ANIME IN VIAGGIO

VIOLENZA ED ABUSO SUI MINORI (seconda parte)


           E’ ora necessaria una piccola riflessione, in quanto ciascuno di questi punti meriterebbe un’approfondita disamina, data l’importanza dei contenuti e dei risvolti che questi stessi punti comportano.            Data l’esiguità dello spazio a disposizione, mi concentrerò quindi sull’aspetto che in questa sede maggiormente ci interessa, ovvero la PEDOFILIA, tra tutte le turpitudini fin qui trattate forse la più turpe, perché rivolta ed esercitata su piccole vittime inermi, che il più delle volte guardano al loro carnefice con fiducia ed amore.      L A   P E D O F I L I A    Nonostante la derivazione etimologica esprima l’amore per i bambini (dal greco fileo-amore), da quando questo termine è entrato nel lessico italiano, nel lontano 1935, il suo significato si è ristretto al campo dell’attrazione erotica e delle molestie nei confronti dei minori.            La contrazione dei termini mutuati dall’antica Grecia, Paidos (ragazzo) e Philia (amore) definisce l’attrazione sessuale che un adulto si trova a provare per bambini e/o adolescenti dell’uno o l’altro sesso.            La pedofilia non va confusa né con l’Omosessualità né con la Pederastia: l’Omosessualità (o Lesbismo, per le femmine) sappiamo cos’è; la Pederastia indica un rapporto erotico tra un adulto ed un adolescente, periodo di transizione tra bambino ed adulto.            Tale termine, ormai in disuso, veniva in passato usato per lo più in letteratura con un significato dispregiativo.            Mentre la parola pederastia ha quindi un significato ben preciso, la parola pedofilia indica una serie di comportamenti che l’adulto ha, o richiede, nei confronti del minore, usandolo ed eccitandolo per eccitarsi sessualmente.Alle volte alcuni pedofili, i più gravemente turbati psichicamente, non si limitano a carezze, masturbazione o fellatio ma arrivano persino a pretendere di penetrare il  minore, con conseguenze sempre gravi, talvolta mortali, date le ovvie differenze anatomiche degli attori coinvolti.Quando la pedofilia (come spesso accade) è anche incesto, le conseguenze della violenza sul minore sono particolarmente devastanti, come vedremo.Accurate statistiche rivelano che i pedofili appartengono per lo più alla cerchia intima del minore.Spesso sono parenti stretti, persone in cui il bambino, come accennato, aveva riposto la propria totale fiducia e che lo hanno tradito, anziché fornirgli uno scudo protettivo.L’abusante che tace e magari sconfessa le confidenze del bambino aumenta colpevolmente la sua disperazione.La pedofilia, come dimostrano le cronache più recenti, è praticata da individui con caratteristiche diverse: anziani, adulti e giovani, incolti ma anche colti.Non esiste una tipologia base del pedofilo: la pedofilia è infatti a mio avviso un tratto multifattoriale in cui entrano in gioco aspetti mentali, istituzionali, di attività, di educazione sessuale, di violenze passate, subite od esercitate, nonché di controllo delle pulsioni.            Alle volte essa può esercitarsi su un minore specifico (parliamo allora di pedofilia preferenziale) ; quando invece la scelta viene dettata da situazioni di opportunità o di coincidenza, indipendentemente dall’identità del minore ci troviamo di fronte ad un caso di pedofilia situazionale.            Quest’ultimo è il caso di soggetti “adattabili” o “superficiali”, ovvero opportunisti che prendono ciò che capita o che viene loro offerto senza farsi scrupoli di sorta.            Secondo molti psicologi e psichiatri i pedofili avrebbero una personalità immatura, problemi di relazione o sensi di inferiorità che non consentono loro di reggere un rapporto amoroso adulto, “alla pari” o “normale”; individui con disturbi narcisistici e fragile stima di sé che si focalizzano sui minori perché possono controllarli e dominarli, non provando così con loro sentimenti destabilizzanti (per la loro psiche) di inadeguatezza.            Va anche detto che la maggior parte dei pedofili cerca di non maltrattare i minori che riesce ad avvicinare (eccezion fatta per il pedo-sadismo, ulteriore degenerazione della pedofilia, di cui parleremo più avanti), sia per l’attrazione che provano nei loro confronti, sia perché non sono animati da impulsi malevoli e sia perché cercano di evitare che essi possano parlare, lamentarsi o svelare il crimine.Secondo il parere di diversi psicanalisti bisogna sottolineare la pedofilia vera e propria: per quanto distorta, deviata, patologica, l’attrazione che il “vero” pedofilo prova per il bambino non è solo sessuale.E’ a suo modo, paradossalmente, una forma d’amore in cui trovano spazio sentimenti veri come affetto, tenerezza, comprensione, anche se poi, naturalmente, l’incapacità dell’adulto di contenere le proprie pulsioni sessuali può rappresentare, per il minore, un grosso rischio psico-fisico, come accennato in precedenza.Il pedofilo può quindi usare violenza ad un minore con modalità subdole e meschine che sono ben lontane dal comune senso del termine inteso dalla collettività.I pedofili più “buoni” sono paradossalmente anche i più pericolosi perché si mimetizzano con perfida astuzia tra la cosiddetta gente “perbene”. lord_lycan612 (chi volesse leggere la prima parte del saggio lo può trovare al post n°205)