Il mondo che vorrei

AMICI...ALTRO ORRORE...GUARDATE...


leggete anche qui cari amiciVia libera alla commercializzazione delle zanne di elefante La Cina può acquistare l'avorio in Africa Pechino potrà avere una partita di 108 tonnellate. Allarme tra gli ambientalisti: animali a rischio GINEVRA - Via libera alla Cina per l'acquisto dell'avorio africano, proveniente dalle zanne di elefante: è quanto ha stabilito a Ginevra la Cites, la commissione che regola il commercio internazionale delle specie a rischio. La Cina potrà comprare una partita di 108 tonnellate di avorio provenienti da elefanti morti per cause naturali o all'interno dei programmi di controllo specializzato. «Determinante», ha spiegato Massimiliano Rocco, responsabile del WWF, vice presidente dell'Autorità scientifica della Cite, è stato il voto dell'Europa, rappresentata da Gran Bretagna e Bulgaria. Nel comitato ristretto della Cites che ha espresso parere favorevole c'è anche l'Italia, che però è membro «alternate», ovvero sostituisce chi è assente. Il divieto di compravendita dell'avorio africano proveniente dalle zanne d'elefante è stato per quasi vent'anni un tabù. Penetrata lentamente nel Continente nero, Pechino ha ottenuto lo status di "compratore autorizzato" dell'avorio che fino a oggi, e solo per una partita da cinquanta tonnellate, era stato del Giappone. L'ALLARME DEGLI AMBIENTALISTI - Tra gli ambientalisti è allarme. Per il WWF il via libera alla Cina è «prematuro» e dovrebbe accompagnarsi, ha aggiunto, Rocco, all'impegno di Pechino contro il bracconaggio e il traffico illegale di avorio. Allan Thornton, dell'Agenzia britannica di monitoraggio dell'ambiente, il gruppo che fornì la base informativa sulla quale fu emesso il divieto nel 1989, è pessimista: «Il rischio è che si torni ai tempi tristi in cui gli elefanti erano destinati all'estinzione». Ovvero agli anni Ottanta in cui si passò da una popolazione di 1,3 milioni di esemplari a poco meno di 625.000. E cosa succederà adesso che si apre un varco per la Cina? «La domanda di avorio che arriva da quel Paese, che ha 1,3 miliardi di abitanti, è pari all'uno per cento della popolazione cinese. È un fatto gigantesco. Se si consentirà loro di importare legalmente l'avorio, si aprirà la possibilità di una gigantesca copertura del traffico illegale».TRAFFICO ILLEGALE: ELEFANTI DECIMATIPechino, per Thornton, ha dimostrato la sua incapacità di combattere il traffico illegale di avorio all'interno dei suoi confini nazionali. «Già oggi nel Ciad, nella Repubblica Centroafricana e nella Repubblica democratica del Congo le popolazioni di elefanti sono state distrutte per soddisfare la domanda illegale di avorio. Ogni anno vengono uccisi circa 23.000 elefanti. E non v'è al momento alcuna evidenza che Pechino abbia preso provvedimenti efficaci per combattere il flusso illegale di avorio nel proprio Paese». Anzi, secondo un documento interno all'amministrazione cinese, in dodici anni si sono perse le tracce di 121 tonnellate di avorio immagazzinate ufficialmente, l'equivalente di 11.000 zanne di elefante.15 luglio 2008(ultima modifica: 16 luglio 2008)AMICI...PRENDETE IL POST...FATELO GIRARE ALLA VELOCITÀ DELLA LUCE...VI PREGO..ANCHE QUESTO E' URGENTE... 15/7/2008 -  IL CASO La Cina vuole l'avorio Elefanti a rischio strage Dopo vent'anni alleggeriti i divieti sul commercio CARLO GRANDE TORINOPare incredibile che esista un collegamento tra un cinese che mangia una ciotola di riso e un elefante che viene ammazzato dall’altra parte del mondo. Eppure proprio la richiesta di bacchette d’avorio potrebbe far riprendere nei prossimi mesi la strage di pachidermi. Alla riunione del Cites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, che si è aperta ieri a Ginevra, la Cina preme per ottenere l’autorizzazione a comprare avorio da alcuni Stati africani come Namibia, Botswana e Zimbabwe. Da diciannove anni era stata imposta una moratoria.In ballo ci sono oltre cento tonnellate d’avorio, 108 per la precisione; un business di tutto rispetto, se si considera che al mercato nero giapponese e cinese le zanne di elefante vengono pagate 750 dollari al chilo. La denuncia proviene da alcune associazioni ambientaliste, tra cui l’Environmental Investigation Agency (Eia), che attraverso il presidente Allan Thernton ha paventato il rischio di un ritorno agli Anni Ottanta, quando gli elefanti africani passarono da un milione e trecentomila esemplari a 625.000. Già i pachidermi sono costretti a vivere in territori sempre più ristretti dal taglio delle foreste e dall’espansione indiscriminata delle piantagioni: un’eventuale ripresa degli abbattimenti potrebbe dar loro il colpo di grazia. Alla Cites, dunque, il compito di verificare se esistono i presupposti per la vendita: nel 1997 quattro Paesi africani, Sudafrica, Namibia, Botswana e Zimbabwe, convinsero la Cites ad autorizzare il commercio delle zanne di elefanti deceduti per cause naturali. Due anni dopo la Convenzione autorizzò la vendita di poco meno di 50 tonnellate di avorio solo ad «acquirenti autorizzati», cioè a Paesi in grado di dimostrare il proprio impegno contro il commercio illegale. L’unico Paese a cui venne riconosciuto tale status fu il Giappone. Non stupisce dunque che la Cina, ora, sostenga di essersi impegnata molto nel contrastare il traffico illegale di animali protetti: un funzionario della Cites ha riconosciuto a Pechino di aver fatto importanti passi avanti nella lotta al commercio illegale.Nonostante le leggi, però, il traffico illegale continua. I principali acquirenti di avorio, si legge in un «report» del WWF svizzero, sono la Cina e Hong Kong, che lo lavorano e rivendono. Spesso l’avorio illegale viene offerto su Internet. Il prezioso materiale è commercializzato anche in Paesi dove non esistono elefanti. Così, per esempio, l’avorio giunge in Egitto attraverso gli Stati confinanti, come ad esempio il Sudan, una nazione in cui non viene effettuato alcun controllo. Per lungo tempo l’Egitto è stato uno dei principali mercati di scambio dell’avorio in Africa. Negli ultimi anni, grazie ai controlli delle autorità, le vendite di questo materiale si sono drasticamente ridotte.Ma il rischio di estinzione degli elefanti è sempre in agguato. Non solo con la responsabilità dei cinesi: il traffico è alimentato da turisti, faccendieri, residenti europei, nordamericani o dell’estremo oriente e in qualche caso persino del personale di alcune ambasciate. 
E QUESTO, AMICI E' UN LINK, CHE PENSO, FORSE, POTRÀ AIUTARCI NELLA DIVULGAZIONE....http://charliebrown01.splinder.com/post/17801496/L%27avorio+e+il+solito+zampino+d FACCIAMOLO GIRARE IN FRETTISSIMA, RAGAZZI...LORO, TEMO...ABBIANO GIÀ INIZIATO...LE STRAGI....AVETE CAPITO ORA, IL PERCHE', UN PO DI TEMPO INDIETRO, LA CINA HA PRESTATO BEN 1600 MILIARDI DI $$ AD ALCUNI PAESI AFRICANI ???SEMBRAVA UN'OPERA DI BENE...ORA SI COMPRENDE...NESSUNO FA OPERE DI BENE COSì...GRANDI...PURTROPPO...