L'angolo di Jane

Il cimitero di Praga - Umberto Eco


Titolo: Il cimitero di Praga Autore: Umberto Eco Casa editrice: Bompiani pag: 523 costo: 19 euro
Bisogna coltivare l'odio come passione civile. Il nemico è l'amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L'odio è la vera passione primordiale. E' l'amore che è una situazione anomala. Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell'amico... Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio. L'odio riscalda il cuore.Queste le parole con cui una spia russa spiega a Simone Simonini, il protagonista de "Il cimitero di Praga" la necessità di cercare sempre un capro espiatorio quando si persegue un fine politico: qualcuno su cui far convergere l'odio nazionale per dirigere abilmente le attenzioni dell'opinione pubblica il più lontano possibile dalle abili mani dei manipolatori e, allo stesso tempo, creare un senso di identità cementato dalla forza della paura e del pregiudizio, qualcuno insomma su cui far ricadere tutte le colpe se qualcosa va male.Bersaglio principale dell'odio scatenato per fini politici e manipolatori in questo volume, le cui vicende si svolgono nell'Europa della seconda metà dell'800, principalmente tra Italia e Francia, sono soprattutto, ma non solo, gli ebrei, vittime di uno dei più grandi e complessi episodi di "falso" nella storia della comunicazione: la creazione dei cosiddetti "Protocolli dei Savi di Sion", un documento che illustrava un presunto complotto ebraico per la conquista del mondo che si diffuse soprattutto nei primi decenni del '900, ma la cui origine, ci illumina Umberto Eco, affonda la propria storia in un mare di pubblicazioni ottocentesche, scopiazzate spesso l'una dall'altra, e usate per diffamare i più diversi bersagli.
Il cimitero di Praga, da cui il titolo del libro, non è infatti il luogo di ambientazione del romanzo, ma quello scelto per  la riunione dei saggi dall'ideatore dei protocolli: nel mezzo della notte, circondati da un mare di lapidi scomposte, in un luogo tetro e suggestivo che esiste davvero (leggete su wikipedia la storia del cimitero di Praga, è interessante), dodici "capi" ebrei si riuniscono e stabiliscono cosa fare per "soggiogare" l'umanità e cioè...tutto e il contrario di tutto! Eppure uno scritto così pieno di contraddizioni, e così palesemente ridicolo da far sembrare incredibile che qualcuno abbia davvero potuto prenderlo sul serio, fu invece ritenuto vero (compresa l'assurda riunione notturna nel cimitero!) da molte persone e fu persino citato da Hitler nel Mein Kampf.Ma quella dei protocolli è solo una, sebbene sia la principale, delle storie di falso clamoroso a cui contribuisce o in cui si imbatte il protagonista Simone Simonini, mentre contemporaneamente spreca nell'odio la propria vita,  e attraversa mezzo secolo di storia: notaio corrotto, abile falsario, finto patriota, spia, assassino, fabbricante di documenti contraffatti e artista del depistaggio e del complotto, Simonini lavora per tutte le bandiere, sempre pronto a passare al servizio del potente di turno.Il libro è strutturato come una sorta di finto diario, scoperto da uno sconosciuto narratore onnisciente che li introduce e ricostruisce o riassume per il lettore le parti mancanti fra una pagina e l'altra degli scritti. Le pagine di Simonini, però, si alternano a quelle di un altro individuo,l'abate Dalla Piccola, che sembra vivere nella stessa casa, usare lo stesso diario ed essere presente solo nelle ore in cui Simonini è assente. Il diario stesso non è che un tentativo di ritrovare la memoria perduta da parte di Simonini, scopo per il quale comincia a raccontare la propria vita dall'infanzia fino al 1897, anno in cui è situato il suo presente. Naturalmente il lettore intuisce immediatamente che i due non sono altro che la stessa persona, ma il motivo della scissione della psiche di Simonini è ignoto, e verrà rivelato nella lunga narrazione di una vita fatta di inganno e tradimento di un uomo che disprezza tutti, anche sé stesso, ed ha come unico piacere il cibo.Dalla spedizione dei Mille di Garibaldi alla scomparsa misteriosa dello scrittore Ippolito Nievo, fino al caso Dreyfus, il falso serpeggia nella storia e Umberto Eco ce lo addita abilmente, rispolverando e incorporando nel nucleo centrale dell'intreccio addirittura
un episodio di "beffa" giornalistica che forse non ha eguali nella storia: l'invenzione da parte dello scrittore francese Léo Taxil di una finta sacerdotessa pentita della massoneria, Diana Vaughan, le cui confessioni, che descrivevano riti satanici praticati dai massoni, del tutto inventate da Taxil stesso, vennero pubblicate a puntate, riscuotendo un grandissimo successo. Gli ambienti cattolici, da sempre ostili ai massoni, applaudirono al presunto coraggio della Vaughan: il papa dell'epoca, Leone XIII,che ingoiò l'esca con tutto l'amo, scrisse a Diana Vaughan per darle il suo sostegno e ricevette in udienza pubblica Taxil. Teresa di Lisieux, che divenne nota con il nome di Teresa del Bambin Gesù, oggi considerata una delle maggiori sante della Chiesa Cattolica, scrisse che Diana Vaughan era la Giovanna d'Arco dei  tempi moderni. Il tutto naturalmente senza che nessuno vedesse mai sul serio Diana Vaughan, perché non solo tutte le storie raccontate da Taxil erano false, ma la stessa Vaughan non era mai esistita, come rivelò infine Taxil: l'uomo sostenne di aver voluto vedere quanto fossero creduloni i cattolici.Questo episodio, che in fondo può persino essere considerato divertente, viene però reinterpretato da Umberto Eco in una chiave molto più nera, come davvero nero è tutto il volume, che scava a fondo in una rete di pregiudizi che ha scavalcato i limiti ottocenteschi e ha causato quel buco nero di odio che sono state le persecuzioni razziali, con tutte le conseguenze i cui strascichi si prolungano ancora oggi.Tutti gli episodi storici descritti nel volume, sebbene reinterpretati romanzescamente da Eco per inserire Simonini in quasi tutti i maggiori complotti ottocenteschi, sono fatti documentati e realmente accaduti, come pure sono esistiti quasi tutti i personaggi citati: ad essere inventato è solo  Simone Simonini (e così il suo doppio Dalla Piccola), anche se è davvero esistito un Giovan Battista Simonini, nonno del protagonista.Il libro è ricco di illustrazioni, quasi tutte appartenenti alla collezione privata dello scrittore, inserite per illustrare situazioni o personaggi: sono cioè stampe storiche, riutilizzate da Eco per integrare il libro,tutte molto belle, peccato solo che manchino delle didascalie che spieghino l'origine autentica delle stesse o la data in cui sono state realizzate (sarebbe stato interessante conoscere l'origine del materiale).Il libro è, ovviamente, molto interessante: un utile corso accelerato di come si mette in piedi un complotto e di quanto grande possa essere la credulità popolare. Lascia però con l'inquietante sensazione che la storia di Simonini, come dice lo stesso autore, sia tuttora in corso e che tanti abili falsari dell'informazione ci rendano spesso creduli come lo erano i nostri antenati.