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L'angolo di Jane

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L'ANGOLO DI JANE

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Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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I duellanti - Joseph Conrad

Post n°956 pubblicato il 06 Gennaio 2013 da bluewillow
 

Titolo: I duellanti Titolo originale: The Duel Autore: Joseph Conrad Traduzione: Leonardo Gandi Casa editrice: E/O pag: 112 formato: e-book costo: 0,99 €

Il 6 Gennaio 1907, secondo quanto riportato nella postfazione di “I duellanti” da Leonardo Gandi, Joseph Conrad si trovava  a Montpellier, nel sud della Francia, quando sotto gli occhi gli capitò una copia di un giornale locale, “Le Petit Méridional”, che riportava in breve, sotto il titolo “Le duel mysterieux”, la notizia di un duello fra due parigini che veniva paragonato ad un altro simile che aveva riguardato, molti anni prima, due ufficiali francesi dell'esercito napoleonico, che si erano sfidati più volte, nel corso del tempo, per motivi futili.
La fervida fantasia di Conrad trovò lo spunto per un racconto davvero insolito nella produzione dello scrittore, che declina il sempre amato tema degli incontri fatali con il destino in una chiave sottilmente e finemente umoristica, abbandonando per una volta la predilezione per il dramma puro.

Protagonisti di “I duellanti” sono due tenenti napoleonici, D'Hubert e Feraud, che finiranno per sfidarsi a più riprese, in una sorta di duello interminabile nel corso di quindici lunghi anni, attraverso cui passeranno la giovinezza e la maturità, l'ascesa e la caduta di Bonaparte, ed infine l'avvento della restaurazione.
All'origine dell'interminabile sfida ci sarà una specie di non-motivo, così sciocco e così poco credibile, che sia D'Hubert che Feraud ne taceranno sempre l'origine, alimentando la leggenda che esso sia in verità un segreto così oscuro da non poter essere rivelato.
Per essersi battuto in maniera cruenta con un civile, Feraud deve infatti essere messo agli arresti nel suo alloggio dal tenente D'Hubert. Non trovandolo nella sua abitazione, D'Hubert cerca e trova Feraud ad una festa elegante.
Il piccolo guascone Feraud, incline a sguainare facilmente la spada, si sente offeso nell'onore dall'arresto dell'alto e biondo D'Hubert proprio mentre si sta divertendo e lo sfida battersi, ma questo ovviamente trova ridicolo scontrarsi in duello con qualcuno messo agli arresti proprio per duello. Feraud però non vuole sentire ragioni: invano D'Hubert, semplicemente incredulo, tenterà di sottrarsi alla sfida, volente o nolente Feraud lo trascinerà in uno scontro, nel quale infine, ubriaco, avrà la peggio.
Il duello sarà il solo il primo di una serie di rivincite nelle quali, nel corso di lunghi anni, Feraud e D'Hubert si troveranno ad affrontarsi, soprattutto ad opera di un malinteso senso dell'onore da parte di Feraud.
Più volte a D'Hubert verrà richiesto il motivo dell'odio di Feraud, ma egli sarà semplicemente incapace di esprimerlo: ha un imperterrito, fatale nemico, ma non ha idea del vero perché.
I due ufficiali verranno promossi, si troveranno in condizioni disperate nelle peggiori campagne napoleoniche e finiranno perfino per coprirsi le spalle l'un l'altro, ma nulla riuscirà a far desistere Feraud dall'odiare D'Hubert e dal volerlo sfidare.
Il dissapore infinito fra i due finisce per assomigliare ad una contorta forma d'amicizia, come se la vita valesse solo per il fatto di aver qualcuno che costantemente pensa, sia pure odiando, l'altro.
Dirà infatti D'Hubert di Feraud: "E' straordinario come quell'uomo, in un modo o nell'altro, sia riuscito a legarsi ai miei sentimenti più profondi"

Il destino sembra aver unito nell'inimicizia Feraud e D'Hubert ed il destino farà in modo che i loro scontri non siano d'ostacolo a D'Hubert, ma paradossalmente ne favoriscano invece la carriera.
Come sentendo di dovere qualcosa alla fedeltà dei sentimenti di Feraud, D'Hubert che è riuscito ad entrare nei favori del regime che ha soppiantato Napoleone, finirà addirittura per salvargli  la vita, sottraendolo ad una certa condanna a morte per aver troppo fedelmente servito l'imperatore: dopo tanto tempo come potrebbe D'Hubert rinunciare al suo nemico? Sarebbe poco onorevole! E come lo ricompenserà Feraud, che però non verrà mai a sapere di quel gesto generoso? Ma ovviamente sfidandolo ancora!
Il duello infinito giungerà ad un epilogo proprio quando D'Hubert troverà l'amore, un sentimento che occuperà lo spazio riservato a Feraud nella vita del suo avversario, e lo scontro avrà il suo duello finale, di cui non rivelo l'esito, ma che io trovo deliziosamente umoristico.

Questo racconto di un Conrad ineditamente leggero, è geniale nel descrivere l'indescrivibile: il sentimento che si prova ad avere un nemico per nessun motivo al mondo, ma la cui presenza, come l'ombra che fa risaltare la luce, è in qualche modo necessaria, perché lo sforzo di una lunga lotta finisce per cambiare al punto le persone che esse non sarebbero più le stesse se la lotta stessa non fosse mai avvenuta.
Allo stesso tempo lo scontro fra i due tenenti è il simbolo di quello fra le forze della restaurazione e napoleoniche: anch'esse interdipendenti e modellatesi l'una sull'altra, entrambe necessarie alla storia.

Da “I duellanti”, Ridley Scott ha tratto nel 1977 il suo primo film, dall'omonimo titolo.

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