angoloprivato

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La casa vibrava nella notte come un diapason, quando veniva toccata dal vento. Più di cento gradini la separavano dal mondo e piccoli sacerdoti mutati in felini ne avevano la custodia.Il suo cuore era pieno delle voci di cento bambini, che indossavano i colori del mare e del cielo. Si svegliava presto, in inverno ancor prima dell'alba e guardando le montagne coperte di neve colpite dal primo sole, respirava cosi a fondo con piacere da far tremare le fondamenta.I suoi abitanti se ne erano andati alla chetichella, e una unica ombra camminava nei saloni e nelle stanze dove aveva accolto con garbo i suoi ospiti, spariti oltre la porta prima che potesse ricordare bene ogni loro fattezza.E nella notte scura, dove le uniche carezze sono quelle che mancano, canta... Si ode nel silenzioil gracidar perplesso delle rane.in un volo scombinatovi è l'apparir delle rondiniScivola la terra su se stessabrontolando fangosaalberi sonnacchiosinon vogliono vincere la pigrizia secolareche li accompagnaNella notte scuragiungono i lamentidi chi non trovala porta che dà sull'infinito. La luce porta l'immobilità dentro e fuori dalla casa, mentre il suo centenario cuore deliziato, si riempie di voci infantili e dei colori del mare e del cielo.