L'angolo di Jane

L'importanza delle favole


Secondo un recente studio inglese, citato da questo articolo di Repubblica, circa un bambino di due anni su sei in Inghilterra, e ben uno su quattro se si considerano solo i maschi ,  ha difficoltà nel linguaggio e possiede un vocabolario inferiore a quello ritenuto minimo per la sua età, che dovrebbe comprendere almeno venti parole.Secondo l'articolo di Repubblica, anche i pediatri italiani confermano, secondo quanto è la loro esperienza, quanto riscontrato da quelli inglesi.Sembra che questo problema sia legato al poco tempo che i genitori dedicano al parlare con in propri figli, lasciati spesso da soli davanti alla televisione:questa infatti non aiuta il bambino ad appropriarsi del linguaggio, perché lo lascia in un atteggiamento passivo che non spinge alla comunicazione.Già l'Ottobre scorso era giunta notizia dall'Inghilterra (potete leggere qui un articolo che ne parla) che uno studio condotto fra bambini di cinque anni, mostrava come una percentuale sempre maggiore di essi possedesse un vocabolario così povero da essere considerato adatto a bambini di un anno e mezzo. Questa ricerca evidenziava come questo problema non si presentasse fra quei bambini i cui genitori avevano l'abitudine di leggere o raccontare favole la sera, prima di addormentarsi.Su La7 viene trasmesso S.O.S. Tata, in cui alcune educatrici e psicologhe, indossati i panni a pois di una tata, vengono chiamate come ultima risorsa da genitori disperati, alle prese con figli piccoli e ribelli, renitenti a qualunque tentativo di domarli.  Trovo questo programma semplicemente ipnotico. Mi capita spesso di compiangere inizialmente gli sfortunati genitori di simili demonietti, che, sebbene armati delle migliori intenzioni e pieni di affetto per i propri figli, sembrano totalmente incapaci di avere il minimo potere di controllo sulle proprie creature. Dopo l'arrivo della tata però, diviene chiaro che sono i genitori a fare degli errori, di cui nemmeno si accorgono, fra cui il più frequente è  quello di non parlare con i propri bambini, non giocare con loro, non leggere mai loro una favola, non interessarsi al loro piccolo mondo. Infatti, anche se nelle varie puntate cambiano le strategie utilizzate, sembra che ce ne sia sempre una vincente: leggere le favole ai bambini, lasciandoli anche fare domande, interrompendo se necessario: l'importante è che i genitori passino del tempo a parlare con loro.Non so che validità scientifica abbia il programma, ma se mi facessero vedere qualcuno che cammina sulle acque non lo troverei più stupefacente di come queste tate riescano a cambiare totalmente lo stile di vita di alcune famiglie disperate.La mia esperienza personale, come figlia, se può interessarvi, supporta la teoria che le favole aiutino nello sviluppare correttamente il linguaggio: penso di aver sentito raccontare da mia madre almeno qualche centinaio di versioni differenti di "Cappuccetto Rosso", "Biancaneve", "Cenerentola" e soprattuto "I tre porcellini", che vince il premio favola con maggiori variazioni sul tema, visto che alla mia genitrice piaceva fare cambiamenti, per rendere la storia più interessante. Il risultato è stato che a scuola me la sono sempre cavata piuttosto bene in italiano.Aggiungo comunque che non avevo nemmeno un anno e già mia madre aveva comprato una enciclopedia generale in venti volumi,una sugli animali in quattro tomi, la racolta de "I quindici"  e un numero imprecisato di libri di favole e fiabe. Quindi se vi sembra che esageri con la lettura, potete anche dare la colpa a lei!Per tornare all'argomento di questo post, sebbene io non abbia esperienza personale come madre, e mi renda conto che i consigli di questo tipo vengano presi con diffidenza da chi invece deve quotidianamente avere a che fare con dei bambini (a volte mi sembra sia come maneggiare bombe a mano), mi sembra evidente che sia davvero importante, per la loro educazione, passare del tempo a leggere loro favole e fiabe o anche solo a raccontarle a memoria (la lettura aiuta a raccontare usando un italiano corretto) per fare in modo che sviluppino in maniera adeguata le proprie abilità linguistiche e, aggiungo io, la propria fantasia, la sicurezza in sé e a sentire di essere amati e considerati dai propri genitori!