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Il Punto Chiaramonte l'antica arte dello sfilato siciliano


Chiaramonte Gulfi - E’ un’arte antica, che si tramanda di generazione in generazione ma che purtroppo rischia di perdersi nei meandri del tempo. Quando si parla di sfilato siciliano tutti, più o meno, sanno a che cosa ci si riferisce: l’antica arte del ricamo che, nel 2007, è stata inserita dalla Regione Sicilia nel R.E.I., il Registro delle Eredità Immateriali dell’UNESCO.Le lavorazioni dello sfilato siciliano sono tre: 500, 700 e 400: ognuna di esse, si distingue per la particolare tecnica di annodatura dei fili e del disegno. Ma Chiaramonte può vantare un punto di ricamo che porta il nome dell’intera città: il “Punto Chiaramonte”. A raccontarci la nascita del Punto Chiaramonte, la portavoce dell’associazione del ricamo e dello sfilato di Chiaramonte Gulfi, Maria Ravalli che, mentre fa scorrere veloce la mano su un lavoro al telaio, ci spiega: “Questo punto fu riscoperto nel 1999. Una ricamatrice, trovò un particolare tipo di ricamo ormai quasi del tutto dimenticato. Abbiamo iniziato a fare delle ricerche e ci siamo accorte che non esistevano fonti in merito a questo tipo di punto. E così, abbiamo iniziato a pensare ad un nome da dargli. Alla fine, abbiamo deciso di chiamarlo “Punto Chiaramonte”, in onore del nostro paese. Ha la forma di un chicco di caffè”.Il Punto Chiaramonte è particolarmente apprezzato dalle ricamatrici di tutta Italia: tantissime, infatti, sono le riviste specializzate del settore, tutte a tiratura nazionale, ad aver parlato e a parlare di questa tecnica. Tanto per citare le riviste più famose, si annoverano Rakam, Ricamo Italiano, Cora, Giuliana Ricami. L’associazione del ricamo e dello sfilato di Chiaramonte Gulfi, costituita da 15 persone, è stata fondata nel 2001 proprio per evitare che questa tradizione si perda. Maria Ravalli, infatti, spiega: “Abbiamo partecipato al Forum internazionale di ricami e merletti, a Rimini e a Parma. Siamo stati ospiti nel 2004 a Geo&Geo. Siamo andati tantissime volte in fiere nazionali ed internazionali perché il nostro scopo è quello di promuovere questi lavori che sono rappresentativi del territorio”.Ma i tempi per l’arte del ricamo sono piuttosto duri. Maria Ravalli, infatti, spiega: “Una volta questo lavoro era fonte di guadagno. Oggi, non hanno prezzo: è rimasto solo il piacere e la passione per un’arte che esprime la nostra creatività. Principalmente, lo sfilato si presta alla realizzazione di centri, lenzuola, tovaglie da tavola, tende, ma anche vestiti. Purtroppo, temo che questa tradizione si perderà, anche se fa parte delle nostre origini. Non si capisce, infatti, il grande valore di quest’arte di puro artigianato”. A Chiaramonte, ebbene ricordarlo, esiste anche un museo dedicato allo sfilato siciliano che si trova in via Lauria.ragusanews.com di Irene Savasta