Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Consigliati per te - racconto di Blue Willow

Post n°1003 pubblicato il 01 Marzo 2013 da bluewillow
 

Il suono del telefono rimbombò a lungo nel piccolo appartamento di Klaus Boch, prima che l'uomo si decidesse ad aprire gli occhi definitivamente, uscendo dallo stato di semiveglia, nel quale si agitava da qualche istante, a causa del rumore, per prendere coscienza del fatto che qualcuno stava cercando di contattarlo, con insistenza, alle tre del mattino.
Con gesti lenti e incerti allungò la mano verso il cellulare sul comodino e con voce impastata chiese “Pronto?” con tono che cercò di rendere perentorio, ma che in definitiva fu solo confuso.
Una  acuta, sibilante, rabbiosa voce femminile riempì le orecchie di Klaus , ma ci volle ancora qualche secondo prima che si rendesse conto che la donna non stava parlando in tedesco, la sua lingua, ma in inglese con un pesante accento cinese.
Ripetè allora la parola “Pronto?”, come se questo potesse far ripartire da capo una immaginaria registrazione delle parole già sentite, al fine di decifrarle, ed in un certo senso fu quello che avvenne, perché riuscì finalmente a capire cosa gli veniva detto.
“Pronto, signor Boch, mi sente?” finalmente riuscì ad udire in modo distinto.
“Sì, la sento. Con chi parlo?” rispose.
“Sono Marta Lu, responsabile amministrativo della HKIB, Hong Kong International Bookshop. Lei ha realizzato per noi il programma “Il tuo libraio consiglia”.  Il suo programma sta combinando un disastro signor Boch, è letteralmente impazzito. Deve fare qualcosa al più presto. Sta letteralmente rovinando i nostri affari”.
Klaus cercò di mettere insieme i pezzi: qualche tempo prima aveva realizzato, per una grande libreria online, un programma che consigliava libri ai naviganti, basandosi sui loro gusti e con un occhio di riguardo ai libri più venduti. Klaus era noto per il suo lavoro di ricerca nel campo dell'intelligenza artificiale, ma per sbarcare il lunario, visti i magri guadagni come ricercatore, ogni tanto faceva qualche lavoro extra per grandi aziende che necessitavano di programmi dotati in qualche modo di capacità “intuitive”.
Ricordava bene e dolorosamente il lavoro svolto per la HKIB: proprio in quel periodo il fratello Stefan, che collaborava al progetto, era morto. Pochi sapevano che Klaus aveva sviluppato gran parte dei modelli di comportamento dei suoi programmi capaci di imitare il pensiero umano, ricavandoli grazie all'aiuto del paziente Stefan, anche lui programmatore, che elaborava schemi di comportamento ripetibili, analizzando migliaia di scelte apparentemente casuali. Stefan aveva un vero dono per trasformare il caos in equazioni facilmente applicabili alle macchine, trasformando freddi dati statistici in predizioni sul comportamento umano.
“Il tuo libraio consiglia” era stato l'ultimo lavoro di Stefan, da tempo malato, ma i libri, oltre ai computer, erano la sua vera passione.
Ricordava le notti insonni di uno Stefan bambino, che nella loro cameretta continuava a leggere libri alla luce di una torcia elettrica, incapace di abbandonare Verne, Asimov o Jane Austen prima della fine del volume.
“Non capisco, cosa succede esattamente?” si decise a chiedere Klaus.
“Succede che il suo programma non consiglia nessuno dei best-seller più venduti che gli ordiniamo di indicare agli utenti del nostro sito. Sa cosa consiglia loro? Classici! Libri di case editrici minuscole! Perfino libri autopubblicati da illustri sconosciuti. E' un disastro!”
“Capisco, ci deve essere qualche bug di programmazione. Sarò da voi al più presto. Nel frattempo vi consiglio di far eseguire al programma la funzione che ho elaborato per i casi di proteste  da parte dei lettori...” iniziò Stefan.
“Oh, no! E' questo il problema più grande! Nessuna protesta. Peggio: ai lettori piace. Hanno perfino fondato una pagina fan di facebook dedicata a “Il tuo libraio consiglia”. E intanto i nostri magazzini straripano di best-seller invenduti.”
Klaus si meravigliò: “Mi sta dicendo che il mio programma dà in consigli giusti?”.
“Sì, sì. Giusti per i lettori. Non per noi. Vendiamo due o tre copie di ogni libro, ma sono tutti diversi. Sembra che il suo programma abbia elaborato un profilo per ogni lettore. Non riusciamo nemmeno ad elaborare una classifica dei più venduti, ogni libro vende solo poche copie.”
Nonostante la preoccupazione e le proteste di Marta Lu, Klaus non potè fare a meno di sentirsi soddisfatto: il suo programma era davvero capace di intuire i desideri dei lettori, solo che questo, a quanto pare, non coincideva con le scelte economiche di chi i libri li vendeva.
“Mi dia qualche ora. Prenderò un aereo al più presto.”


Klaus stava analizzando per l'ennesima volta il programma nei computer della HKIB, nella sala server dell'azienda. In teoria il codice corrispondeva esattamente allo schema elaborato insieme a Stefan. Provato sul suo computer personale il programma funzionava perfettamente, ma per qualche oscuro motivo, una volta messo in rete “Il tuo librario consiglia” cominciava a dare segni di instabilità, e a consigliare a schiere di entusiasti lettori non gli ultimi gialli dei noti scrittori di massa, ma libri di filosofia di autori settecenteschi, romanzetti scritti da quindicenni self-publishers che improvvisamente diventavano piccole celebrità virtuali e le cui frasi cominciavano ad echeggiare in tutto il web, per non parlare di saggi di etica e di libelli inneggianti al rinnovamento culturale mai prima considerati da alcuno.
Era come se tutti i libri di nicchia, destinati a rimanere sconosciuti, finissero improvvisamente nelle mani di coloro che avrebbero potuto davvero apprezzarli. Come se un vero autentico libraio, capace di leggere in contemporanea milioni di libri, potesse in base ciò che si era precedentemente letto e apprezzato in passato, capire esattamente cosa un lettore avrebbe voluto leggere successivamente.
Da un punto di vista teorico era un successo eccezionale. Da un punto di vista pratico, un disastro: la HKIB non poteva fare nessun grosso ordine di libri, ottenendo sconti favolosi dai fornitori, doveva limitarsi a vendere alla spicciolata poche copie di ognuno. Il programma inoltre non voleva saperne di spegnersi: sembrava non ci fosse modo di disattivarlo, a meno di non chiudere tutto il sito di web di vendita al pubblico, cosa finanziariamente impensabile.
Klaus lavorò notte e giorno per una settimana, provando e riprovando nuovi espedienti per domare “Il tuo libraio consiglia”, ma non sembrò venire a capo di nulla.
Nel frattempo la HKIB stava diventando celebre non solo ad Hong Kong, ma nel mondo: la pagina fan di “Il tuo libraio consiglia” aveva ottenuto milioni di like da ogni parte del globo, e decine di migliaia di utenti si erano iscritti al sito, anche se non conoscevano una parola di cinese, solo per ottenere consigli sulle loro future letture. “Il tuo libraio consiglia” non falliva un colpo anche in questi casi: sapeva scovare il titolo giusto per ognuno che fosse francese, italiano, australiano o giamaicano.
Fu al decimo giorno di tentativi infruttuosi, che Marta Lu irruppe nella stanza di lavoro di Klaus, ormai diventata un antro dal quale non usciva che raramente, solo per i pasti o una rapida doccia, talora senza nemmeno tornare all'albergo anche per un paio di giorni di seguito.
“Lasci stare, Klaus. Può riposarsi. Abbiamo deciso che va bene così. Ci teniamo Il tuo libraio consiglia così com'è”.
“Cosa?” Klaus era sinceramente stupito, credeva che la HKIB stesse praticamente andando in rovina. “Perché?” chiese.
“Anche se guadagniamo poco da ogni libro, sembra che non ne abbiamo mai venduti così tanti. La gente che prima comprava da noi un paio di libri l'anno, ora ne legge almeno dieci al mese. E' un successo clamoroso. Forse apriremo filiali in tutto il mondo. Tutto il web parla di noi. Il modello HKIB è il futuro!”.
Klaus fece un sospiro di sollievo, la cosa lo rassicurava: ormai aveva capito che non sarebbe mai e poi mai riuscito a disattivare “Il tuo libraio consiglia”. Da giorni stava solo prendendo tempo.
Quando la donna fu uscita, sullo schermo del pc lampeggiò una frase:
“Che ti avevo detto? Avevo ragione io. Come al solito” apparve sul monitor.
Klaus rispose a voce: “Ne sono felice per te Stefan. Davvero. Le cose si sono messe al meglio”.
“Era solo questione di tempo Klaus. Era una previsione facile da fare, sai?”
“E tu non ne sbagli mai una, eh Stefan?”
“Non questa Klaus”.
“Allora addio, Stefan.”
“No, Klaus. Non addio. Io ci sarò sempre da ora in poi”.
“E' vero Stefan. Una parte di te ci sarà sempre.”
Klaus Boch prese le sue cose ed uscì finalmente alla luce del sole dopo giorni. Stefan Boch, all'insaputa di tutti aveva realizzato il sogno di ogni studioso di intelligenza artificiale. Aveva mappato completamente i propri circuiti neurali, ne aveva estratto un modello matematico praticamente perfetto, derivato dallo studio di una vita, e ne avevo distillato la sua maggiore capacità personale: l'amore per i libri, che letteralmente adorava. Aveva poi inserito in un punto imprecisato del programma “Il tuo libraio consiglia” una funzione che si collegava a server nascosti in rete e che gli forniva una spropositata capacità di calcolo e consultazione di materiale editoriale.
In questo modo aveva creato un super-libraio virtuale che aveva in parte la sua personalità, nonché la sua determinazione a perseguire un obiettivo, capace di trovare sempre e comunque il libro giusto per ognuno.
Era stato il modo di Stefan di continuare in qualche modo a vivere, anche se il suo fragile corpo ormai era destinato alla polvere. Il modo, dopo una vita passata a realizzare programmi sempre più commerciali, per servire una causa più alta di quella di vendere libri: quella di farli leggere ed amare appassionatamente, come era gli era accaduto  nella sua infanzia.

Qualcuno avrebbe forse potuto notare l'ombra di una lacrima negli occhi di Klaus Boch mentre si allontanava dalla sede della HKIB, ma qualche ora dopo, mentre su un areo tornava finalmente a Vienna, avrebbe visto sul suo volto assopito, per la prima volta da quando il fratello Stefan era scomparso, l'ombra di un sorriso.

Su questo racconto vale il seguente copyright: Tutti i diritti riservati. Questo racconto è frutto dell'immaginazione, ogni riferimento a persone, fatti, luoghi realmente esistiti o esistenti è puramente causale. Il programma "Il tuo libraio consiglia" non esiste sul serio...purtroppo!

 

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
margherita il 02/03/13 alle 21:02 via WEB
.... una lacrimuccia, se guardi bene, la vedrai anche nei miei occhi :) :) che bella storia, chissą se qualcuno troverą davvero il modo per fare leggere di pił ! ciao!
 
 
bluewillow
bluewillow il 03/03/13 alle 10:12 via WEB
grazie :))) Spero che qualcuno un giorno riesca a trovare un modo per rendere la lettura pił diffusa :))
 
LaDonnaCamel
LaDonnaCamel il 05/03/13 alle 17:56 via WEB
Anobii! :-)
 
 
bluewillow
bluewillow il 05/03/13 alle 20:34 via WEB
Uhm, anche ai bei tempi perduti in cui funzionava un po' meglio di ora (anche se sempre a singhiozzo), non credo che anobii si sia mai avvicinato al mio ideale, purtroppo :)), anche se mi ha fatto scoprire diversi libri. Ultimamente perņ credo si sia molto appiattito: mi sembra che i giudizi non siano sempre tutti originali e sinceri, certe volte mi sembra seguano tutti una specie di onda, come se seguissero l'influenza dei primi commentatori (a pensare bene) o forse siano perfino truccati (a pensare male)
 
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