terrarisonante

Le nostre reali cose


Nella notte tra il serpente planetario e l'allacciatore spettrale, che è il kin del giorno, si sono mosse alcune cose. Premesso che spesso io non sono attenzionato a quale sia l'energia del momento, nel senso che a volte seguo i movimenti guardando a priori il glifo ed il tono, altre volte no, questo perchè quell'energia comunque lavora di per sè, e può capitare che anticiparla, cioè visionarla prima può anche forzare dei significati e quindi non farla espandere a dovere nella sua manifestazione totale. Ovviamente conosco i rischi di un coinvolgimento interpretativo e la mia capacità di prendere le distanze da scontate e pronte visioni offerte istantaneamente e magari comode per qualche ragione o sentimento. In ogni caso, quando avviene il contrario, cioè che prima arrivino le cose e poi scopro quale sia l'energia, le cose appaiano più chiare e più potenti e sempre esplicative, in qualche modo definiscono il senso di una certa speculazione e valutazione del fatto o degli eventi che si sono analizzati e sentiti. Stanotte ha lavorato il sogno a vari livelli di coscienza, e dall'alba man mano che gli  stati si modificavano verso il risveglio  ha lavorato il pensiero logico e analogico. Dopo questa lunga, ma necessaria premessa, veniamo a noi. Il serpente planetario in questa circostanza rappresenta la manifestazione vitale dell'energia, l'attaccamento alla terra, l'allacciatore spettrale è una combinazione doppia, come la chiamo io, cioè quando glifo e tono hanno una configurazione amplificante reciproca, l'allacciatore simboleggia la morte e la rinascita, quindi il distacco da qualcosa, il tono spettrale è quello del lasciare andare, ed anche la dissonanza,ovviamente il senso del tono 11 spettrale nell'economia della sequenza tonale rappresenta simbolicamente il non essere attaccati e di lasciare i nostri processi creativi nell'energia dell'universo. In ogni caso l'energia di oggi parla di fine, di chiusura di uno stato o di qualunque cosa che si stava vivendo o si è vissuta e in qualche modo, pur essendo finita, galleggiava ancora in qualche parte di noi, magari ben nascosta, ma incidente nell'economia delle nostre cose, nel nostro movimento dell'energia. All'atto pratico ci sono sempre avvenimenti della nostra vita nei quali spesso ci perdiamo nella improbabilità di una comprensione, perchè non abbastanza evidenti nella loro manifestazione, o perchè abbiniamo valutazioni logiche a stati emozionali, insomma la nostra capacità di una analisi distaccata resta difficile da operare, al di là del fatto che tutto questo resti una coreografia, cioè l'evento di un mondo manifesto materiale, e vi sia l'aspetto simbolico, quindi spirituale, il disegno divino. In relazione a ciò, è bene valutare dapprima i fatti nudi senza implicazioni emotive o comunque giudicanti, e una volta visti da fuori, magari sostituendo i personaggi, gli attori, le posizioni predefinite, passare al senso generale, cioè energetico, cosa ha realmente prodotto, dopo provare a leggere i segni più alti dell'esito e degli effetti, guardando avanti nel tempo, a cosa può produrre questo nuovo stato di cose, che prima non fosse possibile. Tutto questo perchè si possa non cadere nella polarità, nel dualismo dei ruoli, o dei presunti o reali torti subiti e/o  procurati, tenendo presente che, credo sia saggio valutare sempre. cosa possa significare non lasciare andare le cose come devono,soprattutto quando lo stato delle cose ti porta ad una fine evidente, nel senso che, la nostra presenza e quella di altri nella nostra vita debba sempre servire a qualcosa, debba essere improntata a dei valori di amore e di pace, di armonia, di una condivisione che sia creativa, che ognuno possa lasciare e lanciare i propri semi, insomma che ci sia fertilità, non per ripetere vecchie cose, ma anche qui che vi sia un  maschile ed un femminile operativi, senza dei quali ogni atto creativo risulti impossibile, sterile. In definitiva, ogni evento della nostra vita esiste fin quando produca frutti o almeno getti le basi per compiere il miracolo, ma c'è un tempo che bisogna conoscere, di attesa, la morte e rinascita è il respiro del cosmo, per noi spesso una afasia o una prolungata apnea, questo è uno dei motivi della sofferenza, come sempre, il non scorgere sempre i piani terreni ed i piani alti, e il loro naturale collegamento. Oggi la massa di karma inerte e densa confonde le appartenenze e spesso non dà scampo a visioni ampie, visto che ormai anche la scienza ha mostrato che siamo cocreativi e deterministici nei nostri ambiti mentali, in relazione alle realtà interne ed esterne a noi, resistere ancora attaccati a delle forme, mi fa dire che il karma sia stato graziato, a parte perchè nello stato dei mutamenti in atto, ma anche perchè l'attardarsi in quel sistema diviene sempre più un buon rifugio per non voltare pagina, tristi forse di dover lasciare andare qualche immagine che sentiamo forte solo perchè la sofferenza si attacca meglio della gioia al corpo fisico e ci appaia più reale, ma anche perchè essere collegati ai due piani richiede uno sforzo, un punto di vista ed un posizionamento che oscilla tra la materia e lo spirito, tra il femminile ed il maschile, richiede quella forma creativa nuova, disidentificata, che possa conformarsi ai piani dimensionali prossimi, questa estensione operata con le vecchie strutture mentali pesa molto, e  di fatto risulta impossibile.