L'angolo di Jane

Il malinteso - Irène Némirovsky


Titolo: Il malinteso Titolo originale: Le Malentendu Autrice: Irène Némirovsky Traduzione: Marina Di Leo Casa editrice: Adelphi pag: 190 costo: 12,00 euro
"Il malinteso", pubblicato per la prima nel 1926 su una rivista, è il primo romanzo di Iréne Némirovsky, scritto quando la scrittrice aveva appena 23 anni. Fu  solo dopo il successo di David Golder  però (recensito nel post n° 460), pubblicato quattro anni dopo, che "Le Malentendu" fu nuovamente ristampato in volume, come prova del talento già dimostrato in età ancor più tenera da una scrittrice la cui maturità artistica superava ampiamente quella anagrafica.A fare da sfondo a questa opera prima è il mondo dell'alta società francese, visto come di consueto con occhio disincantato e cinico, capace di coglierne  le piccole e grandi ipocrisie, tutte nate da quello che sembra essere idolo e ossessione comune a coloro che vi appartengono: il denaro.Al centro della storia c'è la passione adulterina fra Denise, giovane ed ingenua donna sposata ad un ricco faccendiere, ed Yves, trentenne scapolo, annoiato e deluso, che rimpiange le ricchezze della famiglia d'origine, ormai in gran parte perdute.La passione fra i due sboccia e cresce, banalmente, durante le vacanze, estive sul lido di Hendaye, apparentemente senza ostacoli. Le cose cambiano quando i due decidono di continuare a frequentarsi anche al ritorno a Parigi: allora la differenza fra lo stile di vita ozioso e tranquillo di Denise, e la cronica mancanza di denaro di Yves, troppo orgoglioso per ammettere i propri problemi  finanziari, comincia a logorare il rapporto, in cui si insinuano malumori e malintesiLa differenza fra Denise ed Yves non è solo di censo: è l'abisso che separa chi non ha un pensiero al mondo se non l'amore, da chi invece deve guadagnarsi con afflizione il pane quotidiano, per cui l'attaccamente ad una donnna di un classa sociale diversa è un lusso economico e morale, tanto da far sbottare ad Yves:"Con lei" pensò Yves con insolita irritazione "bisognerebbe essere sempre psicologicamente in smoking. E io ahimè non posso permettermelo..."Quella descritta da Némirovsky non è certo una indomabile passione romantica, ma un amore terreno e comune, su cui agisce lo stillicidio della quotidianità dei problemi materiali.Se da un lato Denise non capisce perché il suo amante sembri evitarla, quando a trattenerlo è principalmente la mancanza di denaro, dall'altro Yves non riesce ad ammettere altra afflizione morale che la propria, incapace di capire l'inquietudine  e il profondo sconforto in cui l'insperta Denise viene lasciata dall'insofferenza di Yves alle sue rimostranze.Ovviamente il contrasto è insanabile, perché quello tra Yves e Denise ha solo la forma del sentimento, ma non la consistenza: sembra più un antidoto alla noia dell'esistenza, uno dei tanti giochi di società a cui dedicarsi per passare il tempo, che non qualcosa nato da una insopprimibile esigenza affettiva. La vita da amanti ha poche, ma inderogabili necessità: essera la centro dei pensieri altrui, provare un brivido allo squillare del telefono, domandarsi ogni giorno se non sia l'ultimo di una storia, per poi dirsi al venir meno di tutto " Ecco...è finita. Io non lo sapevo che era quella la felicità... E ora è finita". Di Iréne Nèmirovsky ho recensito anche:JezabelDavid GolderIl calore del sangueL'affare Kurilov