L'angolo di Jane

Nobel per la letteratura 2010 a Mario Vargas Llosa


Quegli accademici svedesi della commissione del Nobel devono essere proprio dei gran burloni: dopo aver assegnato per diversi anni di seguito il prestigioso premio per la letteratura ad illustri sconosciuti (da Le Clézio a Herta Muller), quasi tutta la stampa internazionale si aspettava anche quest'anno di dover celebrare qualche scrittore mai sentito nominare. Nell'attesa giornali e blog letterari si sono buttati a fare pronostici sui nomi più improbabili, tutti accomunati dalla una assoluta mancanza di celebrità. "Potrebbe vincere il poeta svedese Tomas Tranströmer " diceva qualuno, "No, no, troppo noto, secondo me è lo scrittore keniano Ngugi wa Thiong'o " spergiurava qualcun altro."Ma vuoi vedere che stavolta lo danno davvero a Philip Roth?" insinuava timidamente qualche incrollabile, di quelli che magari giocano al Lotto sempre la stessa terna, finché non esce.E invece... (me li immagino quegli studiosi tutti tirati in pubblico, che si sfregano le mani con sorrisetti di cupida malvagità, mentre in privato progettano come buggerare la stampa...)...E invece no!A vincere è stato proprio uno scrittore famoso, anzi quasi popolare, di quelli che tutti hanno sentito nominare: il peruviano Mario Vargas Llosa.Con questa nomina gli accademici svedesi hanno ottenuto ben due obiettivi: hanno nominato qualcuno che nessuno si aspettava, proprio perché famoso, e infine hanno dato il premio ad uno scrittore non europeo, dopo anni di assegnazioni eurocentriche (se vogliamo includere fra gli europei anche  il turco Oran Pamuk, visto che la Turchia è così vicina). Forse in quest'ultimo punto la cosa è riuscita solo in parte, visto che Llosa (classe 1936) ha attualmente anche la cittadinanza spagnola, si tratta comunque del primo premio Nobel per la letteratura assegnato ad un peruviano.Le motivazioni del premio assegnato dalla commissione svedese sono state (cito da Corriere.it):" per la sua cartografia delle strutture del potere e per la sua acuta immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell'individuo".Tra i libri di maggior successo di Vargas Llosa:"La città e i cani" (1963)"La zia Giulia e lo scribacchino" (1977)"Il caporale Lituma sulle Ande" (1993)"Avventure della ragazza cattiva" (2006)e numerosi altri, tutti pubblicati da Einaudi.Quest'anno mi congratulo con me stessa e mi autostringo le mani: finalmente conoscevo lo scrittore premiato!Allo stesso tempo, faccio la mia solita figurina: non ho letto niente di suo! Non posso dire di essere una grande appassionata di letteratura sudamericana (sono piuttosto anglofila e perfino un po' eurocentrica, come gli svedesi), ma conto di rimediare! Del resto sappiamo bene che da oggi in poi le librerie saranno inondate da libri di Mario Vargas Llosa, non sarà un problema procurarsene uno!