Creato da davide.corelli il 01/11/2008

Un angolo tranquillo

comunicare in serenità

 

 

a Silvana

Post n°49 pubblicato il 06 Marzo 2010 da davide.corelli

Occhi a mandorla giocava con me. Si giocava al negozio, alla casa, alla vita. Le foglie di nocciolo erano ora fettine di carne ora carta moneta, poi i piccoli sassi, quelli più belli, monetine e la fantasia imperava. Il tempo dei verbi era l'imperfetto, a dispetto del nome, completava magnificamente la magia di quei giochi. Lei, un cappello di paglia giallo a forma di cono, io un cappellino di tela a spicchi colorati. Le aprivo immaginarie porte di una improbabile auto costruita con pochi mattoni. Intorno il verde caldo di silenziose estati in campagna. Socchiudo gli occhi per ascoltare i loro dialoghi. Troppo lontani.. ma le immagini sono ologrammi vivissimi.

 
 
 

oniri

Post n°48 pubblicato il 02 Marzo 2010 da davide.corelli

"Ma guarda che non è così difficile..."
Era una vecchia signora a parlare, si rivolse a me con la naturalezza di chi ti conosce da sempre, pur non avendo, io, alcun ricordo di lei. Seguì con le parole i miei pensieri, subito non me resi conto, quando realizzai mi tranquillizzò con un sorriso luminoso. Poi riprese.. Per vivere il proprio sogno occorrono poche regole ma servono costanza e serenità, si raggiunge la consapevolezza di sognare soltanto dopo un esercizio continuo e fiducioso. La prima regola consiste nel lasciare che il sogno prenda piede in armonia, appena possibile fissare un punto preciso senza mai lasciarlo, deve trovarsi in una zona marginale, qualcosa di poco significativo ad esempio un oggetto o un particolare quale un tavolo, un sasso, una forchetta.. qualcosa di inanimato nella consuetudine di veglia. Occorre tenerlo ben "presente" mentre gli avvenimenti scorrono. Sul quell'oggetto, dopo un adeguato esercizio, e sogno dopo sogno su oggetti diversi, proiettare la propria consapevolezza con un.. "ecco adesso stò sognando". Mi lasciò con un nuovo sorriso e la certezza non pronunciata che l'avrei rivista. 

 
 
 

Toh!

Post n°47 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da davide.corelli

E' successo ancora! Io lascio un commento magari un po' sdolcinato in un blog qualsiasi e... il verme Vinicio lo fà suo! semplicemente il commento sublima svanendo inesorabilmente.
Ho avuto modo di citare l'operato del verme suo fratello ("Disicio" -Stefano Benni dixit-) già qualche vita addietro. Questo suo giovine fratello è ben più categorico e determinato, fagocita l'intero commento impietosamente vanificando (il maledetto!) il lavoro minuzioso del povero ospite. Purtroppo non esiste ancora una cura contro biblioparassita ma pare che prediliga i commenti in cui compare la parola 'soave', quindi evitate nel modo più assoluto di usarla nei vostri interventi oppure, se vi annoverate tra i biblioricercatori, usatela per poterlo isolare.

 
 
 

Un piatto ed un amore o un amore piatto

Post n°46 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da davide.corelli

 
 
 

frugando...

Post n°45 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da davide.corelli

Papa: cosa stai guardando, Mafalda?
Mafalda : la lotta
P: ma se e' una telenovela,quale lotta?
M: la lotta... quella del autore.E' appassionante vedere come ha lottato l'autore per non cadere nelle grinfie della intelligenza!
 
messaggeria.normale
 
 
 

sulla capacità di sintesi..

Post n°44 pubblicato il 23 Febbraio 2010 da davide.corelli

Vita da ipocrita.

Conquiste in sicumera ripugnanza permeate di arrogante vituperio.

d.c.

 
 
 

soppalco

Post n°43 pubblicato il 23 Febbraio 2010 da davide.corelli
Foto di davide.corelli

Son salito sul palco. Mentre salivo prendevo coscienza della spiacevole sensazione che andava crescendo in me. Che vi andavo a fare? Perchè avevo accettato quella banale presentazione? In fondo quella prosa non sembrava nemmeno un gran chè! Non  era mia e la mia voce era più soporifera che narrante. Pessima decisione diceva tutto il mio essere. Quando lo sguardo raggiunse la platea, fui tentato di sorridere, allargare sconsolatamente le braccia e ridiscendere la scala applaudendo gli astanti. Poi incrociai gli occhi di un bambino che mi osservava serenamente come fossi lo zio che stava per intrattenerlo in un gioco, un bel gioco. Uno sguardo sincero vivace e dolce. Rimasi, fu tutta colpa sua. Nelle mani mi si materializzò un foglio, lo riconobbi quasi subito, la calligrafia pareva la mia e questo mi aiutò non poco. Dopo l'infinito istantaneo smarrimento mi ritrovai e con me trovai anche il senso di quella mia presenza.
La sala taceva compìta. Io tacevo compìto. Tacevamo tutti. Un silenzio devastante, da far rabbrividire una commissione d'esame. Ma a me piaceva. Le aspettative erano enormi, la delusione sarebbe stata smisurata, ma a me piaceva. Il silenzio può divenir panacea già immaginavo le ultime file alzarsi, gettare bende e stampelle e osannare al miracolo. Non accadde nulla. Chiusi gli occhi e per un nanosecondo percorsi intere ere geologiche, poi tornai lì a respirare quel silenzio pregno di interrogativi, un silenzio dannatamente vivo.
Buonasera.
E lo dissi come rivolto alla portinaia quando si rientra la sera, ormai da anni. Sorrisi al bimbo in platea, lui se ne accorse e ricambiò.
Si intitola giochi di suoni.
Qualcuno si sentì autorizzato a respirare e ne scaturì qualche colpo di tosse molto discreto. Feci finta di non accorgermene, occorre sempre una grande disponibilità verso il prossimo.
Scorrevo il foglio solo per conforto, conoscevo il testo a memoria, serviva unicamente a mantenere la concentrazione.
Le pause vennero da sole, obbligate dalla studiata punteggiatura.
Mentre leggevo comparve un ragazzino seduto, calzoni corti, le mani sotto le ginocchia, le gambe dondolanti, lo sguardo intenso a raccoglier i miei suoni.
Una parola, poi due..
e altre.. abbracciate teneramente..
e nuove ancora a descrivere, legare..
sapienti o neglette ma unite come genti che si ritrovan, felici.
Ora raccontano, in frasi, han vita, gioiose..
insolenti osservan chi legge..
sornione attendon il dito che le accarezzi..
il gioco le vuole composte..
e compunte, loro, attendono un gioco nuovo.
Ogni volta.
Sollevando gli occhi, in un soffio, aggiunsi..
davide corelli
Poi, abbracciando con un sorriso questo e quel bambino, chinai il capo, un po' commosso.

 
 
 

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Post n°42 pubblicato il 20 Febbraio 2010 da davide.corelli

 

 
 
 

tratti

Post n°41 pubblicato il 20 Febbraio 2010 da davide.corelli
Foto di davide.corelli

Scorro le tue parole con gli occhi e, insieme, le dita accarezzano per evitar che leggére, loro, dileguino. E poi, lo stesso gesto, daccapo, perchè a rileggere, mutano, deliziose.

scorro le tue parole lentamente, non e' possibile far diversamente con certe parole. e poi daccapo e poi ancora.non so se mutano ma restano sempre deliziose come solo certe le parole sanno restare mutando o no.daccapo ancora.lentamente, altro non si puo'.
messaggeria.normale

 
 
 

a poteosi e a te

Post n°40 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da davide.corelli

 
 
 
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