L'angolo di Jane

Désirée - Annemarie Selinko


Titolo: Désirée Titolo originale:Désirée Autrice: Annemarie Selinko Traduzione: Carlo Picchio Casa editrice: Neri Pozza pag: 765 costo: 15 euro
La rivoluzione francese ha lasciato segni indelebili nella storia, non solo per la dichiarazione dei diritti dell'uomo (un ideale che deve ancora trovare a duecento anni di distanza la sua piena applicazione in tante parti del mondo), ma anche per le tante straordinarie vicende umane che ad essa si accompagnarono. Mai prima di allora, in un periodo di fermenti di idee nella società, nella politica, nell'arte, le capacità personali ebbero tanto risalto, consentendo straordinarie carriere in ogni campo.L'intera struttura società fu scardinata, consentendo ad esempio ad un umile soldato corso di oscuri natali,Napoleone Bonaparte, di divenire rapidamente generale e infine di compiere la più incredibile scalata al potere che la storia abbia mai visto, sia pure al prezzo di calpestare proprio quegli ideali rivoluzionari  di libertà e uguaglianza che lo avevano inizialmente innalzato.Ma quella di Napoleone, non fu la sola straordinaria storia di quel tormentato ed eccezionale periodo. Bernhardine Eugenie Désirée Clary sarebbe stata infatti stata la semplice figlia di un mercante di sete di Marsiglia, destinata al massimo ad un buon matrimonio borghese, se il caso non avesse voluto che la sua vita finisse per intrecciarsi con quello di due degli uomini che sarebbero diventati tra i più influenti d'Europa: il giovane Napoleone, suo primo fidanzato, e il generale Jean-Baptiste Jules Bernadotte, che divenne invece suo marito; il primo destinato ad incoronarsi imperatore di Francia, ed il secondo ad essere adottato dal re di Svezia, divenendo il primo re borghese di quella nazione, fondando una dinastia che prosegue fino ad oggi. L'attuale re di Svezia infatti, Carlo XVI Gustavo, è il diretto discendente del francese Bernardotte e della sua consorte Dèsirée Clary, salita al trono con il nome di Desideria.Annemarie Selinko ripercorre non solo la storia della regina Desideria, ma anche tutta l'epopea napoleonica, vista attraverso gli occhi di una spettatrice privilegiata. Sebbene abbandonata dal suo primo amore, che le preferì la meglio introdotta Joséphine de Beauharnais (che si rivelò fondamentale per la sua carriera), Désirée rimase infatti legata tutta la vita alla famiglia Bonaparte, perché la di lei sorella Julie finì invece per sposare Joseph Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone.Nel libro, scritto in forma di diario, rivive un epoca: dalle grandi speranze della rivoluzione, al repentino ed inaspettato passaggio alla dittatura, fino alla costituzione e alla caduta dell'impero.Il libro della Selinko non ha forse la potenza dell'affresco storico della vita quotidiana del “Guerra e Pace” di Tolstoj (che descrive sì la storia, ma vista dagli occhi di personaggi che storici non sono,) ma offre comunque un punto di vista molto interessante sulla gestione napoleonica del potere e sul modo in cui cercò di costruire il mito di sé stesso. Interessantissimo ad esempio il pezzo in cui viene descritta l'incoronazione di Napoleone da parte del papa, in cui Bonaparte proprio nell'ultimo istante strappa la corona dalle mani del pontefice e si incorona in realtà da solo, decidendo infine di porsi al di sopra della necessità di essere legittimato.Ai personaggi storici e reali, viene sovrapposta dalla scrittrice una personalità molto credibile, attraverso la descrizione di scene che forse in gran parte non avvennero mai, essendo relegate al loro privato e non al lato pubblico della loro vita, ma che contribuiscono a dare spessore alla vicenda e a rendere credibile l'illusione del romanzo storico. Rivivono nelle pagine della Selinko una vanitosissima e affascinante Josephine, un intransigente Bernardotte ed un Napoleone incredibilmente ambizioso, freddo e pronto ad ogni passo per conservare il potere.Napoleone è decisamente una figura più affascinante nelle pagine di Tolstoj, dove non appare mai, che non nelle pagine della Selinko, che ne mostrano invece tutte le debolezze: il narcisismo, la crudeltà, il nepotismo sfrenato che lo porterà ad assegnare ai propri fratelli il titolo di principi dei regni conquistati, ma solo a patto di legarsi a donne imposte dallo stesso imperatore, costringendo persino uno dei propri fratelli a divorziare ed un altro ad emigrare, per essersi rifiutato di abbandonare la propria moglie.Unico vero azzardo storico della Selinko è forse l'aver attribuito al generale Bernardotte, una volta divenuto principe ereditario di Svezia, l'idea geniale che portò alla fine della campagna napoleonica in Russia. Nel romanzo sarebbe infatti l'ex generale francese a suggerire allo zar di incendiare Mosca e di lasciare le truppe francesi senza appoggi e rifornimenti nel cuore del rigido inverno russo, fatto che causò la morte di migliaia di soldati per fame e per freddo, nonché  l'inizio del declino di Bonaparte . Io credo invece, come Tolstoj, che a pensarci fu iil generale Kutuzov, capo dell'esercito russo: un po' perché è giusto dare a Kutuzov quel che è di Kutuzov, un po' perché preferisco non pensare ad un Bernardotte che stermina così spietatamente quelli che erano fino a poco tempo prima i suoi stessi compatrioti.Il libro in ogni caso non si addentra , come fece invece Tolstoj, nella descrizione minuziosa di manovre militari e assomiglia a “Guerra e Pace” soprattutto alla voce “Pace”, cioè a quello che accadde nei salotti , piuttosto che nei campi di battaglia (parte che personalmente ho sempre trovato più interessante nello stesso “Guerra e Pace”).Il libro vale decisamente la lettura, non fosse altro che per conoscere un pezzetto della storia della Svezia che probabilmente è ignoto ai più, oltre che per la bellissima ricostruzione dell'epopea napoleonica vista attraverso gli occhi di una donna che, per quanto salga in alto, non perde mai di vista le proprie origini e sembra stupirsi essa stessa del proprio destino.