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Lc 8,16-18


I cristiani sono chiamatiad illuminare l'ambiente in cui vivono
La lampada si pone su un candelabroperché chi entra veda la luce. Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,16-18) In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del SignoreRiflettiamoChi segue Gesù è colui che accende una lampada nella sua vita. Non tutti nel mondo hanno la possibilità di diventare luce che illumina anche la vita degli altri. Il cristiano sa che deve essere una luce che brilla, anche se di Luce riflessa, ma che elargisce comunque qualcosa di straordinario nell’ambiente in cui vive.Per la luce che trasmette il cristiano, molti hanno la possibilità di accorgersi del burrone dove stavano per precipitare, oppure si svegliano dal torpore.Il cristiano che illumina è utile a sé, alla sua famiglia e a quanti incontra nella sua vita. Chi segue Gesù non deve compiacersi nella illusione di avere già fatto tutto bene, per non sentirsi dire “non vi conosco, non so di dove siete” (Lc 13,25). Il cristiano deve impegnarsi per la propria santificazione, ma anche per quella degli altri. Il Signore illustra ciò con varie immagini molto efficaci e comprensibili alla folla semplice che Lo ascolta. Sappiamo che ogni sera in ogni casa si accende una lampada quantomeno, per riuscire a vedere tutto ciò che è presente all’interno della casa. Allo stesso modo al mattino già al risveglio dobbiamo accendere la luce della Fede che deve guidarci tutto il giorno fino al momento del riposo notturno. Se la luce della Fede non si accende per qualche ragione che bisogna verificare la vita è immersa nel buio intellettuale, questo succede anche allo studioso con più lauree.Quando Gesù racconta questo insegnamento, i presenti al calar della sera accendevano una lampada e tutti sapevano dove andava collocata e perché. La lampada serve ad illuminare, e dunque doveva essere posta bene in alto, probabilmente appesa a un supporto fisso che serviva solo a questo scopo.I cristiani sono chiamati ad illuminare l’ambiente in cui vivono con le virtù: la gioia, l’amore, l’allegria, la pace, la bontà. Questa determinazione deve spingerci alla verifica giornaliera per capire se emaniamo luce nella nostra vita oppure la confusione prevale sulla luce. Il fatto di non emanare luce non è un dramma, in qualsiasi momento si può ritornare ad essere luce, primo con il pentimento interiore dei peccati e subito dopo con la Confessione sacramentale. Con il pentimento interiore i peccati vengono perdonati da Dio, ma occorre l’assoluzione del confessore nella Confessione per ritornare in Grazia di Dio. Infatti, se un morente in peccato mortale chiede umilmente perdono a Gesù dei peccati di tutta la vita, perché magari non si confessava da quarant’anni, si salva l’anima. S’intende per la mancata possibilità di confessarsi con un Sacerdote, quindi il pentimento interiore è importante in questa circostanza.Il mondo oggi è spento perché molti cristiani non sono più in grado di illuminare l’ambiente dove vivono, non hanno la capacità di esibire la loro Fede per vergogna e per unirsi a quanti parlano e agiscono senza alcun riferimento morale.Non è pensabile che un discepolo di Gesù non illumini: sarebbe come nascondere una lampada sotto un vaso o sotto un letto.