L'angolo di Jane

Solomon Kane - Robert E. Howard


Titolo: Solomon Kane Titoli originali: Skulls in the Stars, The Right Hand of Doom, Red Shadows, Death's Black Riders, Rattle of Bones, The Castle of Devil, The Moon and the Skulls, The One Black Stain, Blades of Brothehood, The Hills of the Dead, Hawk of Basti, The Return of Sir Richard Grenville, Wings in the Night, The Footfalls Within, The Children of Asshur, Solomon's Kane Homecaming Autore: Robert E. Howard Traduzione: Gianni Pilo Casa editrice: Newton Compton pag: 256 costo: 4,90 euro
Innanzitutto una premessa: indipendentemente da qualunque cosa sia stata scritta sulla copertina dalla Newton Compton, che recita "Da questo romanzo il film con Michael J. Bassett con James Purefoy e Max Von Sydow", questo NON è un romanzo, ma una raccolta di racconti,  in gran parte dati alle stampe dal 1929 al 1932 sulla rivista americana Weird Tales, pubblicazione dedita a racconti fantasy e dell'orrore, tuttora in attività e resa famosa fin dagli albori da scrittori del calibro di H.P. Lovecraft.Solomon Kane, puritano del XVI secolo, alto, segaligno, perennemente vestito di nero e agitato da un insaziabile desiderio di punire i malvagi per i loro crimini, non è forse il più famoso dei personaggi di Robert E. Howard, noto soprattutto per aver creato  Conan il barbaro, reso famigliare al grande pubblico da due film di grande successo realizzati negli anni '80. Al contrario del personaggio più celebre dello scrittore inoltre, a Kane non  è mai nemmeno stato dedicato un vero e proprio romanzo, ma solo racconti o poesie, alcuni pubblicati solo postumi, a causa certamente della prematura morte di Howard, suicidatosi ad appena 30 anni.Tanto è bastato però per creare una sufficiente impronta nell'immaginario collettivo da ispirare diversi fumetti, un recente film e persino il tentativo di alcuni scrittori di completare il ciclo di "Solomon Kane", aggiungendo racconti in grado di collegare fra loro gli scritti originali e frammenti rimasti incompiuti. In alcuni racconti appaiono infatti gli stessi personaggi, o si fa cenno a una missione affidate a Kane, lasciando intravedere un possibile filo conduttore fra i diversi episodi.
Nelle storie ideate da Howard  Solomon Kane è in costante viaggio per il mondo, dall'Inghilterra alle foreste africane, animato più che da un vero e proprio spirito di avventura, dal presentimento che i suoi passi siano guidati da una volontà superiore, desiderosa di portare ai malvagi un assaggio della collera divina.Nonostante Kane sia spesso riconosciuto immediatamente come puritano, non si può certo dire che il suo motto sia "porgi l'altra guancia", quanto piuttosto "prendi questa sberla". Lo stesso personaggio, in effetti, riconosce di essere forse troppo incline alla violenza per essere davvero senza colpa, ma se Solomon Kane avesse un principio ispiratore sarebbe "brucerò all'inferno, ma pagherai per i tuoi crimini, dovessi seguirti in capo al mondo".I racconti hanno uno schema tipico: un debole o un oppresso hanno subito un grave torto, tale da rasentare un vero e proprio oltraggio alla stessa umanità; al colmo dello sdegno (che raggiunge il masssimo picco se si tratta di una fanciulla indifesa, oltraggiata nell'onore) Solomon Kane promette di vendicare la vittima per il torto subito, dopodiché niente e nessuno può mettersi fra Kane, vero e proprio braccio armato della giustizia divina, e il bersaglio della sua collera. Possono volerci anni, potrebbe essere necessario attraversare oceani e continenti, ma chi finisce nella lista nera di Solomon Kane è spacciato: niente può fermare un puritano incavolato!Paradossalmente, nonostante la sua sacra furia, tranne che nel racconto"La luna dei teschi", Kane non riesce mai a salvare davvero coloro che reclamano giustizia, che finiscono comunque per soccombere al male,  quindi più che essere un supereroe è piuttosto un super-Vendicatore dall'animo incorruttibile. Infatti i malvagi, una volta braccati da Kane, possono provare in tutti i modi a placare le ire del puritano, ma tutto risulta inutile: vane sono le offerte di immense ricchezze, di regni e potere e perfino dell'amore di donne bellissime, diaboliche e discinte, nessuno puà distogliere Solomon Kane dal compiere il proprio dovere (e qui totalmente fuori tema, lasciatemi dire che ci vorrebbero più Solomon Kane di questi tempi!).
I racconti di Howard hanno certamente non pochi difetti: sono pieni di cliché, rasentano talvolta il ridicolo nell'estremizzazione dello scontro tra buoni e cattivi, ricalcano sempre lo stesso schema, sono storicamente poco accurati: Kane ad esempio cita, nel XVI secolo, e da ultrabigotto puritano, teorie darwiniste sull'evoluzione che dovrebbero essergli non solo sconosciute, ma giudicate certamente inaccettabili alla luce della stretta aderenza della sua religione ai precetti biblici; oppure si fa riferimento ad una "alimentazione proteica", altro concetto totalmente estraneo ad un vero uomo del '500.Tuttavia, nonostante quelli che sarebbero per altri forse peccati imperdonabili, questo scrittore ha altri rari pregi:  possiede innanzitutto davvero un bellissimo stile, molto evocativo, capace di rendere in pochi tratti le atmosfere cupe, malinconiche ed esotiche scelte come sfondo per le avventure del suo personaggio; in secondo luogo ha una sfrenata fantasia, capace di intrecciare alle vicende del suo paladino miti e leggende in una chiave estremamente originale, che si contrappone splendidamente alla parte più "ovvia" e manichea  della sua scrittura: vampiri, arpie, saggi e  misteriosi selvaggi (indimenticabile la figura dell'uomo-feticcio N'Longa che appare in "Ombre rosse", il primo racconto apparso su Weird Tales, e in altri racconti a questo collegato), e perfino vicende legate a Salomone, il più nobile e antico degli omonimi di Kane, vengono utilizzati da Howard in modo da creare un mondo capace ancora di affascinare e stupire.Un autentico peccato che la vita di Robert E. Howard sia terminata troppo presto: certamente Solomon Kane era sulla buona strada per raggiungere una più completa maturità come personaggio in un romanzo di maggiore lunghezza, dove forse tanti dei suoi difetti sarebbero stati limati e dove  avremmo potuto sapere di più del suo passato  e della sua sete di giustizia (e vendetta!).Stando così le cose però, non ci resta che immaginare un Solomon Kane ancora in viaggio, in cerca del prossimo malvagio da punire, di un nuovo mondo da scoprire, come lascia intravedere il poema che chiude il volume che, anche se si intitola "Solomon Kane torna a casa" termina con i versi:"Solomon Kane riprende la sua strada,e nessuno sa dir dove sia andato.In cima alla collina, fra le brume,la luna rivelò la sua figura.Nell'aria scese l'eco di un richiamoche col vento guidava alla ventura."