terrarisonante

Lo strano ospite Sem


Era un giorno come tanti di un pianeta che rotolava nello spazio, la giornata era fredda e umida, il cielo era velato da sottili e dense nubi grigie, l'aria era silente, non c'erano ombre, non c'era luce, tutto appariva come immobile e senza vita, come una corda di chitarra talmente distesa da non produrre suono, niente dava l'idea di andare da qualche parte o anche che potesse arrivare chissà da dove. C'era però una casa nuova in un villaggio, appena nata, forse ve ne erano anche altre, ma l' attenzione ricadde solo là.Si sentì un rumore di passi che avanzavano sul porticato, la porta era aperta, Sem, vi entrò. Il padrone di casa sembrava appena uscito, come se avesse qualcosa di urgente da sbrigare, ma a Sem la cosa non sembrava fare effetto, così dopo aver dato un'occhiata in giro, incominciò a prendere confidenza con gli oggetti che trovava lungo la sua esplorazione e tranquillamente si accomodò sul divano, comodamente. Sem era un tipo particolare, possedeva la consapevolezza discriminante, il senso della dualità, era abituato ad afferrare o rifiutare gli oggetti esterni, associava ogni cosa con un altro, qualunque cosa percepita diversa dal percettore, era estremamente concettuale, dualistico, pensava esclusivamente in base ad un punto di riferimento proiettato, quindi percepiva tutto erroneamente come esterno a sè. Era abituato a progettare,desiderare, manipolare, aveva eccessi d'ira, abbandonandosi spesso a onde di emozioni e di pensieri negativi, sui quali poi era costretto a confermare, convalidare e difendere, in nome della sua stessa esistenza, frammentando, concettualizzando e solidificando la sua stessa esperienza, in perenne trasformazione diventava preda impotente di influssi esterni, condizionamenti. Era naturalmente quindi portato ad occuparsi degli affari altrui, tra le tante cose era anche scettico e sospettoso ed amante degli intrighi, nei quali mostrava tutta la sua ingegnosità. In definitiva Sem era abituato a convivere nel caos, anzi aveva una imprenscindibile necessità che attorno a lui vi fossero le condizioni per il suo essere. Fu così, che Sem, dopo aver lasciato le sue membra comodamente appoggiate per qualche minuto, uscì di casa e andò a cercare un altro sè stesso, ovviamente avvenne in maniera inconscia, ma una parte di sè sapeva che da solo non ce l'avrebbe mai fatta, quindi possiamo anche dire che tutto era stato già deciso da qualche parte, al di sopra del villaggio. Così Sem incamminatosi nei viali con le aiuole appena sistemate e in uno sfoggio di ordine e pulizia estetica, andò a bussare alle porte di tutte le case che incontrava sul suo cammino, e poco alla volta conobbe tutti gli abitanti del villaggio, ne fu felice, e ripromettendosi questi ultimi di ricambiare la visita, tornò verso casa sereno in attesa del nuovo giorno e della nuova vita. Passarono molti anni e molti zeri e quel villaggio dapprincipio nuovo, curato, conobbe e sperimentò di tutto, fino a quando un giorno si seppe che presto sarebbe stato evacuato per fare posto a nuove case, che non vi sarebbero più stati ospiti o padroni desiderati ed indesiderati, ma nuovi tipi, nuove forme, nuovi uomini e nuove donne, sarebbe nato un nuovo villaggio, il villaggio dell'Amore, dove le sere i nuovi abitanti comodamente seduti in convivio a grandi tavolate comuni si raccontavano ognuno dei loro Sem, sorridenti e non senza onorarne il loro grande contributo per essersi prestati amorevolmente al ruolo di preparatori spirituali e maestri guida del nuovo mondo, quel mondo che qualche Sem distratto e assonnato descriveva con tanto anelito suscitando risolini e smorfie di quei Sem che sembravano svegli presenti e pienamente partecipi del loro caos.