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Grillo e gli altri

Post n°30 pubblicato il 22 Giugno 2013 da annafotino7

Grillo, per me, che amo la lingua italiana, il bel parlare, i pensieri profondi e tutto ciò che ha a che fare non con l'accademia del linguaggio, ma con il suo stile, aveva esordito malissimo. Quel Vaffa day era peggio del dito medio di Bossi, dei gestacci dei leghisti e dei loro emuli di qualsiasi appartenenza. Perciò, nonostante che qualche arruffato pensiero a beneficio della collettività e qualche urlo contro il malaffare nel Parlamento e fuori, non mi dispiacessero, non sono mai riuscita a provare simpatia per lui. Il conformismo non c'entra nulla (obiezione comune). C'entra quello che Moretti in un ormai vecchissimo suo film, dichiarava: chi parla male pensa male. Per approfondire il pensiero, infatti, occorre uno sforzo letterario, bisogna cercare le parole, essere attenti a che non si prestino ad equivoci. E' un lavoro forte per la mente, un approccio al rispetto per gli altri, che devono capire e interpretare. Un lavoro culturale. La semplificazione, oltre che la volgarità del pensiero breve, per non dire superficiale tocca gli istinti non il sentimento. E a lungo andare abbassa il livello culturale di un popolo, ma anche la sua etica e , non per ultimo, il suo senso estetico.

 
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