angoloprivato

terza parte ( fine prova raccontino surreale)


"-Succede all improvviso, passi da una via e qualcosa si è modificato, una casa, un albero, una finestra, ci si sofferma a pensarci un attimo e poi ci si incolpa di essere sbadati. Nessuno è cosi sbadato, semplicemente si è fatto un salto in un' altra dimensione, realtà,in sostanza si salta da un universo all altro, dove tutto è simile ma nel momento del salto ci attende un cambiamento, che lo segnala"-. Erano seduti nella radura con l unica luce della luna, tutti erano rilassati e ascoltavano la Maga leggere un piccolo libro che teneva fra le mani. Erano passati mesi da quando erano arrivati, portati dalla creatura che stava dormendo fra l erba, un sonno profondo. Si erano avventurati nel mondo a loro sconosciuto, e vi avevano trovato tutto quello che era stato loro narrato come favole, leggende.Gli elfi delle favole erano in realtà agricoltori, di bassa statura molto robusti, dediti alle coltivazioni, con un notevole senso pratico, un forte attaccamento alla famiglia e alle tradizioni, che con il mondo invisibile avevano stipulato un patto di non ingerenza che durava da tempo immemore.Un popolo di grandi lavoratori, che amavano ridere, e qualunque età avessero ridevano come bambini, una risata che risultava sempre contagiosa e meravigliosa. Poco inclini all irascibilità, ma a volte chi sconfinava nel loro mondo era trattato da invasore, senza però degenerare nella violenza.La maga fece loro visitare il mondo degli agricoltori, dove il cielo era sempre azzurro, senza l ombra di una nuvola, l erba verde cresceva alta nei prati e nessun fiore faceva capolino, visitarono il villaggio nella campagna che conosceva una unica stagione, quella della primavera. Case basse con i tetti coperti da pietre grigie , con piccole  strade sterrate.La semplicità regnava padrona, e l ospitalità generosa , grazie alla presenza della maga, per loro fu una vera sorpresa.La maga alzo gli occhi dal piccolo libro che stava leggendo" Vedo che vi è venuto sonno" e loro negando l evidenza, in coro " Ma no, assolutamente, continua!".Non riuscendo a pronunciare i loro nomi gliene aveva dati altri, che loro accettarono di buon grado... Zero, Uno, Due e Tre.Zero era il più grande, Uno la seconda aveva gli occhi identici a quelli di Zero, Due e Tre erano quasi gemelle, quel quasi faceva la differenza." Continueremo alla prossima luna piena, intanto pensate a qualche domanda, fino ad ora non ne avete fatta nessuna"-. si alzo e spari nel buio che circondava la radura.Zero si sdraio a guardare la luna, pensando al mondo che avevano lasciato, non era più bello di quello in cui si trovavano, ma lo rimpiangeva, e fra un pensiero e l altro si insinuo il sonno e colpi non solo lui, ma anche chi con lui condivideva lo stesso sangue.Nel buio, con le mani a armeggiare nell'aria, la maga sussurrava " Zero, Uno, Due e Tre  nel sogno vi porto con me"-. e il suo sorriso oscurò la luna.  fine