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Lupin III svela i suoi segreti


Chi è realmente Monkey Punch, il leggendario papà di uno dei più celebrati manga di tutti i tempi? E, soprattutto, come è nato Lupin III? Quali sono le sue origini? E cosa c’è di italiano nelle sue radici?Tutti misteri che saranno svelati domani sera nello speciale “Lupin III - L’Avventura Italiana”,  in onda su Italia Uno a mezzanotte e mezza. Il programma ha una particolarità in più: è curato dall’autore tarantino Luca Martera, uno dei maggiori esperti italiani di archivi audiovisivi e autore di numerosi speciali televisivi per i programmi di Giovanni Minoli e Antonio Ricci.Luca Martera si è messo sulle tracce di Lupin III fino ad arrivare a pochi chilometri da Tokyo, dove ha incontrato e intervistato Kazuhiko Kato, in arte appunto Monkey Punch, il creatore oggi quasi ottantenne di Lupin III.«L’idea di realizzare questo speciale - spiega Luca a Taranto Buonasera - è nata grazie ad un colloquio con Laura Casarotto, direttore di Italia 1, alla quale avevo proposto una serie di speciali su manga e anime che hanno incontrato successo nel nostro Paese. Dal momento che Italia 1 stava per mandare in onda proprio la serie di Lupin III ambientata in Italia (domenica andranno in onda gli ultimi episodi, ndr), allora abbiamo deciso di dare precedenza proprio al personaggio nato dalla fantasia di  Monkey Punch».E lo speciale è davvero una preziosa miniera di informazioni sulle origini di Lupin III: «Il personaggio - spiega Luca Martera -  è nato nel lontano 1967 e i primi episodi furono mandati in onda in Giappone nel 1971, ma la serie arrivò in Italia soltanto nel 1979, sulle tv locali. Uno degli aspetti più interessanti è che ad ispirare Monkey Punch fu anche un film italiano, il celebre “Sette uomini d’oro” di Marco Vicario, con Philippe Leroy e le musiche di Armando Trovajoli. Altro aspetto è che l’Italia, insieme alla Francia, è stato il paese dove Lupin III ha avuto più successo e non a caso la quarta serie è stata ambientata proprio tra Venezia, Roma, Napoli, Firenze e Milano».Già, perché tanto successo? «Perché a differenza dei cartoni Disney, i manga giapponesi raccontavano problemi esistenziali dell’adolescenza, per cui c’è stata una identificazione tra pubblico e personaggi». La curiosità: «Monkey Punch, ex tecnico di radiologia che grazie a Lupin III è diventato uno dei maggiori contribuenti giapponesi, era molto imbarazzato per l’arrivo di una troupe dall’Italia. Ricordiamoci che i giapponesi sono piuttosto restii al confronto culturale e forse, come qualcuno ha detto, non hanno nemmeno la consapevolezza di essere riusciti a fare con i manga ciò che non gli era riuscito con le guerre».   tarantobuonasera.it Enzo Ferrari