria morte.Se non l'avessi già amata, mi sarei innamorato di lei per quella frase.Adoro Amélie Nothomb come scrittrice, le riconosco anche una grande ironia e vorrei vederla in questa frase, ma purtroppo mi suona come una grandissima lode al dio ANA. E' noto infatti che questa autrice ha sofferto per molto tempo di anoressia e che in tutti i suoi libri il grasso è “il male” e la magrezza è il bene. Quindi in definitiva questo è un bel libro, anche molto divertente e ben scritto, ma se avete gravi problemi alimentari io ve lo sconsiglio. Forse la Nothomb non fa altro che prendere in giro sé stessa, è infatti evidente che il materiale autobiografico abbonda nei suoi scritti, ma al fondo dell'ironia se è tale, io non posso fare a meno di vedere un rapporto ancora molto difficile con il cibo.Consigliatissimo invece a tutti quelli che la Nothomb la amano qualunque cosa scriva, anche perché saranno abituati all'esilità della trama, sicuramente secondaria al motteggiare su qualunque argomento.