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Dalla consapevolezza alla spiritualità


Ancora una volta l'amico Alf mi ha lanciato uno scritto, a cui pensavo da tempo, il sincronismo è avvenuto.Le leggi della materia sono figlie di un sistema intelligente, i fenomeni del mondo materiale hanno un'unica interpretazione materica, legata alla legge di causa effetto, diverse e differenziate interpretazioni legate alla legge di polarità, ma anche una sola interpretazione insita nell'intelligenza del sistema che le ha rese manifeste. Il sistema intelligente, sia questo, frutto di un'intelligenza divina o di altra natura, detiene e contiene l'ordine attraverso le sue leggi. Un pedone viene investito da un auto mentre attraversa sulle strisce pedonali in pieno giorno, questo è un fatto - causa - effetto. Un pedone viene investito sulle strisce pedonali da un auto in pieno giorno, l'investitore dice: non guardava se venivano macchine prima di attraversare, si è fermato all'improvviso, forse voleva suicidarsi, se lo è meritato e così via..- legge di polarità - interpretazione del sistema intelligente, al di là della dinamica, l'uomo investito così come l'investitore doveva vivere quell'esperienza, esiste un legame più antico che lega i soggetti dell'evento. In questa congerie di possibilità non è difficile perdere le misure ed i parametri atti ad una interpretazione possibile e che comunque tenga conto delle parti in gioco. Questa realtà rende possibile la manipolazione quotidianamente e crea un terreno di coltura per un mondo frammentato. questo perchè oggi, la legge di polarità ha debordato totalmente anche nel terreno dove regnava la legge di causa effetto, legge alquanto lineare e visibile ai più. Tutto questo è riconducibile ad un'unica cosa, lo stato di consapevolezza dell'essere umano. portando con sè molte cose inutili, questi ha tutte le sue parti impegnate nel mantenimento delle sue zavorre, quando avviene ad esempio, che scaricando una macchina piena di pacchi, facciamo il tragitto verso casa stracarichi degli stessi, per fare prima, con i pacchi che ci impediscono di camminare e di guardare dove mettiamo i piedi, e se qualcuno nel mentre ci chieda anche una piccola cosa, rispondiamo a monosillabe, dopo !!! Questa è la nostra condizione ordinaria. In questo stato di cose, qualcuno si aspetta da noi qualche chiarimento, lo pretenda, o si aspetti di trovarci presenti, che venissimo ascoltati, compresi, amati, insomma una aspettativa difficile da realizzare, e sulla negazione della stessa i pacchi aumentano, le zavorre anche, e i movimenti naturali sempre più difficili. Lo chiamiamo egoismo, cattiveria, insensibilità, disinteresse, carattere, o in qualunque altro modo, ma è semplicemente uno stato di inconsapevolezza. La consapevolezza detiene la priorità su qualunque manifestazione umana. La consapevolezza permette di omettere la partecipazione agli eventi soggetti alla legge di polarità, quindi alle forme dualistiche, consente l'oggettiva visione della legge di causa effetto, quindi conforma la mente ad un uso funzionale all'essenza delle cose, non all'idea delle cose, e ancora quindi alle credenze,quali catene, del naturale sviluppo psichico. La consapevolezza mira alla libertà collettiva, alla libera partecipazione di ognuno secondo il proprio stato e secondo le proprie peculiari funzionalità, siano esse materiche o energetiche, infine nella espressione della libera essenza, consente di attenzionarsi sulle invisibili leggi della mente intelligente, che ha creato questo mondo a cui partecipiamo. Così chè la nostra partecipazione non sia meccanica, ripetitiva, tacitamente naturale solo in quanto esseri viventi, che come unica alternativa hanno la scelta di morire per proprio volere, in attesa del volere di un altro, sia esso un dio o un sistema intelligente, entrambi con intenti di cui ci è dato pensare o comprendere solo parzialmente. Allo stato delle cose non sembra poco, ma di fatto oggi, basta chiedere a chiunque se sia consapevole e la risposta sarà, certo! quando non sarà anche uno sguardo perplesso che intenda sondare se per caso siete diventato matto.. Era così un secolo fa, era così trent'anni fa, è così oggi. Un secolo fa questo aveva a che fare con l'esoterismo, era esoterismo, trent'anni fa quando ho letto di questo, attraverso Gurdjieff, esistevano ancora scuole di quella derivazione, oggi nella nostra vita c'è tanto altro, soprattutto spiritualità. La questione è rimasta aperta, anzi chiusa; forse, dico forse, se quell'esoterismo si fosse trasformato nell'unico paradigma possibile, quello dello sviluppo consapevole, quindi di scelte consapevoli, di una vita condotta dalle nostre essenze, piuttosto che dalle personalità, guidata dalla conoscenza e quindi da un sapere coincidente con quelle leggi di cui sopra, oggi vedremmo dei noi diversi.. e la spiritualità più che una conseguenza naturale al materialismo ed al suo fallimento, sarebbe un piano dimensionale di vita naturale. la mia è una provocazione, una speculazione, un modo per guardare le nostre sfaccettature, per visionare ipotesi sul nostro tempo futuro presente e passato. nella realtà le cose vanno come devono andare, e Lui avrebbe tagliato corto dicendo, tra le tante, " che la quantità di intelligenza , quindi di coscienza disponibile, è limitata ad un numero preciso di persone, che la mia visione è una stronzata.. ed io non potrei che essere d'accordo, anche se questa legge è un principio proprio dell'esoterismo, anzi ne è la base oltre che la chiave della sua funzionalità. Resta però di fatto che sul simbolo della consapevolezza, tema principale del lavoro di Gurdjieff, quel secolo trascorso non sembra averne trasmesso le reali potenzialità, oltre che minimi effetti nell'ambito del nostro cammino. Forse perchè la comprensione totale del suo profondo significato richieda un impegno troppo gravoso per le nostre identità, forse perchè la percezione su una vita meccanica o consapevole, allo stato di tutto quello che l'essere umano ha prodotto con l'ingegno, con le arti letterarie, musicali pittoriche e via dicendo ed anche con ogni creazione tecnologica, non mutava di fatto la personalità di quella produzione, lasciando sulle nostre essenze un lieve velo destinato a soffiare appena nelle pieghe delle parti emozionali dei nostri centri inferiori, forse perchè la sua potenza simbolica ci avrebbe simultaneamente tradotto che l'esistenza del male nel mondo, della fame che uccide i bambini e di ogni violenza in essere su questo pianeta, ci appartenga oltre ogni tentativo di mantenerlo fuori da noi e in un ambito di responsabilità oggettive distanti da noi, forse questo era troppo, così ci si deve arrivare lentamente, perchè un uomo che vede sè stesso per la prima volta così come è senza veli, ci resta secco. questo era il tema nudo e crudo di questo misterioso signore. Una conoscenza sicuramente collegata ad un piano spirituale, ma dove l'accesso di quel mondo passava attraverso un canale strettissimo dove solo in uno stato preciso aveva utilità quella conoscenza, si chiamava lavoro su di sè e non includeva che l'essenza delle cose.