L'angolo di Jane

Le anime morte – Nikolaj V. Gogol'


Blog-calendario 2009 - Novembre (arretrato)
Un rogo di libri, le fiamme che divorano parole che sembravano destinate all'immortalità, pochi istanti per distruggere il lavoro di anni. Quale immagine potrebbe essere peggiore per uno scrittore o anche solo per un semplice lettore? Eppure è questo che dovete immaginare se volete andare col pensiero all'inzio e alla fine della carriera di scrittore di Nikolaj Vasil'evič Gogol', considerato dai suoi contemporanei,fra cui Dostoevskij, come pure da coloro che lo seguirono, come un autentico  rivoluzionario nella letteratura russa, il primo a cercare di rappresentare il proprio paese senza nasconderne la corruzione, la decadenza e il dilagare della mentalità capitalista, creatrice di bisogni indotti del tutto velleitari.Il fuoco accompagnò nel 1829 il poema Hanz Küchelgarten,una delle prime opere pubblicate da Gogol' su un giornale moscovita, sotto lo pseudonimo di V. Alov: ricevette così aspre critiche che lo scrittore si vergognò al punto da comprare tutte le copie rimaste invendute e darle alle fiamme.Un simile comportamento può forse essere compreso alla luce del fatto che per tutta la vità Gogol' fu tormentato da una sorta di depressione bipolare: a periodi di grandissima esaltazione, un cui lo scrittore si sentiva onnipotente e a cui forse corrispondono le sue pagine migliori, piene di una sublime cinica ironia, seguivano spesso momenti di intensa depressione, in cui quest'uomo geniale, ma incapace di comprendere sé stesso, era tormentato da spaventosi sensi di colpa che lo portavano a disprezzare i propri scritti. La situazione peggiorò quando Gogol' cominciò a frequentare un gruppo religioso estremamente rigido, i nazareni: i tormenti interiori aumentarono vertiginosamente, principalmente per il fatto che lo scrittore temeva che i propri libri non riuscissero a tramettere quegli ideali di moralità che riteneva dovessero essere la regola di vita di ogni uomo.Nelle intenzioni dell'autore, "Le anime morte" era stato pensato per descrivere la società russa corrotta, decadente e divorata dal capitalismo imperante, attraverso tre punti di vista: un primo libro che avrebbe rappresentato i lati peggiori dell'impero e che sarebbe stato quindi l'analogo dell'inferno dantesco, un secondo volume di transizione verso una forma di redenzione simile al purgatorio, ed infine un terzo tomo dedicato ai lati migliori dello spirito russo e all'ideale paradiso a cui aspirava l'autore per il proprio paese.L'idea originale del volume venne suggerita a Gogol', secondo quanto raccontato dallo stesso scrittore, da Puskin che avrebbe voluto farne un poema, ma vi rinunciò in favore del giovane amico. La gestazione del volume fu lunga e travagliata: inziato nel 1835 venne completato solo nel 1842, dopo essere passato attraverso i tagli della rigida censura zarista.Protagonista è Pavel Ivanovič Čičikov, un funzionario di sesto livello, che ha invano tentato in passato la scalata al successo, in diverse carriere, usando ogni mezzo.  Čičikov è l'emblema stesso della mediocrità e del fallimento, incapace di farsi strada con la corruzione non per scrupoli morali, ma solo perché eventi fortuiti hanno interrotto le attività illecite nelle quali era coinvolto. Nella illusoria speranza di raggiungere l'agognato benessere materiale, l'uomo decide infine di ricorrere ad un mezzo estremo, organizzando una singolarissima truffa. Nella russia dell'800 esisteva ancora la servitù della gleba, una specie di schiavismo per il quale i contandini e gli elementi più umili della società erano legati alla terra sulla quale vivevano ed erano considerati una proprietà di colui che possedeva tale terra. In generale questa sorta di schiavi erano definiti "anime" e la ricchezza di un proprietario terriero veniva misurata non solo dall'estensione dei suoi possedimenti, ma anche dal numero di anime che gli corrispondeva. Gli uomini, a quell'epoca, potevano essere comprati e perfino ipotecati, con il solo vincolo che chi comprava anime doveva anche avere della terra in cui queste potessero vivere.Anche se i contadini morivano,  il proprietario era tenuto a pagare le tasse corrispondenti al numero di anime registrate nell'ultimo censimento.L'idea singolare di  Čičikov per creare dal nulla la propria ricchezza consiste in questo: cercare di comprare "le anime morte" che danno il titolo al libro , cioè i contadini morti dopo l'ultimo censimento, ma non ancora registrati come tali, da chiunque incontri, presumibilmente felice di disfarsene, e poi chiedere un'ipoteca su tali anime, ricevute per pochi soldi o addirittura gratuitamente. Nel suo viaggio attraverso la Russia, alla ricerca di proprietari compiacenti, l'idea di Čičikov si rivela meno facile del previsto: l'uomo sembra rivolgersi sempre alle persone meno affidabili e diffidenti. Il primo volume diviene quindi un grande ironico affresco di un mondo rurale in declino, popolato da personaggi che rappresentano, ognuno a proprio modo, tutti i difetti del popolo russo, divenuto idolatra del denaro.Così man mano che la truffa procede  Čičikov passa dall'essere un individuo oscuro alla venerazione pubblica quando creduto un ricco possidente, parte questa in cui Gogol' fa sfoggio di una straordinaria vena umoristica nel dipingere i vertici di ridicolo degli adoratori del dio denaro. Come si buon prevedere però, la gloria di  Čičikov non è destinata a durare e il suo stratagemma viene presto scoperto, costrigendolo ad una rapidissima fuga proprio dal teatro dei suoi precedenti fasti.Così termina il primo volume, dato alle stampe nel 1842, che ebbe un buon successo e fu molto lodato dalla critica. Nei restanti dieci anni di vita Gogol' si dedicò alla stesura di varie opere pubblicate e al rimaneggiamento continuo del secondo volume delle anime morte.Nel 1852 lo scrittore era quasi giunto a terminarlo e ne aveva dati in lettura vari capitoli ai propri amici, che avevano manifestato il proprio apprezzamento, quando cadde preda di una delle ricorrenti crisi depressive,anche questa volta di natura mistico-religosa.Tormentato dal pensiero dell'indegnità della propria opera Gogol lasciò che le fiamme si affacciassero per l'ultima e definitiva volta nella sua vita: in un impeto di follia bruciò il prezioso manoscritto definitivo, dopodiché, pentito e afflitto, si punì smettendo di alimentarsi. Morì dopo una decina di giorni.La seconda parte del manoscritto perduto è stata ricostruita sulla base di appunti e frammetni incompleti e come tale viene di solito pubblicata: in essa  Čičikov si dedica a nuovi imbrogli, ma incontra anche un personaggio che invece sembra rappresentare una sorta di "buon capitalista", capace di accumulare ricchezze senza essere disumano.Non sappiamo e mai sapremo come sarebbe stato il terzo volume, consegnato per sempre all'oblio con la fine di questo straordinario scrittore, ma nonostante "Le anime morte" non sia mai stato terminato, rimane comunque un romanzo strordinario che non smette nemmeno oggi di essere perfettamente attuale. Ne volete un assaggio? Ditemi se questa è la Russia schiavista dell'800 o l'Italia di oggi, perché in verità è difficile capirlo:" In generale, noi non siamo fatti per la democrazia rappresentativa. In tutte le nostre adunanze, a cominciare dalle assemblee del villaggio e sino a ogni possibile comitato scientifico, se manca un capo a dirigere regna sovrano il caos. Il perché è dificile dirlo: evidentemente il nostro popolo è fatto così, gli riescono bene solo quelle riunioni che hanno come scopo la baldoria e la crapula, vale a dire i club e i vauxhall alla tedesca. Eppure la disponibilità ci sarebbe sempre, per qualsiasi cosa: al minimo alito di vento siamo pronti a fondare società di beneficenza, di soccorso e di chissà cos'altro. Lo scopo è sempre nobile, il risultato zero. Forse dipende dal fatto che ci accontentiamo in fretta, subito all'inzio ci sembra di aver già fatto tutto il necessario. Per esempio abbiamo deciso di istituire una società di beneficenza per i poveri e abbiamo offerto una somma considerevole. Subito, per solennizare la lodevole iniziativa, si organizza un banchetto in onore di tutti i notabili della città, che costa, manco a dirlo, metà della somma raccolta; con il resto si affitta un appartamento lussuoso, riscaldato e custodito, per il comitato esecutivo. A questo punto restano per i poveri cinque rubli, ma nella distribuzione del denaro i membri non sono d'accordo tra loro, e ognuno cerca di tirare dentro un suo parente."Edizione di riferimento"Le anime morte" , Nikolaj V. Gogol Traduzione: Nicoletta Marcialis Casa editrice: Edizioni La Repubblica-L'Espresso pag: 457 costo: 4,90 euro.