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IL CANE BOLOGNESE

Post n°11 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da claudiaiubire

STORIA
Il famoso cinologo Angelo Vecchio nel1912 definì i Bolognesi, "Bichon italiani"; la parola Bichons deriva da "barbicon" e cioè "piccolo barbet", minuscoli cani di lusso bianchi dalla forma nana del barbet e anche imparentati con i barboncini come afferma Stefano Letard in I CANI (tradotto dal Dott. Alberto Peyrot a pg 123 paragrafo con titolo Bichons dell'ediz. S.A.I.E.). Il Bolognese fa parte di questa grande famiglia che comprende Coton de Tuléar, cane del Madagascar dal pelo estremamente lungo e morbido simile al cotone (bianco o bianco e nero), Bichon di Tenerife vecchio nome del Bichon à poil frisé, cane bianco dal pelo riccio a forma di cavatappi (secondo il Kennel Club francese anni '30 e poi quello inglese e americano anni '70 - CANI di W. Boorer - Avallardi pg 75), Bichon di Giava (probabilmente estinto) e Maltese, cane dal pelo lunghissimo e liscio (bianco),in generale, tutti piccoli cani bianchi originari del bacino del Mediterraneo e più precisamente dalla Dalmazia dal 500 a. C. chiamati da Aristotele "melitensi", di cui il Bolognese ripete lo standard dell'ultimo nominato con poca differenza e che si diffuse per mezzo del commercio marittimo su navi greche e fenicie. Si narra infatti che alcuni esemplari di questa antica razza siano stati utilizzati sulle navi mercantili per la caccia a pericolosi roditori, quasi a sostituire i gatti. È una razza di origine molto antica, nota già al tempo dei Romani e più nello specifico delle matrone come mostrano molte immagini su vasi, terrecotte e documenti scritti di Cicerone, Plinio il Vecchio e di Strabone. Razza ancor più famosa nell'XI secolo per la sua ineguagliabile bellezza e regalità a discapito del fatto di non essere molto popolare. Bisogna però ricordare che le fonti dell'epoca antica sono purtroppo rare e contradditorie, come del resto accade per tante altre razze. Si conoscono varie rappresentazioni pittoriche del Rinascimento (342 cani di razza - edizioni De Vecchi) accanto a nobildonne e dame di Bologna e Ferrara (P. Scanziani - Enciclopedia del cane Pg 164) in atteggiamenti affettuosi con il piccolo peluche, tra cui lo splendido quadro esposto al Museo Nazionale di Napoli di Pieter Brueguel e in quadri dei grandi Tiziano, Goya, Vatteau, Durer(1471 - 1528) e Abrham Bosse(1604 - 1676) (da: Solo Cane - 58 razze da conoscere n1 Bimestrale). La razza si diffuse in Italia e non necessariamente a Bologna (Francia in particolare a Boulogne e Spagna ne rivendicano le origini) e, intorno al 1200, fu adottata dalle corti italiane ed europee, che ne decretarono il meritato successo. Il Filippini di Bologna, verso la fine del 1600, portò alcuni esemplari alla corte del Re Sole e, nel 1700, li fece giungere in Russia dove furono e sono ancora oggi, allevati con grande devozione. Amato da Cosimo III de' Medici (1398 - 1464) che, addirittura ne donò 8 ai potenti di Bruxelles (P. Scanziani - Enciclopedia del cane Pg 164), idolatrato dalla famiglia Gonzaga, gioiello aristocratico adorato dalla marchesa di Pompadour (la favorita di re Luigi XV), da Caterina di Russia (1684 - 1727), dono alla futura regina Maria Josè da parte di Umberto di Savoia e regalo del duca d'Este a Filippo II (re di Spagna dal 1556 al 1598) che meravigliato dichiarò la comune constazione: il Bolognese è "quanto di più regale potesse offrirsi in dono a un imperatore". Secondo P. Scanziani nella sua Enciclopedia del cane, nel 1640 fu persino scritto un romanzo dedicato al Bolognese (della sorella dello scrittore) dal poeta burlesco, antiaccademico e antipreziosista francese Paul Scarron(Parigi 1610 - ivi 1660). Dopo la Seconda guerra mondiale questo piccolo cane rischiò di scomparire in quanto, come simbolo della monarchia, veniva considerato con diffidenza; solo a metà del '900 la razza è stata recuperata dagli allevatori italiani, i due più meritevoli, secondo Enciclopedia del cane di P. Scanziani (I.G. De Agostini Novara 1981 pg 164), furono nel 1950 l'allevamento di F.C. Casabella e nel 1970 quello di M. Persichi.

DESCRIZIONE
È un cane di piccola taglia di colore bianco candido. Si distingue dal Bichon Frisé perché il lungo pelo si solleva dal corpo terminando nelle punte a "fiammella" le quali, similmente alla lana, dopo il lavaggio possono tendere all'infeltrimento.

CARATTERE
È un cagnolino pacifico e brillante nell'apprendimento, il compagno ideale per gli anziani ma anche per tutta la famiglia, un vero camminatore sia al guinzaglio che in borsetta. Allegro, docile, solo in apparenza poco vivace, mai impertinente, giocherellone, furbo e intelligentissimo, adatto all'addestramento, eccezionalmente affettuoso, dolce e paziente, molto attaccato a tutti i membri della famiglia, non abbaia molto e non da alcun fastidio se vive in appartamento anche perché troppo freddoloso per vivere all'aperto. È un cane molto dosato che non soffoca il padrone essendo capace di accontentarsi della sua sola compagnia, del tempo che gli dedica ed è pronto a fermarsi se si stanca. il Bolognese non esita a dimostrare costantemente uno struggente amore per il proprio padrone,suo importante punto di riferimento, infatti non si allontana da lui neppure per un possibile inseguimento di una preda dato che il suo istinto di caccia è molto limitato. Grazie ad un udito particolarmente sviluppato è però ottimo per la guardia in casa e, pur abbaiando di rado, si fa sentire se incontra estranei nel suo territorio (peraltro non tanto amati essendo molto diffidente).

SVILUPPO
Esistono ben pochi allevamenti di Bolognesi al di fuori dell'Italia e questo crea dei problemi per lo sviluppo ed il mantenimento della razza, dato anche che le poche migliaia di esemplari esistenti sono spesso consanguinee

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