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Un blog creato da claudiaiubire il 11/02/2012

il mondo dei animali

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IL GATTO RAGDOLL

Post n°9 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da claudiaiubire
Foto di claudiaiubire

                                             IL GATTO RAGDOLL

 

l ragdoll è una razza di gatto di origine - selezione nord-americana con gli occhi azzurri e un manto colorpoint particolare. E' un gatto grande e muscoloso con un pelo semi lungo,morbido e setoso. Sviluppato a partire dagli anni '60 dall'allevatrice americana Ann Baker, è conosciuto per il suo temperamento docile e tranquillo e la natura affettuosa. Il nome Ragdoll (bambola di pezza) deriva appunto dal comportamento di questo gatto, molto rilassato quando preso tra le braccia.

CARATTERE
Il ragdoll ha un carattere affettuoso e richiede il contatto fisico. Non ama il rumore e la confusione e si lega alle persone, si tratta di un tipico gatto d'appartamento, anche se ha la possibilità di uscire, preferisce restare nell'ambiente che lo ospita. Può convivere con altri gatti o cani poco vivaci. Normalmente è di indole pacifica e per niente aggressivo, disdegna qualsiasi attività inutile. Si tratta di un gatto la cui selezione è stata improntata dando largo spazio al carattere e sfruttando le sue naturali doti di gatto tranquillo e non belligerante . La sua indole estremamente mite e la sua disponibilità sono diventate proverbiali,non esiste un altro gatto a cui possa essere paragonato. E’ una creatura dolcissima ed amabile che,come tutte le volte che un essere indifeso si abbandona totalmente fiducioso tra le nostre braccia,ispira tenerezza e desiderio di protezione. Essere buono non significa,all’occorrenza,non saper sfoderare anche gli artigli. Se il suo padrone è ammalato, se è triste e demoralizzato, questo gatto non lo abbandona mai,anzi,cerca di consolarlo e confortarlo in tutti i modi, se proprio non gli è possibile altrimenti,si ferma a guardarlo, immobile ,tentando di aiutarlo con la sua sola presenza. E’ un gatto molto permaloso,se subisce dei torti è capace di offendersi e di avvilirsi al punto da passare ore in dignitoso e compassato silenzio.

 

 
 
 

GATTO PERSIANO

Post n°8 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da claudiaiubire
Foto di claudiaiubire

                                                  IL GATTO PERSIANO

 

Il gatto persiano è stato selezionato da circa un centinaio di anni dall'uomo ed è considerato una fra le più belle e pregiate razze, tanto che vengono appositamente organizzati concorsi di bellezza ed esposizioni. È un gatto domestico per antonomasia.

Originario dell'Asia Minore, i primi esemplari furono portati in Europa nel 1626 da Pietro Della Valle. Alla razza fu dato il nome di gatto d'angora o anche, stranamente, gatto francese. Quando poi, successivamente, dall'Iran venne importata una varietà di gatti più piccoli e tarchiati e col pelo lungo, venne creata la razza persiana.

Questo tipo di gatto – ora esclusivamente d'appartamento – era molto apprezzato nell'epoca vittoriana: si sa che la Regina Vittoria ne possedeva bellissimi esemplari di colore blu.

Molti sono gli allevamenti di questa specie. Il lungo e fluente pelo è il suo fascino e la sua bellezza, la colorazione del suo manto consta di circa duecento combinazioni di colori: fra le più diffuse, quelle a colori solidi (bianco, nero, blu, chocolate, lilac, rosso e crema), e, per il tipo tortie, tonalità a squama di tartaruga di colore nero o blu-crema, ma anche chocolate o lilac.

Il suo corpo, dal portamento aristocratico e flemmatico, è sodo e massiccio; ha le zampe corte e tozze e i piedi arrotondati e larghi. Il suo muso è arrotondato e si presenta schiacciato, col naso infossato e con grandi occhi tondi molto colorati ed espressivi, le cui tonalità variano dall'arancio all'azzurro, al nero al verde, al blu, con qualche eccezione per alcuni che possono avere un occhio arancio e uno blu. Ha orecchie piccole.

Dotati di carattere docile e pacifico, i gatti persiani sono molto affettuosi e particolarmente adatti alla compagnia. Non necessitano di grandi spazi in quanto passano la maggior parte del giorno spostandosi flemmaticamente da una stanza all'altra dormendo su ogni divano o poltrona di casa.

Il gatto persiano richiede molta cura per via del suo lungo pelo: infatti va pettinato tutti i giorni e i suoi occhi puliti giornalmente per via della copiosa lacrimazione causata dalla conformazione del suo naso infossato che non gli permette lo scarico del muco.

Oltre al persiano "classico", ne esistono altre due varianti: l'himalayano, dalla colorazione "pointed" (simile al siamese) e l' Exotic Shorthair dal pelo corto, ma con le stesse caratteristiche e colorazioni, ed un carattere più vivace.

 

 
 
 

IL GATTO MAINE COON

Post n°7 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da claudiaiubire
Foto di claudiaiubire

STORIA
Il Maine Coon è una delle più antiche razze naturali del Nord America, tanto da essere considerato generalmente come nativo dello stato del Maine, di cui è il gatto ufficiale. Il suo nome deriva da Maine, lo stato della Nuova Inghilterra in cui veniva avvistato, e da Raccoon, orsetto lavatore in inglese, per via della sua coda molto simile a quella di un procione. Molteplici sono le leggende che circondano l’origine di questo particolare gatto. La più diffusa all’inizio del secolo narrava che per le grandi e pelose orecchie provviste di ciuffi e la coda grossa e inanellata, il Maine Coon fosse il risultato di un incrocio tra una lince e un orsetto lavatore. L’ipotesi, ovviamente assurda, ha comunque contribuito ad alimentare le numerose storie che si tramandano su questa razza. C’è anche chi a tutti i costi ha voluto conferire un’aura regale a questo gatto "rustico", facendolo addirittura discendere da sei gatti d’Angora che la regina Maria Antonietta, durante la Rivoluzione Francese, avrebbe messo in salvo inviandoli a Wiscasset, nello Stato Americano del Maine. Le origini del Maine Coon hanno creato così tantissime leggende e congetture, nessuna delle quali può essere provata. La teoria più probabile, anche se la meno pittoresca, indicherebbe il Maine Coon come il risultato di un incrocio tra gatti selvatici a pelo corto del continente nordamericano e gatti a pelo lungo d’oltremare. Secondo alcuni infatti, il Maine Coon avrebbe antenati tra i gatti nordici, i progenitori del Norvegese delle Foreste, arrivati in America del Nord nell'anno mille in seguito agli sbarchi dei Vichinghi sulle Isole di Terranova. Secondo altri invece, l’origine del Maine Coon risalirebbe al periodo della colonizzazione quando le navi dei coloni provenienti da tutto il mondo attraccavano sulle coste americane del Nord-est portando al seguito dei gatti per far strage di topi. Erano gatti d’ogni risma, che i marinai dell’epoca apprezzavano più o meno a seconda della loro maggiore o minore capacità di cacciare topi piuttosto che per la loro maggiore o minore bellezza. È però assai probabile che, fra quei “gatti", tutti uguali e tutti diversi, ci fosse anche qualche antenato degli attuali gatti d’America. La prima segnalazione ufficiale di un Maine Coon, risale al 1861 con una menzione da parte della signora Pierce di un gatto bianco e nero chiamato “Captain Jenks of the Horse Marines”. In Italia il Maine Coon compare solo nel 1986 su un mensile del settore, da allora la diffusione della razza è in continua espansione e i Maine Coon sono ormai protagonisti di successo nelle esposizioni feline.

CARATTERISTICHE
 Maine Coon sono gatti imponenti il cui peso varia nei maschi da 7 a 12 kg e nelle femmine da 5 a 7 kg. I Maine Coon erano già apprezzati più di un secolo fa per la loro forza, bellezza e capacità di adattarsi ai rigidi inverni della Nuova Inghilterra. Tutto del Maine Coon indica il suo adattamento a un clima duro. Il corpo è grande, lungo, rettangolare e muscoloso con ossatura solida. Inoltre il petto largo e il collo forte e muscoloso, specialmente nei soggetti maschi, conferiscono al gatto un aspetto di robustezza e di potenza. Il mantello lucido, pesante e resistente all'acqua, non è uguale a quello di nessun'altra razza. Il pelo più lungo sulla gorgiera, lo stomaco e le gambe posteriori lo ripara dal bagnato e dalla neve mentre quello più corto sulla parte posteriore e sul collo lo difende dal groviglio del sottobosco. La coda lunga e folta, che il gatto avvolge intorno a se quando si raggomitola per dormire lo protegge dagli inverni freddi. Le sue orecchie sono più pelose sia all'interno che sulle punte, per preservarlo dal freddo, e mobili, per meglio captare i suoni della foresta, rispetto a quelle di altre razze. I piedi grandi, rotondi, con ciuffi di pelo, servono come 'pattini da neve'. I loro occhi e le loro orecchie sono grandi per migliorare vista e udito, utili nella caccia e nello sfuggire ai predatori. Il muso relativamente lungo e squadrato gli permette di afferrare con facilità la preda e bere l'acqua da fiumi o pozze. Tutti i colori sono accettati eccetto: Chocolate, Cinnamon, Lilac, Fawn in qualunque combinazione (tabby, con o senzabianco ecc.) e fattore colourpoint.

COMPORTAMENTO
Sebbene sia un gatto imponente, è anche un animale docile. Il Maine Coon è molto legato al proprio padrone, ma si affeziona anche al resto della famiglia e non ha problemi a convivere né con i suoi simili (Maine Coon o altri gatti) né con un cane. Una caratteristica "strana" del Maine Coon è quella che non ha problemi a stare a contatto con l'acqua, ma ovviamente non è l'unica razza che non ha problemi con l'acqua, infatti anche il Turco Van è un gatto a cui piace l'acqua e che si muove anche agilmente.

È vivace, curioso e giocherellone. La sua mole lo rende sicuro di sé con altri animali. Da un gatto così grande ci s'aspetterebbe chissà quale voce, invece, è poco loquace, persino nel periodo degli amori. Ricambia con affetto chi lo tratta con gentilezza, ma non ama la confusione, le smancerie e stare in braccio. Il suo nome significa "procione del Maine".

CURE
È un gatto robusto, che non richiede cure particolari. Ovviamente va spazzolato almeno una volta alla settimana. Lo si può lavare una volta all'anno preferibilmente in estate, ma per l'asciugatura non usare mai un phon che esso ritiene sia il soffio di un altro gatto. Il mantello ha un'impermeabilità naturale che protegge da acqua, freddo ed impedisce la formazione di nodi. Una volta alla settimana gli vanno puliti anche gli occhi e le orecchie.

 
 
 

IL GATTO KORAT

Post n°6 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da claudiaiubire
Foto di claudiaiubire

STORIA
Il korat viene allevato in thailandia fin da tempi antichissimi. Le prime informazioni su questa razza risalgono ad un antico manoscritto del 1350, lo Smud Khoi (Libro dei poemi dei gatti), nel quale il korat viene indicato, insieme ad altre sedici razze, come simbolo di buona fortuna e di prosperità. Ancora oggi la tradizione thai associa proprietà magiche a questo felino; non è raro che venga portato in processione nei villaggi, per esempio, per propiziare l'arrivo della pioggia.

Al korat sono associate molte altre tradizioni thai. Si ritiene per esempio che regalare uno di questi gatti a due novelli sposi favorisca una vita matrimoniale felice e agiata, e che adagiarlo nella culla di un neonato protegga quest'ultimo durante il sonno e sia benaugurale per il successo che il neonato avrà nella vita.

In Thailandia, i korat vengono acquistati solo raramente; si preferisce regalarli, perché la loro capacità di portare fortuna non deve avere prezzo. Un korat è considerato un regalo molto prezioso, da riservarsi a persone importanti come nobili, diplomatici o addirittura re.

Posto all'ingresso di un villaggio, il gatto avvisava gli abitanti in caso di pericolo.

ASPETTO
Il korat è un gatto a pelo corto, di taglia medio-piccola.

"... Il suo pelo è soffice, le radici hanno il colore delle nuvole e le punte d'argento. I suoi occhi brillano come gocce di rugiada su una foglia di loto..." così il korat veniva descritto nell'antico Smud Khoi. Questa antica descrizione si adatta ancora perfettamente al korat, il cui aspetto è infatti rimasto praticamente invariato durante il corso dei secoli. Si tratta di una delle poche razze feline a non aver subito interferenze e incroci. Questa stabilità è probabilmente anche dovuta all'isolamento della sua regione di origine.

Le femmine sono un po' più piccole dei maschi ma altrettanto muscolose ed atletiche. Il corpo del korat è eccezionalmente elastico e la sua potente muscolatura gli permette evoluzioni che forse nessun'altra razza riesce ad eguagliare. Le zampe posteriori sono leggermente più lunghe di quelle anteriori, e gli permettono di spiccare dei salti notevoli con minimo sforzo.

Una delle caratteristiche più importanti di questa razza è la forma della testa. Vista di fronte, la testa è a forma di cuore, con le arcate sopraciliari che ne formano la parte alta e il muso leggermente appuntito che ne delinea la parte inferiore. Gli occhi sono grandi, rotondi e di un colore verde intenso, che può impiegare anche qualche anno a diventare definitivo ma che più passa il tempo più guadagna di intensità.

Il mantello è grigio (tecnicamente, silver blue). Ogni singolo pelo è suddiviso in tre sfumature di grigio differente: chiaro alla radice, più scuro centralmente e completamente trasparente in punta. Questa trasparenza delle punte conferisce al pelo un aspetto lucente, come una specie di aura che lo circonda seguendo i movimenti del corpo.

Il korat non ha sottopelo: il pelo primario, quindi, deve rimanere piatto ed attaccato al corpo. Per questo motivo nel periodo di muta non perde molto pelo.

ALIMENTAZIONE
Il korat è un gatto molto attivo e vivace: ha quindi bisogno di una dieta ricca di proteine e grassi fin tanto che è in età adulta e in buona salute. Apprezza molti tipi di cibo; gli adulti, soprattutto sterilizzati o castrati, rischiano il sovrappeso. In questi casi è consigliabile alimentarli con cibi adatti e comunque dosando le porzioni come necessario.

Se abituati da piccoli, gradiranno molto il cibo secco che costituisce anche una soluzione salutare, a patto che sia costituito da alimenti controllati e prodotti da aziende specializzate. Saltuariamente, un merluzzo o un nasello a vapore o bagnomaria può contribuire al benessere del gatto. È anche consigliabile dare al korat un rosso d'uovo più o meno ogni 15 giorni (soprattutto nei mesi invernali) per dargli energia ed anche per mantenere in condizione ottimale il mantello.

ALLEVAMENTO
In linea generale, allevare gatti di razza non è una cosa semplicissima in quanto implica fatica, un discreto costo di gestione e una buona dose di rinunce e di sacrifici. Insomma, non ci si può improvvisare allevatori.

Allevare il Korat è forse ancora più impegnativo a causa del carattere, non proprio alla portata di tutti, di questa razza. Le femmine solitamente vanno in calore piuttosto presto (intorno ai 5-6 mesi) ed i loro vocalizzi sono veramente degni di nota. I maschi possono diventare fertili anche a 6 mesi cosicché è consigliabile stare molto all'erta. Benché non esistano problemi di parto per le femmine, è sicuramente molto difficile gestire un maschio integro data la sua grande vitalità e virilità.

I maschi sono comunque dei genitori amorevoli, contrariamente ad altre razze, e partecipano attivamente all'educazione della propria prole seguendola amorevolmente e giocando con i cuccioli per tutta la loro permanenza. Danno anche una mano alla partoriente e, in alcuni casi, si comportano come un'esperta levatrice durante il parto aiutando la mamma a tagliare i cordoni ombelicali, a pulire i cuccioli e a tenerli al caldo.

Di norma nascono dai 3 ai 5 cuccioli per volta. Ma si sono anche registrate cucciolate di 8-10 cuccioli da fattrici particolarmente sane e robuste. Il peso dei cuccioli varia dai 75 gr ai 110 gr anche a seconda del numero dei neonati nella cucciolata. Quando i cuccioli raggiungono l'età dello svezzamento, generalmente intorno alle 4 settimane, iniziano anche ad esplorare il mondo che li circonda ed a sviluppare il carattere di gattini allegri e vivaci, spesso in modo eccessivo. Adorano arrampicarsi su qualunque cosa o persona senza minimamente preoccuparsi dell'altezza che riescono a raggiungere, si infilano nei più piccoli spazi e non di rado zampettano dentro le ciotole dell'acqua: insomma, la loro crescita richiede molta attenzione.

CURA
La condizione del pelo è un indicatore fondamentale non solo per apprezzare la bellezza di un gatto, ma anche per individuarne il suo stato di salute. Naturalmente non è sufficiente avere cura del pelo a livello esteriore per essere sicuri del benessere del proprio gatto, bisogna anche alimentarlo in maniera corretta, sottoporlo a visite veterinarie di controllo a cadenza fissa, rendere la sua vita allegra e serena il più possibile evitando lo stress al quale anche loro, spesso, sono soggetti.

Ma tornando alla cura e all'igiene, i gatti Korat, essendo a pelo corto, non hanno bisogno di particolari accorgimenti estetici o di prodotti particolari. Sarà sufficiente l'uso di un panno di daino umido una volta al giorno per togliere dal mantello la polvere che inevitabilmente vi si annida e, se necessario, si potrà usare un pettine a denti stretti per sciogliere eventuali piccoli nodi o rimuovere del pelo morto. Gli occhi e le orecchie vanno puliti con detergenti neutri facilmente reperibili in commercio. Al resto pensano loro stessi con una cura attenta e metodica.

Per poterlo lavare con acqua corrente sarà necessario abituarlo da molto piccolo. Non ama l'acqua, anche se trascorre ore a giocare con le gocce che escono dal rubinetto e quindi se si proverà ad immergerlo senza avergli prima fatto fare un po' di pratica ci farà sicuramente ricordare di averci provato.

IL PADRONE "IDEALE"
Va detto subito che il Korat non è adatto a tutti. Sa adattarsi a tutte le situazioni abitative, questo sì, ma sviluppa un forte legame con il proprio padrone e se questi non riesce a capirne le esigenze e le particolarità, non sarà vita facile per i due.
Il Korat ha un carattere molto dominante e tende a sottomettere chiunque, animale o persona, ai propri voleri. Un atteggiamento da piccolo tiranno che va dunque educato da una persona dal carattere deciso. Il padrone di un Korat deve riuscire ad avere con questo animale un rapporto alla pari, di rispetto reciproco e di fiducia. Solo così potranno venire in superficie gli aspetti più teneri di questi gatti e si potranno pienamente apprezzare. Il padrone di un Korat non deve lasciarlo solo per troppo tempo: piuttosto sarebbe preferibile portarlo con sé. I Korat non hanno problemi a viaggiare e sopportano agevolmente anche lunghi viaggi in auto o in aereo, l'importante per lui è non perdere di vista il padrone troppo a lungo. Si deve essere disposti a trascorrere del tempo a giocare con lui, facendolo saltare o correre dietro una pallina (che continuerà a riportare indietro fino allo sfinimento).

I Korat sono gatti veramente particolari ed adatti a persone particolari, a volte anche disposte a farsi un po' tiranneggiare da questo piccolo despota.

IL CARATTERE
In linea generale il Korat ha un carattere molto forte. Un gatto senza paura, un gatto che quasi mette a disagio con alcuni suoi atteggiamenti. È molto indipendente, e non ama condizionamenti o imposizioni.

Adora giocare con i bambini e con altri animali purché gli sia concesso di avere l'ultima parola. È curioso, molto intelligente fino al punto di imparare a copiare i comportamenti umani, soprattutto quelli che possono rivelarsi utili per se stesso. È molto difficile che un Korat tiri fuori gli artigli per aggredire, neanche quando si trova in situazioni particolarmente delicate. Preferisce affrontare eventuali problemi sfoderando vocalizzi mozzafiato e facendo movimenti che ricordano tanto quelli delle arti marziali orientali.

Ma è anche e soprattutto un gatto estremamente giocherellone, anche da adulto o avanti con l'età, e molto furbo e ama da impazzire fare scherzi e trabocchetti sia ad altri animali che alle persone. Vivace e chiacchierone ma non assillante, è molto facile da capire quando vuole una cosa: i suoi vocalizzi e le sue posture sono estremamente eloquenti.
Ci sono, comunque, delle leggere differenze tra il carattere dei maschi e quello delle femmine. Le femmine, sia sterilizzate che integre, sono un po' più indipendenti ed intraprendenti dei maschi. Adorano i giochi di forza veri e propri col padrone. Andranno da lui quando lo vorranno e raramente quando glielo si chiede. Si infileranno per forza, e di nascosto, sotto le coperte, apriranno i cassetti di tutta casa, magari per fare uno scherzo, e faranno trovare la televisione o la luce accesa al rientro per poi guardare l'interlocutore con aria interrogativa come a dire: "Chi? Io?"

I maschi sono invece più tranquilli ed affabili, soprattutto se castrati. Non si tireranno mai indietro davanti ad una buona dose di coccole. Sono degli inguaribili giocherelloni, ma non hanno la malizia delle femmine, così che diventa estremamente piacevole e rilassante giocare con loro. Come le femmine, sono molto delicati nel giocare ed è difficile che rompano degli oggetti in casa. Potrebbero trotterellare tra decine di ninnoli di porcellana o di cristallo senza nemmeno sfiorarne uno.

I Korat sono, riassumendo, dei gatti affascinanti ed accattivanti. Chiunque ne ha posseduto o ne possiede uno lo considera unico ed insostituibile. Un vero felino dalle dimensioni ridotte che ha, per la maggior parte, conservato parecchi dei tratti caratteriali dei gatti selvatici, addolciti, com'è naturale, da secoli di convivenza e di rispetto reciproco con chi li ha saputi

 
 
 

IL GATTO EUROPEO

Post n°5 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da claudiaiubire
Foto di claudiaiubire

UN GATTO DI ANTICO SUCCESSO
Secondo alcuni studi, si tratterebbe della razza che più direttamente discenda dall'antico gatto egizio (Felis silvestris lybica o Felis lybica), che nella Civiltà dei Faraoni era considerato una divinità.

 
Statua Egizia raffigurante un gattoDall'Egitto sarebbe giunto, sempre secondo alcune ricostruzioni teoriche, dalle zone più interne dell'Africa settentrionale, dove altri tipi di felidi si sarebbero, come noto, sviluppati con articolazione di varietà e poi spostati verso Sud. Dall'Egitto, invece, sarebbe giunto in Europa con le navi dei mercanti e dei soldati: soprattutto i mercanti (anche i Fenici) ne catturavano grandi quantità che esportavano clandestinamente (il gatto era considerato proprietà del Faraone), alimentando un mercato continentale per il quale si trattava di un animale sconosciuto, ma immediatamente apprezzato nella sua utilità di combattere i topi (e questo era il motivo per il quale era a bordo anche delle navi militari).

Proprio la funzione di caccia o guerra ai topi, in un'era in cui i roditori rappresentavano motivo di preoccupatissima attenzione per la distruzione degli alimenti dell'uomo e per la diffusione delle malattie, fece la fortuna del nascente gatto europeo e quindi fu subito adottato, ad esempio, da tutte le marinerie; la buona resa riproduttiva e la relativamente lunga età fertile, le caratteristiche caratteriali e la straordinaria capacità di adattamento, consentirono un radicamento ed una ottima diffusione del gatto ex-egizio su tutto il continente, a partire dai paesi meridionali.I Romani,nel corso della loro espansione,lo diffusero praticamente in tutto il continente europeo,fino all'attuale Inghilterra.

Recenti studi si vanno allestendo circa le eventuali parentele, e le eventuali contiguità evolutive, fra il gatto europeo ed il poco conosciuto gatto selvatico sardo (Felis silvestris libyca, o Felis lybica sarda) che risiede nell'area incontaminata del Supramonte, nella Sardegna centrale; le differenze morfologiche hanno infatti lasciato congetturare che, viste le caratteristiche del gatto egizio ed osservando quelle di quello sardo, potrebbe essere esistita una razza continentale capace di modificare entrambe, anche se lievemente, attraverso gli incroci oppure che le due abbiano avuto interazioni.

LA RAZZA RICONOSCIUTA
Al riconoscimento della razza si giunse dopo un lungo lavoro, iniziato nel 1925 in Inghilterra ad opera del Governing Council of the Cat Fancy, organizzazione di appassionati che ebbe grande influenza nella determinazione degli standard di molte razze. Sebbene le mire iniziali degli allevatori fossero quelle di creare un registro per il gatto comune inglese (British shorthair), l'innascondibile discendenza di questo da quello continentale aprì comunque la strada allo Shorthair (il nome, che significa "di pelo corto", con cui è anche noto l'europeo), per il quale si campionarono esemplari dei più diversi, tutti di prelevamento domestico, ma - anche per le abitudini del tempo - tutti incrociati con la popolazione randagia.

Il gatto europeo è perciò una razza selezionata direttamente dal gatto comune domestico, o gatto soriano, ovvero dalla stragrande maggioranza dei gatti in circolazione in Italia ed in Europa. La circostanza ha fatto sì che la rappresentazione culturale (anche in termini di tradizioni popolari) del gatto, sia massimamente in qualche modo riconducibile all'europeo.

Si distinguono, all'interno della razza le seguenti varietà

gatto europeo bianco
gatto europeo unicolore
gatto europeo squama di tartaruga
gatto europeo smoke
gatto europeo tigrato o tabby
gatto europeo silver
gatto europeo con bianco (bicolore, van, arlecchino)

STANDARD
Corporatura: il gatto europeo ha un corpo robusto e muscoloso. Il petto è largo, il collo e le spalle sono pronunciate.
Testa: la testa è piuttosto larga, la faccia appare rotonda, ma è più lunga che larga. La fronte e il cranio sono leggermente arrotondati.
Naso: è diritto, di lunghezza media e di larghezza costante. La fronte è caratterizzata da una leggera depressione a livello degli occhi.
Orecchie: le orecchie sono dritte; arrotondate all'estremità e possono avere pelo sulle punte.
Occhi: gli occhi sono di forma rotonda, disposti leggermente in obliquo.
Zampe: le zampe sono forti e solide, di lunghezza media, si assottigliano regolarmente verso piedi forti, robusti e di forma arrotondata.
Coda: la coda è di lunghezza media, ma non sempre e in alcuni gatti è anche all'insù. Piuttosto spessa alla base, si affila gradualmente fino all'estremità arrotondata.
Mantello: il pelo è normalmente corto, e quando il gatto gode di una nutrizione adeguata ed appropriata, ha la pelliccia lucida.
Colori: i colori del pelo sono soprattutto scuri. I più frequenti sono: grigio, bianco o bianco sporco, marrone, arancio scuro, nero. Spesso le femmine hanno il mantello di 3 colori diversi, abbinati solitamente con bianco, marrone e arancio.
Una caratteristica è quella di una sorta di maschera accanto agli occhi, per lo più di colore marrone-scuro.

CARATTERE
Delle caratteristiche note del gatto, l'europeo presenta accentuate soprattutto l'intelligenza, la curiosità, la giocosità e l'istinto predatorio, disponendo molto del tempo di veglia ad attività che le mettano in pratica; ove impossibilitato, l'europeo esprime comunque anche l'istinto della caccia con comportamenti che secondo molti studiosi ravvivano di tanto in tanto istruzioni genetiche specifiche, come il salto, l'agguato, l'esplorazione. Durante lo svezzamento, il cucciolo di europeo riceve articolatissimi insegnamenti in questo senso dalla madre, e ciò anche se questa abbia vissuto separata da contesti naturalistici, ad esempio esclusivamente in appartamento, quasi che gli innatismi riescano a sopravvivere alle compressioni cui certe domesticazioni li sottopongono, anche in assenza di modi di pratica.
Moderatamente addestrabile dall'uomo, sebbene a prezzo di un notevole impegno e solo in presenza di un rapporto di confidenza molto profondo, l'europeo esprime episodici sprazzi di affettuosità (più marcati nelle femmine), superati da molto più frequenti tensioni ludiche. Dimostra invece con buona chiarezza gli stati d'animo, ed è capace di grande sensibilità.

Si sostiene da taluni etologi che vi sia una correlazione fra il colore del manto ed il grado di dominanza o di remissività degli esemplari dell'europeo, sia nei rapporti con i simili, sia nei rapporti con l'uomo; secondo questi studi, ai mantelli con tinte più chiare corrisponderebbe un carattere maggiormente dominante, mentre a quelli più scuri un'indole di maggiore remissività. La tesi ha fatto discutere, ma ha suscitato, almeno per ora, un'accoglienza solo tiepida. Secondo altri studiosi, l'europeo è comunque portato a sviluppare una certa personalità in assenza di personalità più forti (umane o dei simili) che possano comprimerla, nel qual caso invece si adatta alla posizione subalterna, sebbene non sempre di buon grado.

CURA
Non necessita di particolari cure: basta spazzolarlo una volta alla settimana con una spazzola di setole. Nel periodo della muta è consigliabile una spazzola o un guanto con denti di gomma per rimuovere il pelo morto. Le orecchie devono essere pulite solo se necessario con prodotto specifico. Le unghie possono essere spuntate con apposite forbicine.

 
 
 
 

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