L'angolo di Jane

Ironia


Non sempre l'ironia, che in fondo non è altro che la capacità di ridere delle assurdità o delle contraddizioni della vita viene apprezzata. Per me è una qualità fondamentale e paragonerei l'esserne privi all'essere ciechi ai colori o al non sentire i sapori: forse si può vivere e vedere lo stesso senza problemi inaffrontabili, ma manca qualche elemento fondamentale per cogliere l'insieme. In un certo senso dà spessore all'esistenza colmando i vuoti lasciati da quello che sembra accadere senza alcun motivo al mondo. Per quelli che diffidano dell'ironia (ci sono persino movimenti letterari che ne diffidano) ecco a voi un passo da “Kafka sulla spiaggia” di Haruki Murakami, dove “ironicamente”, la necessità dell'ironia scaturisce dall'inevitabilità della tragedia.-Ascoltami, Kafka. Quello che adesso ti affligge è un tema ricorrente nella tragedia greca. L'uomo che non sceglie il proprio destino, ma ne è scelto. Si può dire che sia la concezione alla base della tragedia greca. Però la dimensione tragica – almeno secondo Aristotele – non nasceva dai difetti del protagonista, bensì paradossalmente dalle sue virtù. Capisci ciò che voglio dire? L'uomo non è trascinato nella tragedia dalle sue pecche, ma dalle sue qualità. "L'Edipo re" di Sofocle ne è un perfetto esempio. A causare la tragedia di Edipo non sono pigrizia e stupidità, da cui è immune, ma il coraggio e il senso di giustizia che lo animano. E' da ciò che inevitabilmente scaturisce l'ironia.-Ma non c'è salvezza.-Dipende – dice Oshima-  In alcuni casi non c'è salvezza. Però l'ironia rende l'uomo più profondo, e più grande. E si apre così una via di salvezza ad una dimensione più elevata, dove si può trovare una speranza universale. Ecco perché ancora oggi le tragedie greche sono lette da tanti, e sono considerate uno degli archetipi della creazione artistica. Come ti ho già detto altre volte, ogni cosa nel mondo è metafora. Non tutti uccidono realmente il proprio padre e si accoppiano con la propria madre, è ovvio. Ma attraverso questo dispositivo chiamato metafora, diventiamo partecipi dell'ironia. E' la nostra dimensione più profonda e più grande.PS: vi risparmio il post sul Nobel per la letteratura che quest'anno è andato a Herta Muller, scrittrice tedesca di origini rumene, perché, sinceramente mi sono un po' stufata di scrivere sempre le stesse cose, cioè  riassumendo "E chi è?". Trovo questa cosa  tutto sommato...ironica!