Un blog per raccontarmi dare sfogo alla mia parte più intima, nascosta, ma anche un modo per confessarmi parlare di quello che negli anni è diventata come una seconda personalità, celata sottopelle una parte di me che per troppo tempo ho smesso di mostrare chissà se per non ferire, deludere o per una sorta di pudore dei miei sentimenti che però ora vuole prepotentemente uscire, rivelarsi, forse con il rischio di farsi mal giudicare ma io non cerco una redenzione e non voglio il perdono di nessuno: “Ho solo bisogno di esprimere le mie emozioni.”
Le più profonde anche se a volte sono negative, anche se possono farmi male.
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La notte non sogno, quasi mai, solo qualche mattina qualche brandello confuso affiora nella mia mente, i miei sogni li ho sempre compiuti il giorno, ad occhi aperti. Forse è vero che chi sogna il giorno cerca di attuarli i propri sogni e per questo il suo sonno, la notte, è vuoto. Sarà che di questi tempi oscuri non riesco più a sperare di attuare i miei sogni diurni o la consapevolezza che il sogno di riportare indietro chi è andato per sempre non è attuabile neanche nella mia folle mente. Sarà per questa mancanza di sogni ad occhi aperti che da poco ho ripreso a sognare, la notte. La scorsa notte mi trovavo in un posto che forse avevo già visto ma al massimo una sola volta e mi era difficile riconoscere. Camminavo come avessi una meta ma non ero certo, passavo davanti a una fabbrica enorme, non c’ero mai stato ma era un posto familiare: - Dove l’avrò mai visto?- Poi mi veniva in mente lo avevo visto tante volte alla tv, era l’entrata della fiat, ma cosa ci facevo lì? Subito lì vicino entravo in un grande giardino, ai suoi lati enormi palazzi alti più di 10piani, forse anche di più, nel giardino alcuni ragazzini stavano facendo qualche gioco, ma non capivo quale, mentre mi avvicinavo, mi sembrava di mettere meglio a fuoco la situazione notavo particolari che prima mi sfuggivano, le auto parcheggiate sotto i palazzi erano quasi tutte alfa romeo o fiat, ma erano delle Giulietta, delle 500, dei 1100! Erano le macchine che vedevo negli anni 70. Poco in disparte dagli altri una ragazzina, mi guarda fa un palloncino con la cicca, il chewing gum, lo scoppia e mi sorride. Mi avvicino, lei con il corpo è girata verso gli altri che sono alla mia destra le spalle sono volte verso di me diciamo a 3 quarti. Indossa un paio di jeans attillati a vita bassa, a zampa d’elefante che coprono le scarpe da tennis, una magliettina scura ma non ricordo di che colore, la magliettina lascia intravvedere il seno che incomincia a formarsi. Penso a quanti anni incomincia a formarsi il seno? 11? Forse dodici o magari prima. I capelli sono lunghi fino alle spalle un po’ mossi castani scuri, una mollettina tiene schiacciata su un lato la frangetta. Il naso è il suo inconfondibile, gli occhi. Gli occhi mi colpiscono nel profondo, neri, cosi neri che non si distingue la pupilla dall’iride, neri con il taglio a mandorla, da orientale, bellissimi da innamorarsi subito perdutamente e per sempre. Gli altri bambini la chiamano: “Graziella, Graziella.” Io sono bloccato voglio parlarle ma non mi viene niente da dire allora provo anch’io a chiamarla: “Graziella.” Lei mi guarda mi sorride e un po’ strafottente mi dice: “Solo i miei amici mi chiamano Graziella, tu chiamami Grazia.” “Grazia, ma cosa ci fai qui? Ti stavo cercando, dove eri andata?” Mi sorride e i suoi occhietti neri brillano le sue guanciotte si gonfiano e le sue labbra turgide mostrano i denti bianchi. “Dai ti stavo aspettando, andiamo.” Allunga una mano, mi invita a prenderla, la mia sinistra prende la sua destra al contato sento il suo calore, improvvisamente mi sento diverso fin’ora ero io con tutti i miei anni, non mi vedevo nel sogno ma mi percepivo come sono da sveglio, reale. Ora ho dieci anni, sono per mano con lei mi sento felice, ho solo voglia di correre tenendola per mano e non vorrei mai svegliarmi. D.
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Continui a provarci. Sbatti la testa mille volte contro il muro e, a ogni zuccata, ti costringi a ripartire con più slancio per andare più in alto. Non provino a dirti che l’ostacolo è troppo per te, ti daranno solo più determinazione, voglia di fargliela vedere. Si, vedranno il tuo valore, si sono sbagliati su di te! E non avrai bisogno di nessuno di loro per farlo. Se meglio di loro, meglio di tutti perché sei unico, sei tu. Ma un giorno, dove forse sarai disattento, quando sarai più debole, stanco, un giorno un tarlo si insinuerà nella tua testa: -forse hanno ragione loro, non vali un cazzo.- È la depressione, ti avrà preso, riuscirai a uscirne da solo? |
Ehi Baby, oggi non chiedermi di impegnarmi non cercare di sapere se ti amerò per sempre stanotte ho voglia di baciarti sentire le tue labbra umide aprile e fammi cercare la tua lingua fammi respirare la tua aria stringimi forte e fammi sentire il calore del tuo corpo fai l’amore con me tutta la notte domani non dovrai più chiedermi niente domani saprai già che non posso più fare a meno di te. |
Post n°54 pubblicato il 28 Agosto 2012 da c.pablo1973
Fin da subito fu chiaro che non era una persona comune, quanto il suo essere speciale fosse di una base genetica o meno apparve più difficile da decifrare. Se ci fosse una familiarità in questo non è risaputo, se avesse una predisposizione a essere diverso dagli altri, e quanto questo lo rendesse meglio o peggio fu sempre difficile da stabilire. In lui il confine tra genio e follia fu estremamente labile tanto che dopo di lui bisognerà riscrivere tutte le mappe e ristabilire i prossimi confini. Inseguì tenacemente il successo tanto quanto desiderò fuggirgli, trovò brevi successi seguiti da rovinose cadute, tanto era sicuro del suo valore quanto temeva di essere inadeguato. Si mise alla prova in tante cose diverse, alcune buone altre no, ma non riuscì mai in esse a essere comune. Divorato dal bisogno di essere amato trovò anche l’amore e quando lo perse ne soffrì atrocemente, non perse però la voglia di sorridere ma nei giorni di gioia tornando a casa, solo, soffrì di non poterla più condividere. Ma oggi non pi angetelo poiché lui è ancora qui con noi. Si è spento qualcosa in lui ma la vita no quella non lo ha lasciato, è qui, vive: respira, parla, scrive e soffre. |
L'incapacità a reagire mi porta alla disperazione più nera. Ma mi chiedo è vera incapacità la mia o gioca la paura di non essere in grado? Pensare di non poter fare qualcosa, spinge a gettare la spugna anzitempo. Ci si sente soli ed abbandonati ma si ha paura a chiedere aiuto, vorrei qualcuno che mi cerchi di sua iniziativa, ma forse sono io che allontano le persone. Tanta confusione, ogni giorno rimando al prossimo la ripartenza, ogni giorno uguale. Non ci provo nemmeno più, cerco qualcosa che mi stordisca, alcool, sesso. Non pensare, svuotarsi, cercare di far scorrere il tempo. Senza più vivere. |
Post n°52 pubblicato il 13 Luglio 2012 da c.pablo1973
want to know why I left? Via da qui |
I peggiori disatri nella vita non arrivano mai all'improvviso. Sono sempre preannunciati ed evidenti, siamo noi che a volte siamo ciechi e non vogliamo cogliere i segnali. Il peggio è quando siamo noi gli unici a vederli, vediamo la nostra vita che finisce, ma siamo gli unici ad accorgersene. In quei momenti ci sentiamo veramente soli. |
Avete presente quando vi succede una cosa e avete la sensazione che in quella cosa ci sia dietro un significato particolare? Una cosa attraverso la quale potete vedere un aspetto della vostra vita che fino a quel momento non avete mai visto in quel modo. Cose che a prima vista non c'entrano niente. Ad esempio cosa c'entra il mio giardino con il disastro della mia vita? Il gelo eccezionale di quest'inverno ha fatto morire il gelsomino del mio giardino, come del resto quasi tutte le siepi della zona ma ha fatto morire, o così sembra a prima vista, il melograno del mio giardino. Quindi? Ho fatto una piccola ricerca sul Web ecco cosa ho trovato su Google inserendo melograno significato: Il frutto del melograno rappresenta l’energia vitale. Come tutti i frutti da seme, anche la melagrana rappresenta infatti la fecondità, l’abbondanza e della prolificazione. Il succo di colore rosso evoca il sangue e costituisce il simbolo della vitalità dell’energia. Nell’antico Egitto il succo della melagrana insieme alla birra, crea la bevanda magica che salva l’umanità dalla distruzione. I suoi valori di fecondità e di fertilità si ritrovano anche nell’islam. Torniamo ora al mio melograno, è solo un caso che lo scorso anno abbia generato un solo frutto invece dei soliti 10-12? E che quest'inverno sia quasi morto? ora i rami sono tutti secchi e solo vicino al tronco è spuntata qualche piccola fogliolina. c'è un bisogno assoluto, disperato, di tagliare i rami secchi per sperare che la pianta possa un giorno rifiorire. Vale anche per la mia vita. |
I went down two steps and I found myself in the dark. sono sceso di due gradini e mi sono trovato al buio. |
Post n°48 pubblicato il 31 Maggio 2012 da c.pablo1973
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Inviato da: layla.s
il 09/12/2013 alle 23:04
Inviato da: layla.s
il 09/12/2013 alle 22:51
Inviato da: c.pablo1973
il 03/12/2013 alle 19:28
Inviato da: layla.s
il 30/11/2013 alle 17:18
Inviato da: c.danny
il 30/11/2013 alle 11:33