Discutevo con un amico sabato a pranzo del "decreto ammazza blog" e lui per quanto perplesso, dato che lavora nel mondo editoriale come impiegato mi rassicurava e mi diceva che tale provvedimento non avrebbe sortito nessuna problematica in enssuna piattaforma. Da stasera invece Wikipedia è irraggiungibile proprio per questo provvedimento che in sintesi istituisce l'obbligo di rettifica di qualsiasi contenuto entro quarantotto ore a semplice richiesta di chi a suo sentimento si sente preso di mira, dileggiato o peggio, equiparando in pratica ogni pagina on line ad una testata giornalistica. Ovvio che con settecentomila pagine di contenuti " a rischio" nella sola edizione italiana Wikipedia e il titolare del server e nessun autore-utente di Wikipedia possono accettare il rischio di multe di migliaia di euro. Vittima illustre e forse non voluta, ma ognuno di noi che abbia espresso idee o pareri, opinioni dai fatti di cronaca a temi di politica interna o internazionale ora è passibile di essere obbligato a "rettificare" entro due giorni la propria pagina, una sorta di umiliante autocritica "rieducativa" in stile Rivoluzione Culturale Non so in tutta sincerità che fine faranno i nostri blog, è chiaro che dietro c'è la pesante guerra del Pdl contro un media che sfugge ad ogni controllo del contenuto e quindi inviso a chi controllando i media tradizionali lo vede "incontrollabile" spontanea espressione non soggetta a nessuna lobby quindi un pericoloso avversario. Certo lo so che l'obiettivo principale è zittire Grillo e Travaglio, ma anche zittire un sottobosco di accesa, spontanea antipatia e di fatto opposizione verso chi dell'esposizione mediatica ne ha fatto la propria arma vincente. Non so se e quando e quanto saremo colpiti, di certo stasera, abbiamo perduto una fonte, uno strumento autogestito come Wikipedia nato nella rete come espressione individuale e orientato alla diffusione di conoscenza, non alla fronda politica. Se questa non è dittatura come la possiamo definire? E non un media tradizionale finora ne ha parlato.
La prima Vittima Illustre del decreto ammazza-blog, Wikipedia
Discutevo con un amico sabato a pranzo del "decreto ammazza blog" e lui per quanto perplesso, dato che lavora nel mondo editoriale come impiegato mi rassicurava e mi diceva che tale provvedimento non avrebbe sortito nessuna problematica in enssuna piattaforma. Da stasera invece Wikipedia è irraggiungibile proprio per questo provvedimento che in sintesi istituisce l'obbligo di rettifica di qualsiasi contenuto entro quarantotto ore a semplice richiesta di chi a suo sentimento si sente preso di mira, dileggiato o peggio, equiparando in pratica ogni pagina on line ad una testata giornalistica. Ovvio che con settecentomila pagine di contenuti " a rischio" nella sola edizione italiana Wikipedia e il titolare del server e nessun autore-utente di Wikipedia possono accettare il rischio di multe di migliaia di euro. Vittima illustre e forse non voluta, ma ognuno di noi che abbia espresso idee o pareri, opinioni dai fatti di cronaca a temi di politica interna o internazionale ora è passibile di essere obbligato a "rettificare" entro due giorni la propria pagina, una sorta di umiliante autocritica "rieducativa" in stile Rivoluzione Culturale Non so in tutta sincerità che fine faranno i nostri blog, è chiaro che dietro c'è la pesante guerra del Pdl contro un media che sfugge ad ogni controllo del contenuto e quindi inviso a chi controllando i media tradizionali lo vede "incontrollabile" spontanea espressione non soggetta a nessuna lobby quindi un pericoloso avversario. Certo lo so che l'obiettivo principale è zittire Grillo e Travaglio, ma anche zittire un sottobosco di accesa, spontanea antipatia e di fatto opposizione verso chi dell'esposizione mediatica ne ha fatto la propria arma vincente. Non so se e quando e quanto saremo colpiti, di certo stasera, abbiamo perduto una fonte, uno strumento autogestito come Wikipedia nato nella rete come espressione individuale e orientato alla diffusione di conoscenza, non alla fronda politica. Se questa non è dittatura come la possiamo definire? E non un media tradizionale finora ne ha parlato.