A proposito di moda

Pillola abortiva


E’ sicuramente necessario far riflettere sul fatto che un trattamento farmacologico (pillola abortiva) è sempre potenzialmente più dannoso del piccolo intervento chirurgico, fatto naturalmente a norma e con tutte le garanzie igieniche, e sicuramente non meno doloroso, date anche le possibilità attuali dell’anestesia. Infatti un farmaco che provoca un’interruzione artificiale di gravidanza non può che essere fortemente tossico per poter bloccare in maniera certa un processo naturale che anticamente neanche forti veleni appositi davano garanzia di riuscire a fare. Quindi, pur se tramite la ricerca bilanciato e attutito nei suoi effetti tossici collaterali, per una maggioranza testata di donne giovani e sane, l’intervento del farmaco non può che costituire come minimo un’aggressione fisiologica alle funzioni organiche, producendo in ogni caso conseguenze più pesanti nell’organismo della donna rispetto all’asportazione chirurgica, tra l’altro già molto più collaudata. L’unica facilità d’uso di questa pilloletta consiste semplicemente nel nascondimento di quello che produce, sia ai medici, meno spinti all’obiezione dalla mancata presa di visione del fatto fisico, sia alle donne nelle quali diminuisce la consapevolezza dell’azione che comunque viene effettuata in modo “violento”, anche se farmacologico, nel loro organismo. La pillola abortiva pertanto non riduce ne’ il dolore ne’ tanto meno il danno fisico sul corpo della donna, anzi senz’altro aumentando i rischi di quest’ultimo,in ogni caso sempre. L’unica cosa che rende più facile è l’accettazione puramente psicologica dell’aborto, basandola sull’illusione di assumere un semplice depurativo, piuttosto che un veleno per l’organismo, per quanto controllato, bilanciato, “ricercato”. Ma se questo risponde al desiderio di volersi negare la realtà, non significa forse che ci sono forti dubbi sul proprio reale interesse a procedere con un aborto? La legge non dovrebbe garantire l’azione solo ad avvenuta dissoluzione del dubbio? Tutte le società, antiche e attuali, che si curano molto di eliminare il disagio psicologico e il dissidio interiore degli individui, sono esattamente quelle che propongono le classiche, ben inquadrate e sensate, scelte obbligate. Un’ultima differenza tra i due metodi abortivi : l’asportazione chirurgica non è a scopo di lucro, mentre la diffusione del farmaco abortivo costituisce un guadagno economico per l’azienda che lo produce (anche se pagato dallo Stato). La diffusione della pillola abortiva costituisce un forte favoreggiamento della cultura abortista perché con l’inganno riduce la consapevolezza di medici e pazienti, remando contro la possibilità della libera scelta, che per definizione necessita della consapevolezza dell’atto che produce, il quale in questo modo viene ad essere falsamente quasi negato; non producendo per contro nessun vero alleggerimento fisico per la donna che intende abortire. Una domanda : questa pillola è la stessa che anni fa veniva fortemente presentata come semplice anticoncezionale, “del giorno dopo”, che semplicemente impediva all’ovulo di “attecchire” nell’utero?A mio parere esistono perciò in una società democratica le condizioni, se non per un divieto, per lo meno per una forte limitazione nell’uso di un simile metodo abortivo, a difesa della libera scelta vera e della salute di chi deve abortire, laddove non esistano controindicazioni all’intervento chirurgico. In ogni caso dovrebbe essere obbligatoria la spiegazione esplicita e dettagliata degli effetti prodotti nell’organismo da parte di questo farmaco, cosa che in questo momento non sta esattamente avvenendo.