Crash
«Qui non c’è contatto fisico con nessuno. Stiamo tutti dietro vetro e metallo. Il contatto ci manca talmente... che ci schiantiamo contro gli altri solo per sentirne la presenza».« La macchinetta | Ricordi » |
Mi chiedevo cosa avessero provato i miei genitori nell'82, quando avevo appena 4 anni. Mi chiedevo e lo chiedevo a loro.
Mi chiedo cosa provino i Francesi, ma quello l'ho provato anch'io nel 1994, quando i miei idoli calcistici Baresi e Maldini , coloro che insieme a Van Basten hanno accompagnato la mia entrata (da tifosdo ovviamente) nel mondo del calcio, hanno sfiorato la coppa, perdendola dagli undici metri.
Adesso ho una risposta. Una vittoria importante per l'Italia, per la bandiera. Ci voleva la Nazionale (si, con la lettera maiuscola) a far rinascere il concetto di Italianità, la fierezza di un popolo che sa soffrire, sa combattere, sa ridere anche di se stesso.
Probabilmente Baresi e Maldini sono di un altro pianeta, ma nell'Italia Campione del Mondo 2006 il valore aggiunto è un altro: l'unità, l'essere una sol cosa tra i giocatori, con l'allenatore, con il pubblico. Con la nazione tutta.
Ed ecco che l'Italia (nazione) scopre nell'unità un valore importante, caratteristico (alla faccia di Bossi e dei comunisti che non vogliono confini).
Mi ha colpito l'allegria, la felicità, la spontaneità, l'assoluta inosservanza dei protocolli, in una parola l'italianità dei nostri giocatori soprattutto durante i festeggiamenti.
Ai quali ha partecipato, indistintamente, tutta l'Italia. Che, a quanto sembra si è finalmente desta.
Che sia di buon auspicio per tutti, per il futuro.
Prosit.
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