angoloprivato

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Era scesa verso la valle abitata dai mutanti , con sé, aveva solo l’abito che indossava e dietro di lei camminavano in fila indiana , tre piccole marmotte. Si era decisa ad uscire dalla foresta incantata convinta che anche il mondo abitato dai mutanti fosse incantato, sorrideva a quei volti che ne erano privi, pensando che fosse qualcosa di genetico che gli impediva di allungare le labbra verso le orecchie. La sua casa nella foresta non aveva porte, e si poteva entrare ed uscire a piacimento, e se c’era qualcosa sul tavolo da mangiare, chiunque era il benvenuto per condividerlo.   Il mondo dei mutanti, si rese conto, non solo era privo del sorriso, ma di ogni forma di gentilezza che riempie il cuore degli abitanti della foresta incantata. Si ricordò , dopo aver girato inutilmente fra strade, con porte sprangate dove il silenzio pareva rumoroso, di una sua amica dai capelli di cielo, che un giorno incontrandola lungo un sentiero della foresta, al ritorno dalla valle , le disse. “ I mutanti ti fanno sentire più povera di quello che si è in realtà”.   Al momento non capì, loro erano ricche, si sentivano ricche , come diceva un'altra amica, che se n’era andata a guardare come si stava in un’altra dimensione “ Noi siamo ricche senza portafoglio!”-. Nella foresta ci si spostava sempre, da un angolo all’altro perché c’era tutto il tempo per farlo, si ballava al chiaro di luna e i bambini si addormentavano facendo bei sogni  con il sorriso sulle labbra.  C’era anche una piccola radura che chiamavano la piazzetta golosa, dove crescevano fragole cosi grandi che non si potevano mangiare con un morso solo. Le tre marmotte la seguivano passo passo, ma capì dal loro modo di camminare controvoglia, che il mondo dei mutanti non era loro gradito, cosi cerco di tornare nella foresta incantata, ma con orrore si rese conto che ne aveva perso la via, il sentiero era stato cancellato, il suo smarrimento salì come un tornado che tutto distrugge , quando si rese conto che anche il suo sorriso si era sbiadito.  Mise le tre marmotte in un grande zaino, e se lo pose sulle spalle, e comincio a cercare la via smarrita , ma ad ogni angolo c’erano dei mutanti senza sorriso che scuotevano la testa, e le facevano vedere con i loro indici accusatori, tutti i divieti e le regole che ad ogni passo rischiava di trasgredire, divieti assurdi, regole che lasciavano a bocca aperta per la loro stupidità.   Rimpiangeva gli abbracci che aveva ricevuto, i sorrisi che risplendevano al sole, quel dolce vorticare nelle giornate, che diventavano notti piene di tempo per sognare il domani. Le mancava come l’aria la foresta incantata e di una sola cosa era certa , al mondo dei mutanti non si sarebbe abituata mai,  e cerco nel suo cuore la bussola, che la riportasse da dove era venuta,  sapendo che una volta tornata fra la libertà della terra e del cielo nella foresta verdeggiante, da li non sarebbe uscita più.