L'angolo di Jane

Libri che cambiano


Non tutti i i libri sono uguali, ma soprattutto non tutti i libri fanno lo stesso effetto. Dopo aver letto qualcosa di splendido si è pronti a saccheggiare librerie e biblioteche, mentre i libri scritti male lasciano scontenti e depressi, con un vago mal di mare che impedisce una nuova scorpacciata di volumi. I libri sono un po' come medicine, che possono fare bene o male.C'è una scrittrice che ha espresso mirabilmente questo concetto, Amélie Nothomb, che nel suo "Igiene dell'assassino", un libro perfetto che meriterebbe per ogni riga una citazione, fa pronunciare allo scrittore Prétextat Tach, un uomo che vive isolato da anni e sta rilasciando una intervista, le seguenti parole:"Pensavo che tutti leggesero come me; io leggo come mangio: questo non significa solo che ne ho bisogno. Significa soprattutto che entra nelle mie componenti e le modifica. Non si è gli stessi se si mangia sanguinaccio o caviale; allo stesso modo non si è gli stessi se si è letto Kant (Dio ne scampi) o Queneau. In realtà quando dico "io", dovrei dire "io e qualche altro", perché la maggior parte della gente emerge da Proust o da Simenon in uno stato identico, senza aver perduto una briciola di ciò che erano e senza aver acquisito una briciola in più. Hanno letto, ecco tutto: nel migliore dei casi, "sanno di che cosa parla". Non pensi che esagero. Quante volte ho domandato a persone intelligenti: "Questo libro vi ha cambiato?" E mi hanno guardato, gli occhi sgranati, con l'aria di dire: "Perché avrebbe dovuto cambiarmi?""Mi permetta di stupirmi, signor Tach: lei ha parlato da difensore dei libri 'a messaggio', cosa che non le assomiglia.""Lei non è particolarmente sveglio, eh? Crede quindi che siano i 'libri a messaggio' a poter cambiare un individuo? No, i libri che segnano e che trasformano sono gli altri, i libri di desiderio, di piacere, i libri di genio e soprattutto i libri di bellezza. Guardi, prendiamo ad esempio un grande libro di bellezza:  'Viaggio al termine della notte'. Come non essere un altro dopo averlo letto? Ebbene, la maggioranza dei lettori superano quel tour de force senza difficoltà. Dopo ti dicono:'Ah, sì, Céline è formidabile' e poi tornano ai fatti loro. E' evidente, Céline è un caso estremo, ma potrei citarne altri. Non si è mai gli stessi dopo aver letto un libro, anche se è modesto come un Léo Malet: ti cambia, Léo Malet. Non si guardano più come prima le ragazze con l'impermeabile, quando si è letto Léo Malet. E' molto importante! Modificare lo sguardo: è questa la nostra opera più grande"[citazione da "Igiene dell'Assassino", Amélie Nothomb, traduzione: Biancamaria Bruno, editore: Guanda N.B: esiste, come tutte le opere di Amélie Nothom, anche in edizione Voland, casa editrice che ne cura quasi tutte le prime edizioni in Italia]
Colgo inoltre l'occasione per segnalare la ripubblicazione di un libro di una scrittrice i cui volumi non vengono dati alle stampe da molti anni: "Noi credevamo" di Anna Banti, in edizione Mondadori. So che i libri di questa autrice sono piuttosto rari e in gran parte introvabili, se non nelle biblioteche. Ho iniziato a leggerne le prime pagine ieri sera e, benché in realtà avessi iniziato prima un altro libro, non riuscivo a staccarmi dalle pagine per tornare alla mia "lettura ufficiale". Credo meriti davvero, di sicuro ne leggerete una recensione su queste pagine prossimamente!