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L'angolo di Jane

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L'ANGOLO DI JANE

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Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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L'arte della guerra - Sun Tzu

Post n°1018 pubblicato il 20 Marzo 2013 da bluewillow
 

Titolo: L'arte della guerra Titolo originale: Bingfa Autore: Sun Tzu Traduzione: Riccardo Fracasso Casa editrice: Newton Compton pag: 124 costo: 0,99 €

Sun Tzu, noto anche come Sunzi o Sun Wu, fu un generale cinese che visse fra il V e il IV secolo a.C e che compose uno dei più antichi e più noti trattati di strategia militare, il famoso “L'arte della guerra”.
Da un punto di vista strettamente tecnico, “L'arte della guerra” è un trattato di strategia militare suddiviso in tredici capitoli, che offre interessanti suggerimenti a chiunque voglia affrontare battaglie armato di “un migliaio di quadrighe veloci, altrettanti carri pesanti e con copertura di cuoio e centomila soldati con armatura”, muovendosi prevalentemente via terra.
E' probabile che guerre di questo tipo siano alquanto demodè, ma i suggerimenti di Sun Tzu, se estrapolati in un contesto più moderno, non sono in effetti privi di sagacia anche per le quotidiane sfide guerresche del XXI secolo, se per nemico si intende qualunque ostacolo si debba affrontare, nella vita o nel lavoro, piuttosto che qualche decina di migliaia di opponenti in pittoresche armature, schierati in qualche pianura della Cina settentrionale (cosa che ritegno improbabile capiti piuttosto spesso di questi tempi).
Cosa ci dice Sun Tzu valido ancora oggi?
La prima cosa è che, in qualunque guerra si venga tirati in ballo, non si può vincere se non si conosce a fondo quali siano le proprie risorse e come sfruttarle e quali invece  siano quelle del nemico. Conoscere se stessi e i propri punti di forza e debolezza è fondamentale, perché il vero stratega non lascia niente al caso e se sbaglia è perché non ha fatto bene i suoi calcoli: “L'abbondanza di calcoli assicura la vittoria e una loro scarsità la impedisce; che dire di chi nulla avrà calcolato? E' ponendomi in quest'ottica che posso prevedere il successo o la sconfitta”.
In secondo luogo il bravo generale (magari solo di se stesso) pianificherà come usare tutte le sue risorse, con un occhio al risparmio, perché la guerra, si sa, costa.
Dopo aver predisposto i propri mezzi al meglio, bisognerà decidere il tipo di attacco, ma tenendo ben presente che “Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere”.
Perché sprecare energie, se con l'arguzia e l'accortezza si può sconfiggere il nemico semplicemente mandando all'aria le sue stesse strategie? Le azioni di disturbo sono più utili delle battaglie a viso aperto e meno costose per le vostre truppe. Se poi il nemico è chiaramente in maggioranza numerica ricordate di tenervi aperta la ritirata.
Quando si affronta una guerra la prima mossa è quella di rendersi il più invulnerabili possibile: una buona difesa non vi assicura la vittoria, ma impedisce quella del nemico. Ricordatevi però che si vince solo in attacco, per quanto non è detto che questo debba essere necessariamente devastante. Sun Tzu sostiene che la migliore guerra è quella breve, condotta quando le proprie forze sono al massimo e quelle del nemico al minimo: non basta quindi decidere l'attacco, ma soprattutto attuarlo al momento giusto.
C'è una strategia diversa per ogni situazione: il buon stratega osserva e prevede le mosse dell'avversario e conduce il nemico là dove può colpirlo. L'inganno è il migliore alleato di chi vuol ingaggiare una guerra: fingersi deboli se si è forti, forti se si è deboli e portare il nemico in un tranello è meglio che dare fondo a tutte le risorse a propria disposizione.
Se si guida un esercito (magari modernamente un team di lavoro) ricordatevi di mettere le persone giuste al posto giusto, perché se arretrano i generali state pur certi che le truppe non faranno meglio, mentre voi avete bisogno che i vostri alleati marcino compatti.
Sun Tzu suggerisce di analizzare con cura il terreno su cui avverrà lo scontro. Nel caso stiate davvero ponderando di schierare circa centomila fanti contro qualche mandarino che vi ha fatto uno sgarbo, vi ricordo che il venerabile Sun Tzu suggerisce di scegliere posizioni sopraelevate (mai, dico mai, a valle!) per accampare l'esercito e di essere certi che il luogo sia abbastanza assolato e salubre.
Nel caso invece, più probabile, che dobbiate far uso di questo manuale per compiti meno impegnativi, potete prendere questo suggerimento come indicativo del fatto che bisogna avere informazioni dettagliate sui luoghi scena del vostro scontro (che siano essi morali o materiali) per potersi mettere in posizione di vantaggio.
Nel caso stiate assediando una città, tenete presente la possibilità di corrompere qualcuno e fargli scatenare un incendio dall'interno, ma poiché l'assedio è davvero l'ultima carta da giocare (secondo Sun Tzu è la strategia più lunga, costosa e con maggiori perdite), ricordatevi che il vero stratega deve saper ricorrere all'antica arte dello spionaggio, attirando a sé elementi nemici e piegandoli alla propria causa. Non c'è niente di poco nobile in questo secondo Sun Tzu: “disputarsi per anni la vittoria di un giorno e non conoscere la situazione del nemico per risparmiare ricompense e un centinaio di jiin è il massimo dell'inumanità; chi agisce così non è un condottiero di uomini, né tanto meno di aiuto per il suo signore o uno che abbia la vittoria in pugno”.
Capito? Sganciate quei jiin e portate dalla vostra parte qualche avversario, così risparmierete fatica e non correrete rischi inutili (ma ricordate che da un punto di vista moderno potrebbe essere alquanto illegale in alcuni casi, vedere caso Apple contro Samsung).
Nonostante siano passati circa 2500 anni da quanto Sun Tzu scrisse l'arte della guerra, indubbiamente alcuni dei suoi consigli sono ancora utili (e meno scontati di quanto possano sembrare). Ad esempio se Napoleone avesse studiato a fondo il clima della Russia prima di invaderla non avrebbe forse rifornito meglio il proprio esercito contro il freddo? E se avesse avuto un buon spionaggio avrebbe forse conosciuto la psicologia del suo nemico e capito che sarebbe stato anche capace di incendiare Mosca piuttosto che lasciargliela, come in effetti accadde. Se infine avesse analizzato a fondo le proprie risorse non avrebbe forse deciso di sfidare la marina inglese, molto più esperta di quella francese, a Trafalgar, celebre battaglia dove i francesi persero nonostante l'inferiorità numerica e di fuoco degli inglesi, guidati da Lord Nelson.
Anche nella vita di tutti i giorni, se non si prende questo volume troppo alla lettera (ad esempio io non correrei a comprare tamburi per tenere alto il morale delle truppe se fossi in voi) “L'arte della guerra” può trovare ancora qualche utile applicazione.
Fondamentalmente questo libro dice una cosa sola, anche se ripetuta in varie declinazioni: qualunque cosa dobbiate affrontare, ragionateci molto sopra, valutate tutte i possibili sviluppi, preparatevi al meglio e non affidate niente al caso, approntate cioè una strategia.

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