angoloprivato

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Il sole era ancora alto, quando giunse al villaggio.  La luce era un vestito color dell’oro da indossare, e i petali di mille rose li sentiva come seta sotto i piedi nudi mentre camminava fra le strette stradine.  La guerriera che fungeva da sentinella, l’accolse con un gran sorriso e furono solo sorrisi quelli che incontro mentre i passi la conducevano a casa. La casa dove l’attendeva colui che l’amava, quell’amore che aveva lasciato scorrere fra le dita, come sabbia di un tempo che pareva non aver fine. L’aveva chiamata a gran voce, facendo rimbalzare il suo nome fra le stelle, a volte urlandolo alla luna che si tuffava nel mare alla sua ricerca, e lei tornò,  solo per una notte. Fu una notte dove la pace divenne liquida come l’acqua, limpida e fresca, mentre saturno con i suoi satelliti, che ballavano intorno a lui giocosi, guardava curioso i  bambini che guardavano lui con il naso all’in su. Era vestito di bianco l’uomo serpente, con gli occhi scuri che accarezzavano la sua pelle, attendeva una parola, quella che aspettava da tempo “ Rimango!”. La magia, le era uscita come gemme di lacrime dagli occhi , copiose lungo i crinali di montagne e sulle pendici morbide delle colline, era andata verso il mare che l’aveva inghiottita tutta, e senza magia il villaggio era fatto solo di pietre e l’uomo serpente l’unico a cui sfuggire, da lui e il suo amore, senza tempo e senza destino.