L'angolo di Jane

Strane creature - Tracy Chevalier


Titolo: Strane creature Titolo orginale: Remarkable creatures Autrice: Tracy Chevalier Traduzione: Massimo Ortelio Casa editrice: Neri Pozza pag: 286 costo: 16,50 euro
La storia della scienza è spesso disseminata di scoperte apparentemente piccole che portano poi a grandi rivoluzioni culturali, sovente con echi si ripercuotono anche nel campo della filosofia e dell'arte, fino a divenire patrimonio comune di tutti.Attualmente viviamo in un'epoca intensamente dominata dalla scienza che è divenuta quasi un moderno oracolo di Delfi: l'unica che possa anticipare il nostro futuro.Quasi duecento anni fa però, teorie che diamo ormai per scontate, come il fatto che la terra esista da milioni di anni e che intere ere geologiche si siano susseguite prima che l'uomo apparisse sulla sua superficie. erano ancora in embrione.In “Strane creature” Tracy Chevalier, nota soprattutto per avere scritto il bellissimo romanzo storico “La ragazza con l'orecchino di perla”, si addentra nel mondo dei primi cercatori di fossili, fra i quali brillò, in un'epoca in cui alle donne era riservato in ogni settore ancora un ruolo marginale, proprio una intraprendente ragazza di umili origini, Mary Anning.Partendo da elementi reali della vita della Anning, la Chevalier imbastisce un romanzo ambientato nella Lyme Regis di inizio '800, proprio la stessa cittadina di mare citata da Jane Austen nel suo “Persuasione”, scrittrice che non a caso viene nominata nel romanzo, visto che  alcuni elementi della vita della Austen sono stati evidentemente usati dalla Chevalier per dare consistenza ad un altro personaggio fondamentale per il romanzo, Elizabeth Philpot. “Strane creature” è infatti un romanzo a due voci: da un lato la matura Elizabeth, londinese in esilio a Lyme , insieme alle sorelle,per mancanza di una rendita sufficiente a vivere in una grande città (sorte assai simile a quella della Austen che dovette abbandonare la natia Steventon per una più modesta vita a  Bath), dall'altro la giovane, selvaggia Mary Anning, curiosa e con un grande talento per la ricerca di fossili, ma ancora priva dei mezzi per capire l'importanza del suo lavoro.I due personaggi si alternano nel racconto, ricostruendo la storia di una complessa amicizia, che diverrà man mano più profonda, mettendo in luce sia le difficoltà incontrate dalle due donne, accomunate dall'amore per i fossili e il loro significato storico ancora non pienamente compreso, nel far apprezzare il frutto del proprio lavoro, sia  quelle nello scalfire le certezze di un mondo che cominciava per la prima volta a chiedersi che significato potevano avere gli scheletri di quei “mostri” sepolti nelle rocce. Fino a quel momento infatti, la Bibbia era stata un testo di riferimento persino per gli scienziati ed essa non prevedeva nessuna teoria evoluzionistica, ma solo un mondo immutato dal momento della creazione: Dio era troppo perfetto per creare qualcosa, come le strane creature fossili, per poi distruggerle.La scoperta di fossili sempre nuovi però, stimolata inizialmente solo dal collezionismo di alcuni gentiluomini, ma poi assurta a ruolo di branca importantissima della scienza, cominciò a far scricchiolare le credenze di sempre, aprendo la strada alla fondamentale opera di Darwin “L'origine delle specie” (scritta nel 1859).Naturalmente il romanzo non ha pretese di assoluto realismo: nonostante l'importante ruolo della Anning infatti, ben poco si sa della sua vita privata. Tracy Chevalier ha quindi dato campo libero all'immaginazione, creando una vicenda in cui vengono coinvolti molti personaggi che studiarono i primi scheletri di  ittiosauri e plesiosauri. Anche l'amicizia con Elizabeth Philpot è frutto di una invenzione narrativa, ma in una cittadina piccola come Lyme Regis, che contava appena duemila anime, non si può certo escludere che le due si frequentassero, vista anche la loro passione comune. Jane Austen non ebbe forse un ruolo fondamentale nella scoperta dei fossili, ma sappiamo che conobbe il padre di Mary Anning, che era un ebanista: in una lettera si lamentò del prezzo esorbitante chiesto dal falegname per la riparazione di un baule e finì poi per rivolgersi a qualcun altro. Di certo non avrebbe immaginato che tanto bastasse per farla citare duecento anni dopo in un romanzo!(questo episodio  è raccontato dalla Chevalier nel poscritto dell'opera).Nel complesso il romanzo è interessante soprattutto per il modo in cui l'autrice è riuscita a rendere le difficoltà di affermare le nuove rivoluzionarie idee scientifiche,  in particolare quando a farsene vessillo erano donne, malviste anche solo per il fatto di voler essere indipendenti, ancor prima che per quello che avevano da dire. Forse non intenso come altre opere della Chevalier dal punto di vista emotivo, ma come sempre affascinante per la capacità di calarsi nel momento storico, ricostruendo con attenzione tutti personaggi e le idee dominanti del momento.