animabio

Il sabato di Aline 2


”che hai”? chiese Edwin “nulla”sussurrò lei “sei cambiata,prima sembravi ansiosa di arrivare,adesso quasi impaurita” “no” disse lei che sentiva la bocca arida,si diresse alla fontanella che se placò la sua sete non spense i dubbi, Edwin le prese dolcemente le mani per attirarla a sé e lei accettò questa vicinanza,ma esitarono a lungo prima di baciarsi poi fu una strada in discesa,il lievissimo stormire delle piante e il cinguettio degli uccelli era più forte dei loro respiri almeno per un po’ e Aline si teneva un po’ discosta da Edwin che pure stringeva la vita sottile di lei per avere di più; per il resto il desiderio di lasciarsi andare cominciava a renderle più difficile resistere. A risolvere i dubbi della giovane donna fu un latrare inquieto; Buck dopo la sua gioiosa corsa nel bosco era tornato da lei e..non capiva quella scena. Aline rise di divertimento e ne approfittò per sganciarsi da Edwin “che ti prende,Buck?” Aline era vicino al suo cagnolone,consolandolo e rassicurandolo e spiegò "non avete fatto amicizia,colpa mia,dovevo presentarvi,vieni qui Edwin,fatti dare la zampa dal mio Buck" Edwin sorrise e scosse il capo,non credeva a questa pantomima,ma non voleva scontentare la giovane donna e si accucciò vicino a lei e al cane che ora lo guardava un po' meno perplesso e così sottoscrissero se non amicizia,una piccola dichiarazione di rispetto reciproco. Dopo Aline condusse il suo retriever a bere nella fontana e prendendo la mano di Edwin si incamminò con lui per il castello,che dopo la parte più antica e massiccia e un'altra arcata si apriva nell'ampio cortile di un chiostro. "E' una sorpresa” disse Edwin"prima severo poi più accogliente" "merito delle monache,è stato loro per secoli,poi lo ebbe in custodia il nonno materno e io da piccola venivo qui spessissimo,intere stagioni di vacanza" poi si volse verso Edwin "e tu? come il castello serbi anche tu qualche segreto?""non molti" scherzò lui,ma lei divenne seria "Buck non abbaia mai a casaccio,sente moltissimo le persone: prima mi stava come avvertendo,lo so""ci siamo lasciati andare,vero,ma tu eri...favorevole,mi sembra" "è inspiegabile,davvero,non mi è abituale..fare così con uomo appena conosciuto,capisci? Mi hai detto che scrivi,ma prima mi stringevi con una forza..hai le ossa spesse e le spalle larghe,chi sei veramente?"“Ho fatto lavori umili e faticosi ,è vero, piuttosto che ammuffire in un ufficio, ,lo facevo per vivere,la mia vera passione è la scrittura,poi mi sono stufato del lavoro e della vita che facevo e ho cominciato un viaggio.." "beato te..ma.."si guardò le mani " io non vedo muffa,eppure lavoro in ufficio..." "scusa""non ti scusare,ma dimmi chi sei" ribatté Aline quasi inquieta. lui alzò le spalle e lei strinse le labbra,sedettero su una vecchissima pietra,al sole poi lei ammise."neanch' io ti ho detto tutto""mi basta quello che vedo" "...cioè ti è sufficiente per arrembarmi.." "sei amara" disse lui "hai anche tu degli spigoli,vorresti avere...amore e altro,non sei soddisfatta""irrequieta,da sempre,sai che da piccola mi chiamavano 'maghetta'? volevo fare tutto,cambiare tutto,disfare tutto..dovevano tenermi ferma..." “ e io posso tenerti ferma per baciarti?” lei sorrise tentata “ hai paura che io ti sfugga?” “no,non si sfugge al desiderio” “non so se faccio la cosa giusta” disse lei riprendendo a baciare. Adesso lei era salita sulle sue ginocchia per stare comoda,le braccia a cingergli il collo,voleva gustare ogni sfumatura di quel dialogo intimo e non ne avrebbe mai avuto abbastanza.